L’applicazione delle tecniche palinologiche a contesti sedimentari marini rappresenta un valore aggiunto in molte indagini stratigrafiche e paleoclimatiche Quaternarie. Per l’Olocene sono stati finora pubblicati solo pochi record pollinici dai mari italiani, nonostante le notevoli potenzialità che essi dimostrano da un punto di vista biostratigrafico e paleoclimatico. Lo studio del polline fossile è infatti in grado di fornire informazioni complementari a quelle di foraminiferi, nannoplancton, alchenoni e isotopi, estendendo l’interpretazione dei record marini all’ambiente continentale, con i suoi processi legati alle variazioni climatiche, all’impatto antropico e all’usodel territorio. L’analisi integrata del polline fossile e degli indicatori climatici marini, che può essere condotta con una risoluzione temporale subdecennale, offre la possibilità di studiare sulle stesse carote di sedimentogli ecosistemi marini e continentali, e di valutare le differenze nei tempi e nelle modalità di risposta ai cambiamenti climatici. I diagrammi pollinici marini presentano potenzialità peculiari rispetto a molti record continentali perché rappresentano variazioni vegetazionali su scala regionale, non influenzate da processi geomorfologici, sedimentari, edafici e tafonomici locali edagli effetti dell’attività umana in prossimità dei depositi sedimentari. Il confronto tra diagrammi pollinici marini e continentali può quindi costituire un metodo efficace per distinguere gli effetti sulla vegetazione di cambiamenti climatici a scala regionale o continentale da quelli locali prodotti dall’uomo. Nonostante queste prerogative, i record marini olocenici sono in numero esiguo se confrontati ai record continentali. La collaborazione tra geologi marini e palinologi nel Bacino Mediterraneo costituisce quindi un campo ricco di opportunità e di prospettive di ricerca all’avanguardia nello studio dei cambiamenti climatici.
Potenzialità dei diagrammi pollinici marini nello studio di eventi climatici / Magri, Donatella; DI RITA, Federico; Michelangeli, Fabrizio; Lirer, Fabrizio. - (2021). (Intervento presentato al convegno La geologia marina in Italia, Quarto Convegno dei Geologi Marini Italiani - Roma, 25-26 febbraio 2021 tenutosi a Italia) [10.3301/ABSGI.2021.01].
Potenzialità dei diagrammi pollinici marini nello studio di eventi climatici
Magri Donatella
;Di Rita Federico;Michelangeli Fabrizio;Lirer Fabrizio
2021
Abstract
L’applicazione delle tecniche palinologiche a contesti sedimentari marini rappresenta un valore aggiunto in molte indagini stratigrafiche e paleoclimatiche Quaternarie. Per l’Olocene sono stati finora pubblicati solo pochi record pollinici dai mari italiani, nonostante le notevoli potenzialità che essi dimostrano da un punto di vista biostratigrafico e paleoclimatico. Lo studio del polline fossile è infatti in grado di fornire informazioni complementari a quelle di foraminiferi, nannoplancton, alchenoni e isotopi, estendendo l’interpretazione dei record marini all’ambiente continentale, con i suoi processi legati alle variazioni climatiche, all’impatto antropico e all’usodel territorio. L’analisi integrata del polline fossile e degli indicatori climatici marini, che può essere condotta con una risoluzione temporale subdecennale, offre la possibilità di studiare sulle stesse carote di sedimentogli ecosistemi marini e continentali, e di valutare le differenze nei tempi e nelle modalità di risposta ai cambiamenti climatici. I diagrammi pollinici marini presentano potenzialità peculiari rispetto a molti record continentali perché rappresentano variazioni vegetazionali su scala regionale, non influenzate da processi geomorfologici, sedimentari, edafici e tafonomici locali edagli effetti dell’attività umana in prossimità dei depositi sedimentari. Il confronto tra diagrammi pollinici marini e continentali può quindi costituire un metodo efficace per distinguere gli effetti sulla vegetazione di cambiamenti climatici a scala regionale o continentale da quelli locali prodotti dall’uomo. Nonostante queste prerogative, i record marini olocenici sono in numero esiguo se confrontati ai record continentali. La collaborazione tra geologi marini e palinologi nel Bacino Mediterraneo costituisce quindi un campo ricco di opportunità e di prospettive di ricerca all’avanguardia nello studio dei cambiamenti climatici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.