L’atto unilaterale di risoluzione per inadempimento del contratto tra rinuncia tacita e alternatività del rimedio giudiziale

Nella prima delle sentenze in commento (Cass., 12.7.2021, n. 19801), i giudici di legittimità affermano che un mero comportamento concludente non implica di necessità la rinuncia al diritto di pretendere il doppio della caparra, che invece deve evincersi in maniera inequivocabile. La seconda ordinanza del 2.7.2021, n. 18805 affronta il diverso problema relativo alla sostituibilità delle domande giudiziali aventi ad oggetto, una, l’accertamento della legittimità del recesso, l’altra, la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1453 cod. civ., chiarendo che, in ogni caso, la facoltà di liberarsi stragiudizialmente del vincolo negoziale, ai sensi dell’art. 1385, comma 2º, è preclusa qualora la parte in bonis decida di domandare giudizialmente la risoluzione del contratto. La lettura congiunta delle sentenze in commento consente di delineare compiutamente i problemi applicativi legati all’operatività della caparra confirmatoria.