Guido Reni, Siena e i pittori di Giulio Mancini: il rapporto con Bartolomeo Manfredi e Rutilio Manetti.

Si ritiene in genere che Guido Reni abbia subito l’influenza di Caravaggio solo per pochi anni, intorno al 1605. In realtà il pittore bolognese mantenne un rapporto stretto con il naturalismo del Merisi molto più a lungo, continuando ad adottare spesso un fondo scuro attraverso il quale dare rilievo alle sue figure. Ancora nel 1621, quando egli era di ritorno da Napoli e si fermò a Roma, Reni dipinse un’allegoria delle Quattro Stagioni (Vienna, Kunsthistorisches Museum) chiaramente in rapporto con un dipinto simile del senese Rutilio Manetti, a sua volta influenzato da Caravaggio e protetto in quegli anni dall’intendente senese Giulio Mancini. E Guido guardò allora anche a un altro caravaggesco, Bartolomeo Manfredi, di nuovo un artista di cui Mancini aveva favorito la carriera.