Il contributo si sofferma su un plagio di Francesco Sansovino, riguardante una lunga lettera indirizzata da Bernardino Tomitano a Francesco Longo nel 1550. L’epistola – rimaneggiata in dialogo – fu pubblicata dal Sansovino nel 1566 con il titolo di Dialogo del gentilhuomo vinitiano cioè Institutione nella quale si discorre quali hanno a essere i costumi del nobile di questa città, per acquistarsi gloria et honore (Venezia, Francesco Rampazetto). Quando fu scoperto, alla fine del Settecento, il plagio suscitò scalpore, provocando anche una piccola diatriba fra eruditi. Successivamente, tuttavia, i clamori si sopirono, al punto che, negli studi degli ultimi decenni appositamente dedicati al Tomitano e al Sansovino, si accenna solo raramente e di sfuggita al Dialogo. Nel contributo sono ripercorsi i passaggi fondamentali del dibattito sulla questione. In seguito, si propone un’analisi ravvicinata delle differenze fra il Dialogo e la lettera del Tomitano, per tentare di comprendere i motivi di fondo che hanno spinto il Sansovino a discostarsi in alcuni punti dal testo di partenza.
Storia e anatomia di un plagio. La Lettera a Francesco Longo (1550) di Bernardino Tomitano e il Dialogo del perfetto gentiluomo (1566) di Francesco Sansovino / Favaro, Maiko. - (2020), pp. 43-64. (Intervento presentato al convegno Francesco Sansovino scrittore del mondo tenutosi a Pisa).
Storia e anatomia di un plagio. La Lettera a Francesco Longo (1550) di Bernardino Tomitano e il Dialogo del perfetto gentiluomo (1566) di Francesco Sansovino
MAIKO FAVARO
2020
Abstract
Il contributo si sofferma su un plagio di Francesco Sansovino, riguardante una lunga lettera indirizzata da Bernardino Tomitano a Francesco Longo nel 1550. L’epistola – rimaneggiata in dialogo – fu pubblicata dal Sansovino nel 1566 con il titolo di Dialogo del gentilhuomo vinitiano cioè Institutione nella quale si discorre quali hanno a essere i costumi del nobile di questa città, per acquistarsi gloria et honore (Venezia, Francesco Rampazetto). Quando fu scoperto, alla fine del Settecento, il plagio suscitò scalpore, provocando anche una piccola diatriba fra eruditi. Successivamente, tuttavia, i clamori si sopirono, al punto che, negli studi degli ultimi decenni appositamente dedicati al Tomitano e al Sansovino, si accenna solo raramente e di sfuggita al Dialogo. Nel contributo sono ripercorsi i passaggi fondamentali del dibattito sulla questione. In seguito, si propone un’analisi ravvicinata delle differenze fra il Dialogo e la lettera del Tomitano, per tentare di comprendere i motivi di fondo che hanno spinto il Sansovino a discostarsi in alcuni punti dal testo di partenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.