Il presente studio si propone di comparare la qualità dei servizi di riabilitazione domiciliare in termini di continuità del percorso terapeutico e di sostegno ai pazienti e ai caregiver, contemplando l’utilizzo misto di modalità tradizionali (terapia in presenza con dispositivi di protezione individuale) e modalità alternative (telehealth), adottate alla luce delle restrizioni sperimentate nel primo periodo di emergenza sanitaria (Covid_1) e necessariamente utilizzate durante la seconda ondata di diffusione del virus (Covid_2). Una terza fase sembra via via delinearsi in questi primi giorni di marzo e si rende pertanto necessaria una riflessione sulle misure e le modalità da adottare affinché i servizi di riabilitazione in regime domiciliare possano garantire al meglio assistenza e promozione del benessere a pazienti e caregiver in maniera proficua e continuativa. In Covid_1 i servizi alla persona hanno dovuto affrontare una grande sfida, quella di continuare a fornire aiuto e assistenza a distanza, gli operatori del settore hanno assistito a una vera e propria ridefinizione del paradigma terapeutico-riabilitativo, storicamente fondato sulla relazione operatore-paziente e che ha visto l’urgenza di coinvolgere attivamente i caregiver nella diade terapeutica, poiché tutti i servizi di tele-riabilitazione rivolti a bimbi e ragazzi con ASD hanno reclamato necessariamente il supporto di terze persone presenti nel domicilio dei pazienti, in veste di mediatori nel percorso di apprendimento. In Covid_2 le minori restrizioni hanno concesso agli operatori del settore di riprendere i servizi domiciliari e i percorsi terapeutico-riabilitativi in presenza, seppur con i limiti noti del distanziamento e dell’utilizzo di dispositivi di protezione individuale. L’intento era quello di usufruire della risorsa del telehealth, oramai consolidato in termini di modalità operative e tecnologie fruibili, laddove situazioni di quarantena o isolamento avessero precluso nuovamente il servizio in presenza. La letteratura ha fornito evidenze e risultati incoraggianti rispetto all’utilizzo della terapia da remoto. Da attori e spettatori di una vera e propria rivoluzione dei servizi di cura e presa in carico, tuttavia, in tempo di Covid_2 abbiamo dovuto affrontare due variabili imprescindibili: il contagio e l’indisponibilità del caregiver, assistendo inevitabilmente a una nuova fase in cui le esigenze di vita e di salute di pazienti e adulti coinvolti hanno avuto una ricaduta da non sottovalutare sulla continuità dei servizi erogati.

Fase post covid: una riflessione sul telehealth lo strumento del telehealth per il consolidamento degli apprendimenti e l’insegnamento di nuove singole abilità in intervento ABA/EIBI / Bianchi, E.; Fatta, L. M.; Giartosio, C.; Giovagnoli, G.; Mazzone, L.. - (2020). (Intervento presentato al convegno ABA 2020 tenutosi a Roma).

Fase post covid: una riflessione sul telehealth lo strumento del telehealth per il consolidamento degli apprendimenti e l’insegnamento di nuove singole abilità in intervento ABA/EIBI

Fatta L. M.;
2020

Abstract

Il presente studio si propone di comparare la qualità dei servizi di riabilitazione domiciliare in termini di continuità del percorso terapeutico e di sostegno ai pazienti e ai caregiver, contemplando l’utilizzo misto di modalità tradizionali (terapia in presenza con dispositivi di protezione individuale) e modalità alternative (telehealth), adottate alla luce delle restrizioni sperimentate nel primo periodo di emergenza sanitaria (Covid_1) e necessariamente utilizzate durante la seconda ondata di diffusione del virus (Covid_2). Una terza fase sembra via via delinearsi in questi primi giorni di marzo e si rende pertanto necessaria una riflessione sulle misure e le modalità da adottare affinché i servizi di riabilitazione in regime domiciliare possano garantire al meglio assistenza e promozione del benessere a pazienti e caregiver in maniera proficua e continuativa. In Covid_1 i servizi alla persona hanno dovuto affrontare una grande sfida, quella di continuare a fornire aiuto e assistenza a distanza, gli operatori del settore hanno assistito a una vera e propria ridefinizione del paradigma terapeutico-riabilitativo, storicamente fondato sulla relazione operatore-paziente e che ha visto l’urgenza di coinvolgere attivamente i caregiver nella diade terapeutica, poiché tutti i servizi di tele-riabilitazione rivolti a bimbi e ragazzi con ASD hanno reclamato necessariamente il supporto di terze persone presenti nel domicilio dei pazienti, in veste di mediatori nel percorso di apprendimento. In Covid_2 le minori restrizioni hanno concesso agli operatori del settore di riprendere i servizi domiciliari e i percorsi terapeutico-riabilitativi in presenza, seppur con i limiti noti del distanziamento e dell’utilizzo di dispositivi di protezione individuale. L’intento era quello di usufruire della risorsa del telehealth, oramai consolidato in termini di modalità operative e tecnologie fruibili, laddove situazioni di quarantena o isolamento avessero precluso nuovamente il servizio in presenza. La letteratura ha fornito evidenze e risultati incoraggianti rispetto all’utilizzo della terapia da remoto. Da attori e spettatori di una vera e propria rivoluzione dei servizi di cura e presa in carico, tuttavia, in tempo di Covid_2 abbiamo dovuto affrontare due variabili imprescindibili: il contagio e l’indisponibilità del caregiver, assistendo inevitabilmente a una nuova fase in cui le esigenze di vita e di salute di pazienti e adulti coinvolti hanno avuto una ricaduta da non sottovalutare sulla continuità dei servizi erogati.
2020
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1631552
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