Il contributo analizza la decisione della Commissione africana per i diritti dell’uomo e dei popoli in merito alla comunicazione n. 290/2004 – Open Society Justice Initiative (on behalf of Pius Njawe Noumeni) v. The Republic of Cameroon. La comunicazione, inoltrata dalla ONG, ha ad oggetto la violazione da parte del Camerun del diritto all’informazione e della libertà d’espressione, del divieto di discriminazione e del diritto di proprietà nei confronti della vittima, attivista per la libertà dei media e direttore del giornale radiofonico indipendente Le Messager. L’articolo si concentra, in particolare, sulla violazione del diritto all’informazione e della libertà d’espressione che, alla luce delle circostanze concrete del caso, presenta diversi aspetti di rilevante interesse giuridico. A partire dall’ottobre 2002, la vittima aveva più volte presentato formale domanda per la licenza di broadcasting nella città di Douala al Ministro delle Comunicazioni del Camerun quale autorità competente, secondo la legislazione domestica, a decidere sulla concessione dei permessi di trasmissione radiofonica. Nel 2003, il giornale aveva modificato la domanda originaria a seguito della richiesta del Ministro delle Comunicazioni di cambiare il nome e la natura del programma radiofonico. Il Ministro, tuttavia, negò la possibilità di trasmettere il programma radiofonico sulle frequenze di Douala, sostenendo che il mercato radiofonico della città fosse saturo. A ciò seguì una nuova richiesta della vittima di poter diffondere il giornale radiofonico in una nuova area posta al di fuori di Douala, alla quale, tuttavia, non venne fornita alcuna formale risposta. Inoltre, gli studi di registrazione furono sigillati e sottoposti a sequestro dalle autorità statali. Sotto tale profilo, il caso risulta particolarmente interessante, in quanto l’accertata violazione della libertà d’espressione ha costituito una forma di censura preventiva. Inoltre, il caso in esame ha permesso alla Commissione di pronunciarsi nuovamente sull’interpretazione della libertà d’espressione e, in particolare, sulla questione delle limitazioni consentite dalla Carta africana dei diritti dell’uomo e delle libertà dei popoli, declinando i principi consolidati in materia nello specifico contesto dei media radiofonici. Infine, il caso risulta di particolare rilevanza anche per il carattere sistemico e quasi strutturale della violazione riscontrata che si è riflesso anche sulle misure di riparazione raccomandate al Camerun dalla Commissione.
Libertà di espressione e censura nell'interpretazione della Commissione africana nel caso Open Society Justice Initiative / Castro, Eleonora. - In: ORDINE INTERNAZIONALE E DIRITTI UMANI. - ISSN 2284-3531. - 1/2020:(2020), pp. 163-169.
Libertà di espressione e censura nell'interpretazione della Commissione africana nel caso Open Society Justice Initiative
Eleonora Castro
2020
Abstract
Il contributo analizza la decisione della Commissione africana per i diritti dell’uomo e dei popoli in merito alla comunicazione n. 290/2004 – Open Society Justice Initiative (on behalf of Pius Njawe Noumeni) v. The Republic of Cameroon. La comunicazione, inoltrata dalla ONG, ha ad oggetto la violazione da parte del Camerun del diritto all’informazione e della libertà d’espressione, del divieto di discriminazione e del diritto di proprietà nei confronti della vittima, attivista per la libertà dei media e direttore del giornale radiofonico indipendente Le Messager. L’articolo si concentra, in particolare, sulla violazione del diritto all’informazione e della libertà d’espressione che, alla luce delle circostanze concrete del caso, presenta diversi aspetti di rilevante interesse giuridico. A partire dall’ottobre 2002, la vittima aveva più volte presentato formale domanda per la licenza di broadcasting nella città di Douala al Ministro delle Comunicazioni del Camerun quale autorità competente, secondo la legislazione domestica, a decidere sulla concessione dei permessi di trasmissione radiofonica. Nel 2003, il giornale aveva modificato la domanda originaria a seguito della richiesta del Ministro delle Comunicazioni di cambiare il nome e la natura del programma radiofonico. Il Ministro, tuttavia, negò la possibilità di trasmettere il programma radiofonico sulle frequenze di Douala, sostenendo che il mercato radiofonico della città fosse saturo. A ciò seguì una nuova richiesta della vittima di poter diffondere il giornale radiofonico in una nuova area posta al di fuori di Douala, alla quale, tuttavia, non venne fornita alcuna formale risposta. Inoltre, gli studi di registrazione furono sigillati e sottoposti a sequestro dalle autorità statali. Sotto tale profilo, il caso risulta particolarmente interessante, in quanto l’accertata violazione della libertà d’espressione ha costituito una forma di censura preventiva. Inoltre, il caso in esame ha permesso alla Commissione di pronunciarsi nuovamente sull’interpretazione della libertà d’espressione e, in particolare, sulla questione delle limitazioni consentite dalla Carta africana dei diritti dell’uomo e delle libertà dei popoli, declinando i principi consolidati in materia nello specifico contesto dei media radiofonici. Infine, il caso risulta di particolare rilevanza anche per il carattere sistemico e quasi strutturale della violazione riscontrata che si è riflesso anche sulle misure di riparazione raccomandate al Camerun dalla Commissione.File | Dimensione | Formato | |
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