Questa analisi nasce con la volontà di indagare alcuni nuclei filosofici espressi dalla poetica di Anna Maria Ortese. Nel caso della scrittura ortesiana, infatti, si dovrà parlare di un ragionamento di carattere etico, politico e teologico che in nessun caso prescinde dalla produzione letteraria, ma al contrario nasce e si sviluppa proprio in seno alla fiction. Dunque si è scelto di leggere Le Piccole Persone, raccolta di lettere, articoli e piccoli saggi, in stretta connessione con esempi di narrativa. A tale proposito, si è individuato ne L’Infanta Sepolta, opera meno conosciuta rispetto ai romanzi, un interessante case study capace di offrire un punto di vista privilegiato sulla poetica dell’autrice, di cui la novella rende manifesti alcuni tratti salienti; fra tutti, un ricorso al meraviglioso, che si fa portatore di contenuti simbolici e semantici poiché luogo di espressione di un’alterità che conserva la propria intraducibilità. Il lavoro vuole quindi dimostrare che la cifra irriducibile del meraviglioso ortesiano incarna un pensiero critico profondamente complesso, il quale mostra affinità con la riflessione delle filosofe e teologhe novecentesche (Simone Weil, Edith Stein), ma anche con la tradizione mistica (soprattutto Teresa d’Avila). Attraverso una poetica così organizzata, l’autrice riesce a sondare con potenza e originalità le principali questioni del Novecento: il male, la storia, la cosificazione, lo sfruttamento, i rapporti fra umano e non umano, la distruzione dell’altro.

Catastrofe e meraviglia. Storia, filosofia e etica animale in una novella di Anna Maria Ortese / Marsulli, Claudia. - In: ALTRELETTERE. - ISSN 1664-6908. - (2022), pp. 28-48.

Catastrofe e meraviglia. Storia, filosofia e etica animale in una novella di Anna Maria Ortese

Claudia Marsulli
Primo
2022

Abstract

Questa analisi nasce con la volontà di indagare alcuni nuclei filosofici espressi dalla poetica di Anna Maria Ortese. Nel caso della scrittura ortesiana, infatti, si dovrà parlare di un ragionamento di carattere etico, politico e teologico che in nessun caso prescinde dalla produzione letteraria, ma al contrario nasce e si sviluppa proprio in seno alla fiction. Dunque si è scelto di leggere Le Piccole Persone, raccolta di lettere, articoli e piccoli saggi, in stretta connessione con esempi di narrativa. A tale proposito, si è individuato ne L’Infanta Sepolta, opera meno conosciuta rispetto ai romanzi, un interessante case study capace di offrire un punto di vista privilegiato sulla poetica dell’autrice, di cui la novella rende manifesti alcuni tratti salienti; fra tutti, un ricorso al meraviglioso, che si fa portatore di contenuti simbolici e semantici poiché luogo di espressione di un’alterità che conserva la propria intraducibilità. Il lavoro vuole quindi dimostrare che la cifra irriducibile del meraviglioso ortesiano incarna un pensiero critico profondamente complesso, il quale mostra affinità con la riflessione delle filosofe e teologhe novecentesche (Simone Weil, Edith Stein), ma anche con la tradizione mistica (soprattutto Teresa d’Avila). Attraverso una poetica così organizzata, l’autrice riesce a sondare con potenza e originalità le principali questioni del Novecento: il male, la storia, la cosificazione, lo sfruttamento, i rapporti fra umano e non umano, la distruzione dell’altro.
2022
anna maria ortese; teresa d'avila; italian studies; literature;
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Catastrofe e meraviglia. Storia, filosofia e etica animale in una novella di Anna Maria Ortese / Marsulli, Claudia. - In: ALTRELETTERE. - ISSN 1664-6908. - (2022), pp. 28-48.
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