Within the sphere of Italian and European comics, too often disparaged and relegated to the margins of cultural discourse, Dino Battaglia is considered one of the great masters of what Pratt rightly called «drawn literature», one of the authors who most knew how to focus his artistic research and intellectual reflection on the absolute linguistic value of comics as well as on its otherness compared to the purely verbal language, reflection constantly addressed in his outstanding work. This is even more evident in the many adaptations of great literary texts which make up the bulk of his production, real rewriting which meant for Battaglia the ideal testing ground in which to focus on that stylistic tension, from the unusual design techniques used to a new concept of «architecture» of the plate, which supports the transposition from one to another code. The choice to «rewrite» a lot of the masterpieces of the fantastic genre may thus not be ascribed only to a mere personal preference: if by fantastic we mean along with Todorov a literary genre that makes hesitation and ambiguity its constituent elements, always poised between the adjacent categories of étrange and merveilleux, it's clear that the translation into another language, precisely into that of comics, of the fantastic quid, will require different strategies to revive that vagueness that is essential to the representation both verbal and figurative of the uncanny, sooner than the presence of specific issues and distinctive semantics. The work of transposition that the Venetian artist performs in the last period of his career on several stories by Edgar Allan Poe, one of the most representative author of the nineteenth-century tradition of the genre, therefore proves paradigmatic of this stubborn linguistic research. Therefore, through a detailed comparison with the original texts of Poe, the present study will detect the formal and representative technical strategies used by Battaglia to recreate in the language of comics the disquieting inexplicability that makes his «drawn stories» authentic fantastic works.

All’interno dell’ambito fumettistico italiano ed europeo, troppo spesso denigrato e re- legato ai margini del discorso culturale, Dino Battaglia è unanimemente considerato uno dei grandi maestri di quella che Pratt giustamente definiva «letteratura disegnata», uno degli autori che più ha saputo porre al centro della sua ricerca artistica e intellettuale la riflessione sull’assoluta valenza linguistica del fumetto e sulla sua alterità rispetto al linguaggio puramente verbale, riflessione che ha costantemente indirizzato la sua eccezionale opera. Ciò è ancor più evidente nei tanti adattamenti di grandi testi letterari che costituiscono la parte più rilevante della sua produzione, vere e proprie riscritture che rappresentarono per Battaglia il terreno di sperimentazione ideale dove focalizzarsi su quella tensione stilistica, dalle inusuali tecniche di disegno adoperate a una nuova concezione di «architettura» della tavola, che sorregge la trasposizione dall’uno all’altro codice. Non solo in una mera predilezione personale si iscrive dunque la scelta di «riscrivere» molti capolavori del genere fantastico: se per fantastico intendiamo con Todorov un genere letterario che fa dell’esitazione e dell’ambiguità i suoi elementi costitutivi, sempre in bilico tra le categorie attigue del étrange e del merveilleux, appare chiaro che la traduzione in un altro linguaggio, come appunto quello del fumetto, del quid fantastico necessiterà, prima ancora che della presenza di specifiche tematiche e di una semantica distintiva, di strategie diverse per riproporre quell’indeterminatezza indispensabile ad una rappresentazione, tanto verbale quanto figurativa, del perturbante. Il lavoro di trasposizione che l’artista veneziano compie nell’ultimo periodo della sua carriera su diversi racconti di Edgar Allan Poe, autore tra i più rappresentativi della tradizione ottocentesca del genere, si dimostra dunque paradigmatico di questa ostinata ricerca stilistica; attraverso un puntuale confronto comparativo con i testi originali di Poe, il presente studio andrà dunque a rilevare le strategie formali e le tecniche rappresentative adoperate da Battaglia per ricreare nel linguaggio proprio del fumetto quell’inquietante inesplicabilità che fa dei suoi «racconti disegnati» delle autentiche opere fantastiche.

