Non possono che avere avuto un ruolo determinante sul misticismo rivoluzionario di Gor’kij le barche di legno sui cui tendalini a strisce gialle e bianche si tuffa il cielo più denso del Mediterraneo, quello che avvolge Capri. Quelle visioni sigillano un patto continuo e gaudente tra uomo e natura, quasi fossero amanti avvinghiati dalla paradossale promessa di un presente rigoglioso di piacere che dice: «La gioia cresce in modo meraviglioso, se del mondo ci si compiace tutti insieme». Romanzi, scritti, riflessioni, parole (e qui c’è la mente) e poi passeggiate sugli scogli, pranzi contadini, le agavi a coprire gli occhi (e qui c’è il corpo). Che si tratti di qualcosa di romantico è una potente verità: un gruppo che dibatte sulla necessità di «costruire Dio», di tessere cioè una religione terrena di riscatto che non metta al bando i miracoli ma li produca nella forma di una rivoluzione ascritta a un organismo collettivo, è qualcosa che fa tremare di nostalgia per un tempo che aveva così tanta confidenza col possibile. «Se quell’appassionato fermento che agita gli elementi insoddisfatti della società contemporanea, quella sete di vita, di sole, di armonia sociale, di libertà e solidarietà prenderà il sopravvento, l’umanità imboccherà la strada maestra dello sviluppo estetico», scriveva l’«eretico » Lunacarskij a proposito di quell’esperimento che è «la scuola di Capri».
Scacco matto alla storia sull’isola dei faraglioni / Ferrara, Giovanna. - In: IL MANIFESTO. - ISSN 0025-2158. - (2017).
Scacco matto alla storia sull’isola dei faraglioni
Giovanna Ferrara
2017
Abstract
Non possono che avere avuto un ruolo determinante sul misticismo rivoluzionario di Gor’kij le barche di legno sui cui tendalini a strisce gialle e bianche si tuffa il cielo più denso del Mediterraneo, quello che avvolge Capri. Quelle visioni sigillano un patto continuo e gaudente tra uomo e natura, quasi fossero amanti avvinghiati dalla paradossale promessa di un presente rigoglioso di piacere che dice: «La gioia cresce in modo meraviglioso, se del mondo ci si compiace tutti insieme». Romanzi, scritti, riflessioni, parole (e qui c’è la mente) e poi passeggiate sugli scogli, pranzi contadini, le agavi a coprire gli occhi (e qui c’è il corpo). Che si tratti di qualcosa di romantico è una potente verità: un gruppo che dibatte sulla necessità di «costruire Dio», di tessere cioè una religione terrena di riscatto che non metta al bando i miracoli ma li produca nella forma di una rivoluzione ascritta a un organismo collettivo, è qualcosa che fa tremare di nostalgia per un tempo che aveva così tanta confidenza col possibile. «Se quell’appassionato fermento che agita gli elementi insoddisfatti della società contemporanea, quella sete di vita, di sole, di armonia sociale, di libertà e solidarietà prenderà il sopravvento, l’umanità imboccherà la strada maestra dello sviluppo estetico», scriveva l’«eretico » Lunacarskij a proposito di quell’esperimento che è «la scuola di Capri».File | Dimensione | Formato | |
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