Il 30 gennaio 2020 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è pronunciata nel caso Studio Monitori and Others v. Georgia (ric. n. 44920/09 e 8942/10), statuendo, conformemente alla sua più recente giurisprudenza, che, alla presenza di determinate condizioni, un diritto di accesso alle informazioni detenute dalla pubblica amministrazione può essere implicitamente desumibile dal dettato all’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Il caso ha costituito per i giudici di Strasburgo una delle prime occasioni per chiarire nel dettaglio la portata normativa dell’Art. 10 così come elaborata dagli stessi nella sentenza relativa al caso Magyar Helsinki Bizottság v. Hungary (ric. n. 18030/11) dello scorso 8 novembre 2016. I giudici tuttavia sviluppano in Studio Monitori una linea argomentativa che, pur richiamando una giurisprudenza ormai in via di consolidamento, aggiunge alcuni piccoli dettagli che sembrano restringere ancor di più la possibilità di enucleare un diritto di accesso alle informazioni dal disposto dell’art. 10. I giudici di Strasburgo adottano nella loro pronuncia una posizione che sembra porsi in netta contraddizione con quella che è l’accezione estensiva della nozione di diritto di accesso fatta propria dallo stesso Consiglio d’Europa e più in generale dagli stessi Stati Membri all’interno dei rispettivi ordinamenti giuridici.

Right to know e Convenzione europea dei diritti dell’uomo. I giudici di Strasburgo infliggono un altro duro colpo al diritto di accesso agli atti della pubblica amministrazione nel caso Studio Monitori e altri c. Georgia / Vona, Fabrizio. - In: ORDINE INTERNAZIONALE E DIRITTI UMANI. - ISSN 2284-3531. - n. 5(2020), pp. 1181-1189.

Right to know e Convenzione europea dei diritti dell’uomo. I giudici di Strasburgo infliggono un altro duro colpo al diritto di accesso agli atti della pubblica amministrazione nel caso Studio Monitori e altri c. Georgia

Vona, Fabrizio
2020

Abstract

Il 30 gennaio 2020 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è pronunciata nel caso Studio Monitori and Others v. Georgia (ric. n. 44920/09 e 8942/10), statuendo, conformemente alla sua più recente giurisprudenza, che, alla presenza di determinate condizioni, un diritto di accesso alle informazioni detenute dalla pubblica amministrazione può essere implicitamente desumibile dal dettato all’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Il caso ha costituito per i giudici di Strasburgo una delle prime occasioni per chiarire nel dettaglio la portata normativa dell’Art. 10 così come elaborata dagli stessi nella sentenza relativa al caso Magyar Helsinki Bizottság v. Hungary (ric. n. 18030/11) dello scorso 8 novembre 2016. I giudici tuttavia sviluppano in Studio Monitori una linea argomentativa che, pur richiamando una giurisprudenza ormai in via di consolidamento, aggiunge alcuni piccoli dettagli che sembrano restringere ancor di più la possibilità di enucleare un diritto di accesso alle informazioni dal disposto dell’art. 10. I giudici di Strasburgo adottano nella loro pronuncia una posizione che sembra porsi in netta contraddizione con quella che è l’accezione estensiva della nozione di diritto di accesso fatta propria dallo stesso Consiglio d’Europa e più in generale dagli stessi Stati Membri all’interno dei rispettivi ordinamenti giuridici.
2020
corte europea dei diritti dell'uomo; right to know; accesso agli atti della pubblica amministrazione
01 Pubblicazione su rivista::01c Nota a sentenza
Right to know e Convenzione europea dei diritti dell’uomo. I giudici di Strasburgo infliggono un altro duro colpo al diritto di accesso agli atti della pubblica amministrazione nel caso Studio Monitori e altri c. Georgia / Vona, Fabrizio. - In: ORDINE INTERNAZIONALE E DIRITTI UMANI. - ISSN 2284-3531. - n. 5(2020), pp. 1181-1189.
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