La decisione di dedicare il monografico al tema «media e diversità» richiede, prima di addentrarci nel rapporto tra i due termini della diade, una disamina del secondo vocabolo. Infatti, benché la parola «diversità» sia presente da anni nel dibattito pubblico – diffusa soprattutto in ambito accademico e nel linguaggio tecnico delle politiche europee –, la definizione del concetto nelle scienze sociali rimane vaga. Nella letteratura sociologica, così come in quella a cavallo tra le scienze economiche e dell’organizzazione – dove a far da traino alla sua diffusione sono state le etichette di diversity management prima, e di diversity & inclusion poi –, gli articoli e i libri intitolati a questo concetto (o a una declinazione del medesimo, come «diversità culturale») non si contano. Eppure, basta sfogliare la maggior parte di questi saggi per accorgersi che quasi ovunque la diversità è solo nominata, raramente defini- ta: assunta in modo scontato, essa finisce per funzionare come una cornice suggestiva, ma con poco potere di indicazione. La scelta di fare del concetto di diversità il perno di questo numero – che nasce con il proposito di far emergere istanze comunicative nuove, legate all’evoluzione dei problemi e delle categorie vulnerabili nella nostra società –, impone di soffermarsi sulla sua messa a fuoco, al fine di restituire, mediante la ricostruzione delle sue specificità nel lessico e nello scenario delle politiche della differenza, percezione della sua rilevanza e dell’attualità del tema. La prima parte di questa introduzione sarà dunque dedicata a una disamina del concetto sociologico di diversità. Nel secondo paragrafo si affronteranno poi, mediante il contributo di alcune voci originali intervenute nel dibattito scientifico negli ultimi due decenni, tre prospettive interessanti sul ruolo dei media nella costruzione delle categorie della diversità e dell’em-patia; sentimento, quest’ultimo, che nei processi di riconoscimento e narrazione di queste soggettività vulnerabili gioca un ruolo fondamentale. Infine, nella terza e ultima sezione, presentando i pezzi che compongono questo numero, rifletteremo sullo specifico del discorso e della pratica giornalistica e dell’informazione, come ambito di rappresentazioni ed elaborazioni del nodo tematico e problematico della diversità.
Diversità e media. La costruzione dell'alterità e dell'empatia nei media di informazione / Bruno, Marco; Peruzzi, Gaia. - In: PROBLEMI DELL'INFORMAZIONE. - ISSN 0390-5195. - 3(2021), pp. 287-302. [10.1445/102509]
Diversità e media. La costruzione dell'alterità e dell'empatia nei media di informazione
Marco Bruno
;Gaia Peruzzi
2021
Abstract
La decisione di dedicare il monografico al tema «media e diversità» richiede, prima di addentrarci nel rapporto tra i due termini della diade, una disamina del secondo vocabolo. Infatti, benché la parola «diversità» sia presente da anni nel dibattito pubblico – diffusa soprattutto in ambito accademico e nel linguaggio tecnico delle politiche europee –, la definizione del concetto nelle scienze sociali rimane vaga. Nella letteratura sociologica, così come in quella a cavallo tra le scienze economiche e dell’organizzazione – dove a far da traino alla sua diffusione sono state le etichette di diversity management prima, e di diversity & inclusion poi –, gli articoli e i libri intitolati a questo concetto (o a una declinazione del medesimo, come «diversità culturale») non si contano. Eppure, basta sfogliare la maggior parte di questi saggi per accorgersi che quasi ovunque la diversità è solo nominata, raramente defini- ta: assunta in modo scontato, essa finisce per funzionare come una cornice suggestiva, ma con poco potere di indicazione. La scelta di fare del concetto di diversità il perno di questo numero – che nasce con il proposito di far emergere istanze comunicative nuove, legate all’evoluzione dei problemi e delle categorie vulnerabili nella nostra società –, impone di soffermarsi sulla sua messa a fuoco, al fine di restituire, mediante la ricostruzione delle sue specificità nel lessico e nello scenario delle politiche della differenza, percezione della sua rilevanza e dell’attualità del tema. La prima parte di questa introduzione sarà dunque dedicata a una disamina del concetto sociologico di diversità. Nel secondo paragrafo si affronteranno poi, mediante il contributo di alcune voci originali intervenute nel dibattito scientifico negli ultimi due decenni, tre prospettive interessanti sul ruolo dei media nella costruzione delle categorie della diversità e dell’em-patia; sentimento, quest’ultimo, che nei processi di riconoscimento e narrazione di queste soggettività vulnerabili gioca un ruolo fondamentale. Infine, nella terza e ultima sezione, presentando i pezzi che compongono questo numero, rifletteremo sullo specifico del discorso e della pratica giornalistica e dell’informazione, come ambito di rappresentazioni ed elaborazioni del nodo tematico e problematico della diversità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.