La mia ricerca è dedicata all’opera di Aleksej Michajlovič Remizov (1877-1957), poliedrico e prolifico scrittore, grafico e calligrafo russo dall’esperienza creativa solitaria e isolata, emigrato, dal 1921, in Europa, dapprima a Berlino e poi definitivamente a Parigi. La produzione artistica remizoviana è straordinariamente copiosa ed eterogenea, di difficile interpretazione critica e filologica e di non semplice inquadramento letterario. La tesi, pertanto, analizza dapprima la ricezione della figura e dell’opera di Remizov in Europa e in Russia nell’ambito degli studi letterari e critici del secolo scorso e di quelli attuali, presentando lo stato dell’arte e riflettendo sulla sua collocazione nella storia letteraria russa, di cui solo oggi è riconosciuto come uno dei più originali rappresentanti. Nel ripercorrere la travagliata vicenda esistenziale e artistica di Remizov attraverso quella compositiva e narrativa dei suoi testi pseudo-autobiografici e “memorialistici” – che, nella loro totale sfasatura temporale ed eterogeneità, comprendono il periodo dal 1877 al 1954 –, in cui lo scrittore rivive e reinterpreta in maniera originale il proprio iter esistenziale e creativo, si è approfondito, dunque, il complesso rapporto tra vita, letteratura e storia nel ciclo denominato "Legenda o samom sebe" (Leggenda su me stesso). L’opera remizoviana è infatti una confessione lirica, un testamento poetico e, al contempo, una leggenda, una fiaba su se stesso, in cui ogni cosa è sottoposta a una ripensamento mitologico, dalla sua venuta al mondo, alla creazione artistica, fino al suo stesso cognome. La ricerca si concentra, poi, sull’analisi di "Podstrižennymi glazami" (Con gli occhi rasati, 1951), testo, fra quelli del ciclo, dedicato all’infanzia e all’adolescenza dello scrittore (1877-1897), principio e apogeo della sua Legenda. Ritenuto la chiave interpretativa della strategia mitopoietica remizoviana, questo libro costituisce, infatti, l’espressione globale del credo artistico dello scrittore, un complesso sistema semiotico su diversi livelli, ricco di codici di culture passate e moderne, occidentali e orientali, di rimandi mitologici, leggendari e intertestuali che ci si propone di decifrare: ad esso non sono stati infatti dedicati studi monografici, né è stato finora tradotto in italiano. L’analisi testuale prende le mosse dal paratesto e, nello specifico, dallo "strano" ed emblematico titolo, "Con gli occhi rasati", alla cui metafora-metonimia può ricondursi la motivazione dell’intero testo: proprio dalla particolare ottica visuale remizoviana, data dalla sua gravissima miopia congenita, scaturisce, infatti, la percezione straniata e insolita, deformata e deformante, intuitiva, esperienziale ed emozionale, attraverso cui lo scrittore vede e descrive il proprio mondo. In Remizov la vista è indissolubilmente connessa, poi, al concetto di memoria “interiore”, “profonda”, matrice e perno strutturante della narrazione. L’analisi si rivolge, dunque, al suggestivo sottotitolo, "Nodi e viluppi della memoria": proprio la memoria, pluristratificata e plurilivellare, genera i diversi spazi semantici del testo e i corrispondenti piani narrativi, a cui sono connessi temi, motivi, simboli, immagini, analizzati, nel dettaglio, attraverso il filtro del procedimento letterario, formulato per primo da Šklovskij, dello “straniamento”. Ed ancora, proprio lo “straniamento” viene esaminato sul piano dell’espressione, quale emerge tanto nella struttura compositiva del libro, quanto nell’uso creativo del linguaggio. Viene soprattutto approfondita la componente uditiva, sonora del testo e il suo ruolo sia a livello di composizione e struttura, sia di sintassi e lessico, sia, infine, della concezione remizoviana della parola poetica nella "teoria del modo russo", derivante dalla sua visione dell’evoluzione della lingua e della letteratura russa. Il testo di Podstrižennymi glazami costituisce proprio il risultato dell’applicazione pratica di questa teoria. Infine, ci si sofferma sull’analisi delle coordinate spazio-temporali “reali” del testo, la Mosca dell’ultimo quarto del XIX sec., in cui si svolge tutta l’azione: nel suo processo mitopoietico totalizzante, Remizov ha creato un mito personale della propria città, attuando una “sacralizzazione” dello spazio storico-geografico. Si analizza quindi la rappresentazione di Mosca, la sua funzione estetico-artistica, simbolica e strutturale nel testo stesso.

Leggenda, realtà e finzione nell’opera di A. M. Remizov: un’analisi di "Podstrižennymi glazami" / Badolati, MARIA TERESA. - (2022 Jul 04).

