Dai contesti lavorativi ai luoghi dell’educazione, si sta facendo sempre più urgente la domanda sulle competenze che i giovani dovrebbero possedere per affrontare le sfide socio-culturali odierne, rendendoli partecipi di un processo che li riguarda, innanzitutto, come appartenenti alla stessa comunità umana. L’esigenza del mondo del lavoro è quella di avvalersi di figure professionali “trasversali”, con spiccate capacità relazionali e comunicative (Viteritti, 2018); d’altro canto, il mondo dell’educazione è chiamato a formare tali figure professionali. Il presente contributo, che nasce dal progetto di ricerca di dottorato, mira a comprendere in che modo le istituzioni educative (famiglia e scuola) percepiscono e valutano le “competenze relazionali”, cioè quelle che formano lo studente come “cittadino del mondo” (Cunti & Priore, 2019), quelle che necessitano dell’incontro con l’Altro per manifestarsi, avere e donare senso. Se è nella relazione che troviamo il fondamento dell’educazione (Biffi, 2012), allora occuparsene diventa un’urgenza. Nella prima fase si è proceduto all’analisi dei RAV (Rapporto di Autovalutazione) delle scuole DADA (Didattiche per Ambienti Di Apprendimento) selezionate per la ricerca, da cui è emerso il bisogno di investire nella cultura della valutazione e di servirsi di strumenti adeguati. L’attenzione posta in alcuni RAV al racconto di determinati comportamenti degli studenti, considerati positivi e segni di rispetto e di responsabilità verso gli altri, ha fatto emergere l’importanza che queste scuole attribuiscono alla dimensione relazionale. La scelta di determinate competenze relazionali è stata frutto di un confronto tra le descrizioni delle competenze chiave per l’apprendimento permanente (Commissione Europea, 2018) e lo studio dell’OECD sulle Social and Emotional Skills (Chernyshenko, Kankaraš & Drasgow, 2018), per individuare indicatori comportamentali condivisi [Benadusi, su studi internazionali] e per rispondere alle richieste più e meno esplicite rintracciate nei RAV. Il carattere esplorativo della ricerca ha portato alla costruzione di due strumenti: la rubrica di valutazione/autovalutazione delle competenze relazionali destinata ai docenti e agli studenti della scuola secondaria di primo grado e del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado ed il questionario per i genitori. È seguita la consultazione di esperti in merito alle competenze scelte e agli strumenti atti ad indagarle, consultazione che ha condotto alla messa a punto degli strumenti. Nell’ottica della ricerca-formazione, il confronto con gli insegnanti delle scuole è un passaggio fondamentale per la validazione della rubrica, sia durante l’uso che alla fine dell’anno scolastico, in cui si chiuderà il momento di confronto e valutazione tra studenti ed insegnanti. Il tutto nel contesto di "Iterazioni educative democratiche" (Benhabib, 2006).
Educare all’incontro con l’Altro: le competenze relazionali a scuola / DE SANTIS, Cristiana. - (2020), pp. 266-275. (Intervento presentato al convegno Memorie ed Educazione. Identità, Narrazione, Diversità tenutosi a Convegno in via telematica).
Educare all’incontro con l’Altro: le competenze relazionali a scuola
Cristiana, De Santis
Primo
2020
Abstract
Dai contesti lavorativi ai luoghi dell’educazione, si sta facendo sempre più urgente la domanda sulle competenze che i giovani dovrebbero possedere per affrontare le sfide socio-culturali odierne, rendendoli partecipi di un processo che li riguarda, innanzitutto, come appartenenti alla stessa comunità umana. L’esigenza del mondo del lavoro è quella di avvalersi di figure professionali “trasversali”, con spiccate capacità relazionali e comunicative (Viteritti, 2018); d’altro canto, il mondo dell’educazione è chiamato a formare tali figure professionali. Il presente contributo, che nasce dal progetto di ricerca di dottorato, mira a comprendere in che modo le istituzioni educative (famiglia e scuola) percepiscono e valutano le “competenze relazionali”, cioè quelle che formano lo studente come “cittadino del mondo” (Cunti & Priore, 2019), quelle che necessitano dell’incontro con l’Altro per manifestarsi, avere e donare senso. Se è nella relazione che troviamo il fondamento dell’educazione (Biffi, 2012), allora occuparsene diventa un’urgenza. Nella prima fase si è proceduto all’analisi dei RAV (Rapporto di Autovalutazione) delle scuole DADA (Didattiche per Ambienti Di Apprendimento) selezionate per la ricerca, da cui è emerso il bisogno di investire nella cultura della valutazione e di servirsi di strumenti adeguati. L’attenzione posta in alcuni RAV al racconto di determinati comportamenti degli studenti, considerati positivi e segni di rispetto e di responsabilità verso gli altri, ha fatto emergere l’importanza che queste scuole attribuiscono alla dimensione relazionale. La scelta di determinate competenze relazionali è stata frutto di un confronto tra le descrizioni delle competenze chiave per l’apprendimento permanente (Commissione Europea, 2018) e lo studio dell’OECD sulle Social and Emotional Skills (Chernyshenko, Kankaraš & Drasgow, 2018), per individuare indicatori comportamentali condivisi [Benadusi, su studi internazionali] e per rispondere alle richieste più e meno esplicite rintracciate nei RAV. Il carattere esplorativo della ricerca ha portato alla costruzione di due strumenti: la rubrica di valutazione/autovalutazione delle competenze relazionali destinata ai docenti e agli studenti della scuola secondaria di primo grado e del primo biennio della scuola secondaria di secondo grado ed il questionario per i genitori. È seguita la consultazione di esperti in merito alle competenze scelte e agli strumenti atti ad indagarle, consultazione che ha condotto alla messa a punto degli strumenti. Nell’ottica della ricerca-formazione, il confronto con gli insegnanti delle scuole è un passaggio fondamentale per la validazione della rubrica, sia durante l’uso che alla fine dell’anno scolastico, in cui si chiuderà il momento di confronto e valutazione tra studenti ed insegnanti. Il tutto nel contesto di "Iterazioni educative democratiche" (Benhabib, 2006).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.