La vulnerabilità sismica della dorsale appenninica, messa alla prova dal terremoto del 2016, suggerisce un approccio al tema della “ricostruzione” in queste aree di tipo scenaristico prima che tecnico-operativo, basato su una prefigurazione attendibile di futuri possibili per questi luoghi e per le comunità che le abitano. Gli ingenti danni provocati dal sisma, i vincoli posti dalle normative antisismiche e la necessità di un adeguamento del patrimonio edilizio agli attuali standard abitativi, escludono in molti casi la possibilità di una ri-costruzione dov’era/com’era. Tale consapevolezza, che aumenta l’incertezza sul futuro delle comunità “terremotate”, rende necessaria una riflessione sui modi con cui si dovrà costruire e ri-costruire in relazione alla compenetrazione necessaria tra due aspetti irrinunciabili: la salvaguardia dell’identità dei luoghi perduti e la domanda tangibile di un habitat più adeguato agli attuali bisogni ed aggiornato in termini prestazionali. Il paper sviluppa una riflessione di carattere olistico su nuovi possibili modelli abitativi e processi costruttivi che siano portatori: della riproposizione e del potenziamento dei valori originari di quell’”abitare umano” tipico di questi luoghi; della reinterpretazione dei caratteri del patrimonio edilizio distrutto; di una modernizzazione sostenibile, avendo nell’attuale offerta proveniente dal mondo della produzione per l’edilizia e nel modello oggi condiviso di smart-land due irrinunciabili riferimenti. Su tali premesse il paper illustra, nella seconda parte, gli esiti di una ricerca di carattere scientifico-progettuale in corso di svolgimento presso la Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria” dell’Università di Camerino (SAAD).
(Ri)costruzione post-sisma. Nuovi modelli dell'abitare / Bianchi, Roberto; Ruggiero, Roberto. - (2020), pp. 775-760. (Intervento presentato al convegno IFAU 2018 tenutosi a Pescara).
(Ri)costruzione post-sisma. Nuovi modelli dell'abitare
Roberto Bianchi;
2020
Abstract
La vulnerabilità sismica della dorsale appenninica, messa alla prova dal terremoto del 2016, suggerisce un approccio al tema della “ricostruzione” in queste aree di tipo scenaristico prima che tecnico-operativo, basato su una prefigurazione attendibile di futuri possibili per questi luoghi e per le comunità che le abitano. Gli ingenti danni provocati dal sisma, i vincoli posti dalle normative antisismiche e la necessità di un adeguamento del patrimonio edilizio agli attuali standard abitativi, escludono in molti casi la possibilità di una ri-costruzione dov’era/com’era. Tale consapevolezza, che aumenta l’incertezza sul futuro delle comunità “terremotate”, rende necessaria una riflessione sui modi con cui si dovrà costruire e ri-costruire in relazione alla compenetrazione necessaria tra due aspetti irrinunciabili: la salvaguardia dell’identità dei luoghi perduti e la domanda tangibile di un habitat più adeguato agli attuali bisogni ed aggiornato in termini prestazionali. Il paper sviluppa una riflessione di carattere olistico su nuovi possibili modelli abitativi e processi costruttivi che siano portatori: della riproposizione e del potenziamento dei valori originari di quell’”abitare umano” tipico di questi luoghi; della reinterpretazione dei caratteri del patrimonio edilizio distrutto; di una modernizzazione sostenibile, avendo nell’attuale offerta proveniente dal mondo della produzione per l’edilizia e nel modello oggi condiviso di smart-land due irrinunciabili riferimenti. Su tali premesse il paper illustra, nella seconda parte, gli esiti di una ricerca di carattere scientifico-progettuale in corso di svolgimento presso la Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria” dell’Università di Camerino (SAAD).File | Dimensione | Formato | |
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