T.A., lattante di 31 giorni, giunge in Pronto Soccorso per ripetuti episodi di vomito a getto. È nato a termine da parto eutocico; l’anamnesi neonatale è negativa e l’esame obiettivo all’ingresso è nella norma. Nell’ipotesi di stenosi ipertrofica del piloro si esegue un’ecografia addominale, risultata negativa. Durante la degenza in regime di osservazione breve, si verifica un peggioramento delle condizioni generali: il lattante non si alimenta al seno, presenta ulteriori episodi di vomito e all’esame obiettivo si riscontrano cute marezzata e rantoli alle basi polmonari all’auscultazione toracica. Si eseguono in urgenza una radiografia del torace, che indica una diffusa accentuazione dell’ interstizio vascolare polmonare, ed esami ematochimici, che mostrano un aumento delle transaminasi (GOT 125 U/L, GPT 136 U/L) e dei lattati (4 mmol/L). Al cardiomonitor si osserva una frequenza cardiaca di 290 battiti/minuto, con una saturazione di ossigeno nella norma. Si esegue un ECG in urgenza con diagnosi di tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV). Si effettua manovra di diving reflex con ghiaccio, ripetutamente, con interruzione della tachicardia. In seguito a diverse recidive si è resa necessaria la somministrazione di adenosina per via endovenosa in bolo rapido. Numerosi studi elettrofisiologici transesofagei sono successivamente stati eseguiti al fine di identificare il meccanismo preciso d’insorgenza dell’aritmia e raggiungere il corretto dosaggio della terapia antiaritmica di mantenimento. La tachicardia parossistica sopraventricolare è la più comune causa di aritmia in età pediatrica (2-3 casi su 1.000 bambini). È un ritmo cardiaco, ad elevata frequenza e comparsa improvvisa, che insorge a livello del tessuto atriale o del nodo atrioventricolare. L’esordio avviene nei primi mesi di vita in circa la metà dei casi. La presentazione clinica può essere aspecifica, soprattutto nel neonato/lattante; spesso, infatti, la tachicardia viene riconosciuta solo quando si rivela con un quadro evidente di scompenso cardiaco. Diagnosi e trattamento precoci ed un follow-up adeguato sono necessari per ottimizzare la prognosi e garantire una normale qualità di vita ai pazienti.

Ti pare solo vomito? / Paparella, Roberto; Lubrano, Riccardo. - In: QUADERNI ACP. - ISSN 2039-1382. - 27:3(2020). (Intervento presentato al convegno Parmapediatria1 tenutosi a Parma; Italia).

Ti pare solo vomito?

Roberto Paparella
Primo
;
Riccardo Lubrano
2020

Abstract

T.A., lattante di 31 giorni, giunge in Pronto Soccorso per ripetuti episodi di vomito a getto. È nato a termine da parto eutocico; l’anamnesi neonatale è negativa e l’esame obiettivo all’ingresso è nella norma. Nell’ipotesi di stenosi ipertrofica del piloro si esegue un’ecografia addominale, risultata negativa. Durante la degenza in regime di osservazione breve, si verifica un peggioramento delle condizioni generali: il lattante non si alimenta al seno, presenta ulteriori episodi di vomito e all’esame obiettivo si riscontrano cute marezzata e rantoli alle basi polmonari all’auscultazione toracica. Si eseguono in urgenza una radiografia del torace, che indica una diffusa accentuazione dell’ interstizio vascolare polmonare, ed esami ematochimici, che mostrano un aumento delle transaminasi (GOT 125 U/L, GPT 136 U/L) e dei lattati (4 mmol/L). Al cardiomonitor si osserva una frequenza cardiaca di 290 battiti/minuto, con una saturazione di ossigeno nella norma. Si esegue un ECG in urgenza con diagnosi di tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV). Si effettua manovra di diving reflex con ghiaccio, ripetutamente, con interruzione della tachicardia. In seguito a diverse recidive si è resa necessaria la somministrazione di adenosina per via endovenosa in bolo rapido. Numerosi studi elettrofisiologici transesofagei sono successivamente stati eseguiti al fine di identificare il meccanismo preciso d’insorgenza dell’aritmia e raggiungere il corretto dosaggio della terapia antiaritmica di mantenimento. La tachicardia parossistica sopraventricolare è la più comune causa di aritmia in età pediatrica (2-3 casi su 1.000 bambini). È un ritmo cardiaco, ad elevata frequenza e comparsa improvvisa, che insorge a livello del tessuto atriale o del nodo atrioventricolare. L’esordio avviene nei primi mesi di vita in circa la metà dei casi. La presentazione clinica può essere aspecifica, soprattutto nel neonato/lattante; spesso, infatti, la tachicardia viene riconosciuta solo quando si rivela con un quadro evidente di scompenso cardiaco. Diagnosi e trattamento precoci ed un follow-up adeguato sono necessari per ottimizzare la prognosi e garantire una normale qualità di vita ai pazienti.
2020
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1650955
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