È stato rilevato che attualmente la maggior parte degli italiani non solo fatica a riconoscersi nei versi del Canto degli Italiani, ormai noto semplicemente come “Inno di Mameli”, ma soprattutto stenta a comprenderne gli ideali di fondo, l’enfasi retorica, gli artifici poetici e le elaborate scelte linguistiche (Baldelli, 1998; Trifone, 2010). In ogni modo, rimane innegabile il legame dei versi di Mameli con una idea di nazione – sebbene tipicamente risorgimentale – sulla quale poggia il sentimento non solo di appartenenza territoriale, ma soprattutto di una comune coscienza culturale, storica, linguistica (per una panoramica, cfr. De Mauro, 1963). La comunità dei sordi italiani, individuabile come gruppo sociale interno all’Italia odierna (Zuccalà, 1996; Vasta, 2010), e di fatto assimilabile a tante comunità alloglotte presenti nello spazio linguistico italiano, si riconosce senza dubbio in questa tradizionale idea di nazione. Tuttavia, i sordi italiani si considerano, a livello trasversale, una comunità indipendente, senza appartenenza territoriale, ma con un sentimento comune, anche in questo caso, storico e – soprattutto – linguistico. La Lingua dei Segni Italiana (LIS) è infatti la lingua che la maggior parte dei sordi italiani usa e considera come proprio idioma primario, dal momento che sfrutta il canale visivo-gestuale, integro nelle persone sorde. Nell’ambito di questa particolare situazione linguistica e culturale, all’interno della comunità sorda sono state prodotte, nel corso degli anni, diverse traduzioni dell’inno nazionale italiano. Di due di queste traduzioni si intende analizzare il rapporto con l’originale composto da Mameli, con un esame degli aspetti linguistici, stilistici e retorici – alla luce soprattutto delle implicazioni legate a diversi fattori che caratterizzano il rapporto LIS-Italiano vocale. Le analisi linguistiche, condotte sulla base di filmati in LIS trascritti con il sistema Sign Writing, in corso di sperimentazione presso il Laboratorio Lingue dei Segni dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma, sono basate su una serie di performances in LIS realizzate in contesti istituzionali, confrontate con il testo originale e rapportate ad altri testi poetici in LIS – come quello presentato in occasione del III Convegno Nazionale sulla Lingua dei Segni (Bagnara et al., 2008) – celebrativi del senso di appartenenza e di identità – soprattutto linguistica – della comunità sorda.

L’inno di Mameli tradotto in Lingua dei Segni Italiana (LIS): un’analisi linguistica / DI RENZO, Alessio; Petitta, Giulia; Lucioli, Tommaso; Bianchini Savina, Claudia; Gulli, Tiziana; Rossini, Paolo. - 1:(2012), pp. 219-233. (Intervento presentato al convegno Coesistenze linguistiche nell'Italia pre e postunitaria. tenutosi a Aosta/Bard/Torino).

L’inno di Mameli tradotto in Lingua dei Segni Italiana (LIS): un’analisi linguistica

Di Renzo Alessio
;
Petitta Giulia;Lucioli Tommaso;Rossini Paolo
2012

Abstract

È stato rilevato che attualmente la maggior parte degli italiani non solo fatica a riconoscersi nei versi del Canto degli Italiani, ormai noto semplicemente come “Inno di Mameli”, ma soprattutto stenta a comprenderne gli ideali di fondo, l’enfasi retorica, gli artifici poetici e le elaborate scelte linguistiche (Baldelli, 1998; Trifone, 2010). In ogni modo, rimane innegabile il legame dei versi di Mameli con una idea di nazione – sebbene tipicamente risorgimentale – sulla quale poggia il sentimento non solo di appartenenza territoriale, ma soprattutto di una comune coscienza culturale, storica, linguistica (per una panoramica, cfr. De Mauro, 1963). La comunità dei sordi italiani, individuabile come gruppo sociale interno all’Italia odierna (Zuccalà, 1996; Vasta, 2010), e di fatto assimilabile a tante comunità alloglotte presenti nello spazio linguistico italiano, si riconosce senza dubbio in questa tradizionale idea di nazione. Tuttavia, i sordi italiani si considerano, a livello trasversale, una comunità indipendente, senza appartenenza territoriale, ma con un sentimento comune, anche in questo caso, storico e – soprattutto – linguistico. La Lingua dei Segni Italiana (LIS) è infatti la lingua che la maggior parte dei sordi italiani usa e considera come proprio idioma primario, dal momento che sfrutta il canale visivo-gestuale, integro nelle persone sorde. Nell’ambito di questa particolare situazione linguistica e culturale, all’interno della comunità sorda sono state prodotte, nel corso degli anni, diverse traduzioni dell’inno nazionale italiano. Di due di queste traduzioni si intende analizzare il rapporto con l’originale composto da Mameli, con un esame degli aspetti linguistici, stilistici e retorici – alla luce soprattutto delle implicazioni legate a diversi fattori che caratterizzano il rapporto LIS-Italiano vocale. Le analisi linguistiche, condotte sulla base di filmati in LIS trascritti con il sistema Sign Writing, in corso di sperimentazione presso il Laboratorio Lingue dei Segni dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma, sono basate su una serie di performances in LIS realizzate in contesti istituzionali, confrontate con il testo originale e rapportate ad altri testi poetici in LIS – come quello presentato in occasione del III Convegno Nazionale sulla Lingua dei Segni (Bagnara et al., 2008) – celebrativi del senso di appartenenza e di identità – soprattutto linguistica – della comunità sorda.
2012
Coesistenze linguistiche nell'Italia pre e postunitaria.
Inno di Mameli; lingua dei segni italiana; comunità sorda; analisi linguistiche; Sign Writing;
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
L’inno di Mameli tradotto in Lingua dei Segni Italiana (LIS): un’analisi linguistica / DI RENZO, Alessio; Petitta, Giulia; Lucioli, Tommaso; Bianchini Savina, Claudia; Gulli, Tiziana; Rossini, Paolo. - 1:(2012), pp. 219-233. (Intervento presentato al convegno Coesistenze linguistiche nell'Italia pre e postunitaria. tenutosi a Aosta/Bard/Torino).
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