Uno spettrale e ingiustificato splendore. Il fantastico nelle trasposizioni fumettistiche di Dino Battaglia / Carnevale, D.. - In: BRUMAL. - ISSN 2014-7910. - 5:1(2017), pp. 127-147. [10.5565/rev/brumal.385]

Uno spettrale e ingiustificato splendore. Il fantastico nelle trasposizioni fumettistiche di Dino Battaglia

Carnevale D.
Writing – Original Draft Preparation
2017

Abstract

Within the sphere of Italian and European comics, too often disparaged and relegated to the margins of cultural discourse, Dino Battaglia is considered one of the great masters of what Pratt rightly called «drawn literature», one of the authors who most knew how to focus his artistic research and intellectual reflection on the absolute linguistic value of comics as well as on its otherness compared to the purely verbal language, reflection constantly addressed in his outstanding work. This is even more evident in the many adaptations of great literary texts which make up the bulk of his production, real rewriting which meant for Battaglia the ideal testing ground in which to focus on that stylistic tension, from the unusual design techniques used to a new concept of «architecture» of the plate, which supports the transposition from one to another code. The choice to «rewrite» a lot of the masterpieces of the fantastic genre may thus not be ascribed only to a mere personal preference: if by fantastic we mean along with Todorov a literary genre that makes hesitation and ambiguity its constituent elements, always poised between the adjacent categories of étrange and merveilleux, it's clear that the translation into another language, precisely into that of comics, of the fantastic quid, will require different strategies to revive that vagueness that is essential to the representation both verbal and figurative of the uncanny, sooner than the presence of specific issues and distinctive semantics. The work of transposition that the Venetian artist performs in the last period of his career on several stories by Edgar Allan Poe, one of the most representative author of the nineteenth-century tradition of the genre, therefore proves paradigmatic of this stubborn linguistic research. Therefore, through a detailed comparison with the original texts of Poe, the present study will detect the formal and representative technical strategies used by Battaglia to recreate in the language of comics the disquieting inexplicability that makes his «drawn stories» authentic fantastic works.
2017
All’interno dell’ambito fumettistico italiano ed europeo, troppo spesso denigrato e re- legato ai margini del discorso culturale, Dino Battaglia è unanimemente considerato uno dei grandi maestri di quella che Pratt giustamente definiva «letteratura disegnata», uno degli autori che più ha saputo porre al centro della sua ricerca artistica e intellettuale la riflessione sull’assoluta valenza linguistica del fumetto e sulla sua alterità rispetto al linguaggio puramente verbale, riflessione che ha costantemente indirizzato la sua eccezionale opera. Ciò è ancor più evidente nei tanti adattamenti di grandi testi letterari che costituiscono la parte più rilevante della sua produzione, vere e proprie riscritture che rappresentarono per Battaglia il terreno di sperimentazione ideale dove focalizzarsi su quella tensione stilistica, dalle inusuali tecniche di disegno adoperate a una nuova concezione di «architettura» della tavola, che sorregge la trasposizione dall’uno all’altro codice. Non solo in una mera predilezione personale si iscrive dunque la scelta di «riscrivere» molti capolavori del genere fantastico: se per fantastico intendiamo con Todorov un genere letterario che fa dell’esitazione e dell’ambiguità i suoi elementi costitutivi, sempre in bilico tra le categorie attigue del étrange e del merveilleux, appare chiaro che la traduzione in un altro linguaggio, come appunto quello del fumetto, del quid fantastico necessiterà, prima ancora che della presenza di specifiche tematiche e di una semantica distintiva, di strategie diverse per riproporre quell’indeterminatezza indispensabile ad una rappresentazione, tanto verbale quanto figurativa, del perturbante. Il lavoro di trasposizione che l’artista veneziano compie nell’ultimo periodo della sua carriera su diversi racconti di Edgar Allan Poe, autore tra i più rappresentativi della tradizione ottocentesca del genere, si dimostra dunque paradigmatico di questa ostinata ricerca stilistica; attraverso un puntuale confronto comparativo con i testi originali di Poe, il presente studio andrà dunque a rilevare le strategie formali e le tecniche rappresentative adoperate da Battaglia per ricreare nel linguaggio proprio del fumetto quell’inquietante inesplicabilità che fa dei suoi «racconti disegnati» delle autentiche opere fantastiche.
comics; Dino Battaglia; Edgar Allan Poe; fantastic; transposition
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Uno spettrale e ingiustificato splendore. Il fantastico nelle trasposizioni fumettistiche di Dino Battaglia / Carnevale, D.. - In: BRUMAL. - ISSN 2014-7910. - 5:1(2017), pp. 127-147. [10.5565/rev/brumal.385]
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