Negli anni attorno al 1560, alcuni dei più bei nomi dell’élite udinese si riunirono presso il salotto del nobile Mario Savorgnan, dando vita ad un’“accademia” che resta tuttora piuttosto misteriosa. La maggior parte delle informazioni su di essa è ricavabile dai documenti legati ad un’interessante figura di intellettuale animato da inquietudini religiose, il romagnolo Domenico Scevolini da Bertinoro. Costui tenne presso l’“accademia” una serie di lezioni sui fondamenti dell’astronomia e su alcuni sonetti di Petrarca, oltre a discutere liberamente di temi religiosi assai delicati in occasioni più informali (già frate domenicano, lo Scevolini aveva deposto l’abito prima del soggiorno udinese). L’Inquisizione si insospettì, tanto da sottoporre l’ex-frate ad un processo per eresia. Dagli atti del processo, in cui furono chiamati a testimoniare vari “academici udinesi”, otteniamo preziose informazioni sull’“accademia” stessa. Con la presente lettura, si vuole offrire una ricostruzione dell’attività dello Scevolini e dell’accademia sulla base dei documenti a disposizione. Particolare attenzione è dedicata ad un testo inedito e poco noto dello Scevolini, la Lettera sopra la bellezza del sito d’Udine e di tutto ’l Friuli (1561), indirizzata al vicario patriarcale Jacopo Maracco. Nella Lettera, lo Scevolini dimostra l’eccellenza del sito di Udine e del Friuli esaminando i vantaggi della conformazione naturale e della posizione della regione, le bellezze del territorio e il pregio dei suoi prodotti, l’avvenenza e il vigore della gente che vi abita e «il gran numero de’ bellissimi ingegni in tutte le professioni», soffermandosi su alcune personalità in particolare.
Giovan Domenico Scevolini e una misteriosa accademia udinese fra astrologia, letteratura e sospetti di eresia / Favaro, Maiko. - In: ATTI DELLA ACCADEMIA UDINESE DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI. - ISSN 1126-7151. - CXI:(2021), pp. 25-55.
Giovan Domenico Scevolini e una misteriosa accademia udinese fra astrologia, letteratura e sospetti di eresia
MAIKO FAVARO
2021
Abstract
Negli anni attorno al 1560, alcuni dei più bei nomi dell’élite udinese si riunirono presso il salotto del nobile Mario Savorgnan, dando vita ad un’“accademia” che resta tuttora piuttosto misteriosa. La maggior parte delle informazioni su di essa è ricavabile dai documenti legati ad un’interessante figura di intellettuale animato da inquietudini religiose, il romagnolo Domenico Scevolini da Bertinoro. Costui tenne presso l’“accademia” una serie di lezioni sui fondamenti dell’astronomia e su alcuni sonetti di Petrarca, oltre a discutere liberamente di temi religiosi assai delicati in occasioni più informali (già frate domenicano, lo Scevolini aveva deposto l’abito prima del soggiorno udinese). L’Inquisizione si insospettì, tanto da sottoporre l’ex-frate ad un processo per eresia. Dagli atti del processo, in cui furono chiamati a testimoniare vari “academici udinesi”, otteniamo preziose informazioni sull’“accademia” stessa. Con la presente lettura, si vuole offrire una ricostruzione dell’attività dello Scevolini e dell’accademia sulla base dei documenti a disposizione. Particolare attenzione è dedicata ad un testo inedito e poco noto dello Scevolini, la Lettera sopra la bellezza del sito d’Udine e di tutto ’l Friuli (1561), indirizzata al vicario patriarcale Jacopo Maracco. Nella Lettera, lo Scevolini dimostra l’eccellenza del sito di Udine e del Friuli esaminando i vantaggi della conformazione naturale e della posizione della regione, le bellezze del territorio e il pregio dei suoi prodotti, l’avvenenza e il vigore della gente che vi abita e «il gran numero de’ bellissimi ingegni in tutte le professioni», soffermandosi su alcune personalità in particolare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.