La crisi economica globale è un fenomeno ormai ampiamente dibattuto nei discorsi quotidiani, per questo l’approccio delle rappresentazioni sociali (Moscovici, 1961; 1976) si presta a essere un modello teorico appropriato per studiarla da una prospettiva psico-sociale. Mediante la comunicazione si generano le rappresentazioni; questa può avvenire a un livello societale, attraverso i media, ma anche a un livello contestuale e individuale dove la rappresentazione è generata dall’interazione o dal dibattito interno (Castro & Batel, 2008). In uno studio precedente abbiamo riposto l’attenzione sulla rappresentazione sociale della crisi economica costruita da quotidiani italiani, soffermandoci su un livello societale. I principali risultati emersi veicolano letture della crisi come un evento spesso naturalizzato contro cui non è possibile fare nulla, se non subirlo o tentare di arginarlo. Si intende presentare in questa sede uno studio successivo in cui è stata indagata la rappresentazione della crisi economica a partire dalla costruzione da e fra individui. Sono state condotte oltre 40 interviste episodiche (Flick, 2014) da fine 2014 a inizio 2016, coinvolgendo partecipanti bilanciati per genere ed età (giovani, adulti e anziani). Tramite l’età si è operazionalizzata una diversa distanza dall’oggetto “crisi” (Abric, 2001), a partire dall’idea che differenti momenti della vita siano legati a un differente rapporto con il mondo del lavoro, aspetto fortemente connesso alla situazione di crisi (Fortunato, 2013). Le domande erano volte a rispondere all’obiettivo di indagare il contenuto della rappresentazione, come questa venga oggettivata attraverso il linguaggio metaforico ed esplorare il senso di agency. Emergono da un lato voci che esprimono insicurezza e impotenza, dall’altro letture critiche e propositive. Verranno approfonditi i risultati tenendo conto delle diverse variabili considerate e evidenziando analogie e contrasti delle rappresentazioni emerse nei due studi.

La rappresentazione sociale della crisi economica a livello societale e contestuale. Un’analisi su quotidiani e interviste / Rizzoli, Valentina; Diego, Romaioli. - (2016). (Intervento presentato al convegno XIV Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia sociale dell’AIP tenutosi a Napoli).

La rappresentazione sociale della crisi economica a livello societale e contestuale. Un’analisi su quotidiani e interviste

VALENTINA RIZZOLI;
2016

Abstract

La crisi economica globale è un fenomeno ormai ampiamente dibattuto nei discorsi quotidiani, per questo l’approccio delle rappresentazioni sociali (Moscovici, 1961; 1976) si presta a essere un modello teorico appropriato per studiarla da una prospettiva psico-sociale. Mediante la comunicazione si generano le rappresentazioni; questa può avvenire a un livello societale, attraverso i media, ma anche a un livello contestuale e individuale dove la rappresentazione è generata dall’interazione o dal dibattito interno (Castro & Batel, 2008). In uno studio precedente abbiamo riposto l’attenzione sulla rappresentazione sociale della crisi economica costruita da quotidiani italiani, soffermandoci su un livello societale. I principali risultati emersi veicolano letture della crisi come un evento spesso naturalizzato contro cui non è possibile fare nulla, se non subirlo o tentare di arginarlo. Si intende presentare in questa sede uno studio successivo in cui è stata indagata la rappresentazione della crisi economica a partire dalla costruzione da e fra individui. Sono state condotte oltre 40 interviste episodiche (Flick, 2014) da fine 2014 a inizio 2016, coinvolgendo partecipanti bilanciati per genere ed età (giovani, adulti e anziani). Tramite l’età si è operazionalizzata una diversa distanza dall’oggetto “crisi” (Abric, 2001), a partire dall’idea che differenti momenti della vita siano legati a un differente rapporto con il mondo del lavoro, aspetto fortemente connesso alla situazione di crisi (Fortunato, 2013). Le domande erano volte a rispondere all’obiettivo di indagare il contenuto della rappresentazione, come questa venga oggettivata attraverso il linguaggio metaforico ed esplorare il senso di agency. Emergono da un lato voci che esprimono insicurezza e impotenza, dall’altro letture critiche e propositive. Verranno approfonditi i risultati tenendo conto delle diverse variabili considerate e evidenziando analogie e contrasti delle rappresentazioni emerse nei due studi.
2016
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