Con sentenza del 25 novembre 2021 la Corte di giustizia si è pronunciata sulla conformità di un particolare uso della posta elettronica a fini di commercializzazione diretta, il c.d. Inbox Advertising, pratica piuttosto comune tra i gestori di posta elettronica, rispetto alla direttiva 2002/58, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, nonché della direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori. La pronuncia pregiudiziale in esame, limitando le intrusioni pubblicitarie nello spazio digitale utilizzato per la posta elettronica, ha il merito di contribuire a rendere più riservata quella che può essere definita una sfera privata dell’utente, cioè la casella email, che di norma è destinata alla trasmissione e al ricevimento di corrispondenza privata. Tuttavia, la stessa lascia ancora numerose questioni aperte, che offrono degli spunti di riflessione sulla necessità di rendere più efficace la legislazione a tutela della vita privata dei consumatori digitali, tenute presenti le peculiarità di questi ultimi rispetto ai consumatori tradizionali.
Il diritto alla riservatezza del consumatore digitale di nuovo al vaglio del giudice dell'Unione. L'utilizzo della posta elettronica per pratiche di commercializzazione diretta / Battaglia, Francesco. - In: ORDINE INTERNAZIONALE E DIRITTI UMANI. - ISSN 2284-3531. - Osservatorio sulla Corte di giustizia dell’Unione europea 5/2021(2021), pp. 1361-1368.
Il diritto alla riservatezza del consumatore digitale di nuovo al vaglio del giudice dell'Unione. L'utilizzo della posta elettronica per pratiche di commercializzazione diretta
Francesco Battaglia
2021
Abstract
Con sentenza del 25 novembre 2021 la Corte di giustizia si è pronunciata sulla conformità di un particolare uso della posta elettronica a fini di commercializzazione diretta, il c.d. Inbox Advertising, pratica piuttosto comune tra i gestori di posta elettronica, rispetto alla direttiva 2002/58, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche, nonché della direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori. La pronuncia pregiudiziale in esame, limitando le intrusioni pubblicitarie nello spazio digitale utilizzato per la posta elettronica, ha il merito di contribuire a rendere più riservata quella che può essere definita una sfera privata dell’utente, cioè la casella email, che di norma è destinata alla trasmissione e al ricevimento di corrispondenza privata. Tuttavia, la stessa lascia ancora numerose questioni aperte, che offrono degli spunti di riflessione sulla necessità di rendere più efficace la legislazione a tutela della vita privata dei consumatori digitali, tenute presenti le peculiarità di questi ultimi rispetto ai consumatori tradizionali.File | Dimensione | Formato | |
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