Leggenda, realtà e finzione nell’opera di A. M. Remizov: un’analisi di "Podstrižennymi glazami"

BADOLATI, MARIA TERESA
04/07/2022

Abstract

La mia ricerca è dedicata all’opera di Aleksej Michajlovič Remizov (1877-1957), poliedrico e prolifico scrittore, grafico e calligrafo russo dall’esperienza creativa solitaria e isolata, emigrato, dal 1921, in Europa, dapprima a Berlino e poi definitivamente a Parigi. La produzione artistica remizoviana è straordinariamente copiosa ed eterogenea, di difficile interpretazione critica e filologica e di non semplice inquadramento letterario. La tesi, pertanto, analizza dapprima la ricezione della figura e dell’opera di Remizov in Europa e in Russia nell’ambito degli studi letterari e critici del secolo scorso e di quelli attuali, presentando lo stato dell’arte e riflettendo sulla sua collocazione nella storia letteraria russa, di cui solo oggi è riconosciuto come uno dei più originali rappresentanti. Nel ripercorrere la travagliata vicenda esistenziale e artistica di Remizov attraverso quella compositiva e narrativa dei suoi testi pseudo-autobiografici e “memorialistici” – che, nella loro totale sfasatura temporale ed eterogeneità, comprendono il periodo dal 1877 al 1954 –, in cui lo scrittore rivive e reinterpreta in maniera originale il proprio iter esistenziale e creativo, si è approfondito, dunque, il complesso rapporto tra vita, letteratura e storia nel ciclo denominato "Legenda o samom sebe" (Leggenda su me stesso). L’opera remizoviana è infatti una confessione lirica, un testamento poetico e, al contempo, una leggenda, una fiaba su se stesso, in cui ogni cosa è sottoposta a una ripensamento mitologico, dalla sua venuta al mondo, alla creazione artistica, fino al suo stesso cognome. La ricerca si concentra, poi, sull’analisi di "Podstrižennymi glazami" (Con gli occhi rasati, 1951), testo, fra quelli del ciclo, dedicato all’infanzia e all’adolescenza dello scrittore (1877-1897), principio e apogeo della sua Legenda. Ritenuto la chiave interpretativa della strategia mitopoietica remizoviana, questo libro costituisce, infatti, l’espressione globale del credo artistico dello scrittore, un complesso sistema semiotico su diversi livelli, ricco di codici di culture passate e moderne, occidentali e orientali, di rimandi mitologici, leggendari e intertestuali che ci si propone di decifrare: ad esso non sono stati infatti dedicati studi monografici, né è stato finora tradotto in italiano. L’analisi testuale prende le mosse dal paratesto e, nello specifico, dallo "strano" ed emblematico titolo, "Con gli occhi rasati", alla cui metafora-metonimia può ricondursi la motivazione dell’intero testo: proprio dalla particolare ottica visuale remizoviana, data dalla sua gravissima miopia congenita, scaturisce, infatti, la percezione straniata e insolita, deformata e deformante, intuitiva, esperienziale ed emozionale, attraverso cui lo scrittore vede e descrive il proprio mondo. In Remizov la vista è indissolubilmente connessa, poi, al concetto di memoria “interiore”, “profonda”, matrice e perno strutturante della narrazione. L’analisi si rivolge, dunque, al suggestivo sottotitolo, "Nodi e viluppi della memoria": proprio la memoria, pluristratificata e plurilivellare, genera i diversi spazi semantici del testo e i corrispondenti piani narrativi, a cui sono connessi temi, motivi, simboli, immagini, analizzati, nel dettaglio, attraverso il filtro del procedimento letterario, formulato per primo da Šklovskij, dello “straniamento”. Ed ancora, proprio lo “straniamento” viene esaminato sul piano dell’espressione, quale emerge tanto nella struttura compositiva del libro, quanto nell’uso creativo del linguaggio. Viene soprattutto approfondita la componente uditiva, sonora del testo e il suo ruolo sia a livello di composizione e struttura, sia di sintassi e lessico, sia, infine, della concezione remizoviana della parola poetica nella "teoria del modo russo", derivante dalla sua visione dell’evoluzione della lingua e della letteratura russa. Il testo di Podstrižennymi glazami costituisce proprio il risultato dell’applicazione pratica di questa teoria. Infine, ci si sofferma sull’analisi delle coordinate spazio-temporali “reali” del testo, la Mosca dell’ultimo quarto del XIX sec., in cui si svolge tutta l’azione: nel suo processo mitopoietico totalizzante, Remizov ha creato un mito personale della propria città, attuando una “sacralizzazione” dello spazio storico-geografico. Si analizza quindi la rappresentazione di Mosca, la sua funzione estetico-artistica, simbolica e strutturale nel testo stesso.
4-lug-2022
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Note: Badolati_Tesi Dottorato_Leggenda, Realtà e Finzione nell’opera di A.M. Remizov un’analisi di Podstrižennymi glazami
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1662025
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