Il Marsala, di origini antichissime, è considerato uno dei quattro più grandi vini da dessert del mondo, tanto è vero che esso è stato il primo vino ad aver ottenuto in Italia il riconoscimento della DOC [DPR 2 aprile 1969]. Esso viene prodotto esclusivamente nella provincia di Trapani (escluse le isole e il comune di Alcamo) ed è caratterizzato da una gradazione alcolica media di circa 18°. Secondo le disposizioni di legge, il Marsala viene prodotto a partire da vitigni ad uva bianca, quali il Grillo, il Catarratto, l'Inzolia e il Damaschino. Per il Marsala tipo rubino si usano invece le uve nere di cultivar Pignatello, Nerello Mascalese e Calabrese (detto anche Nero d’Avola). Una legge del 1984 [DPR 28 novembre 1984], entrata in vigore tre anni dopo, ha fissato le caratteristiche fondamentali alle quali deve rispondere il Marsala. Le cinque categorie in cui può rientrare sono: • Fine (alcool superiore a 17 gradi ed invecchiato per più di un anno); • Superiore (alcool superiore a 18 gradi ed invecchiato per oltre due anni); • Superiore Riserva (come il precedente ma vecchio di almeno 4 anni e meno acido); • Vergine e/o Soleras (alcool superiore a 18 gradi ed invecchiato cinque anni); • Vergine Soleras Riserva (come il precedente ma invecchiato per almeno 10 anni). Già nel 1844 il Marsala era considerato d’uso farmaceutico; nel 1892 fu inserito nella Farmacopea Ufficiale e negli USA, in pieno proibizionismo, veniva venduto in farmacia per uso medicinale. Tuttavia, pochi sono i riferimenti bibliografici in merito agli aspetti compositivi di questa tipologia di vini [Di Stefano, 1985; Dugo et al., 2004; Dugo et al., 2005]. Considerando che lo studio della composizione qualitativa e quantitativa dei vini riveste particolare importanza, sia perché rappresenta un parametro di qualità e contribuisce a determinare il valore del prodotto, sia perché ci permette di controllare la dose di sostanze assunte con la dieta, si è voluto ricercare alcuni microcostituenti del vino Marsala. In particolare, si è voluto quantificare il tenore di polifenoli (catechine, flavonoidi, stilbeni, acidi fenolici e cinnamici), carboidrati (ramnosio, xilosio, fruttosio, glucosio, saccarosio, lattosio e maltosio) e metalli (Cd, Cu, Pb e Zn) in Marsala DOC e studiare l’eventuale correlazione tra il contenuto di questi elementi ed alcune caratteristiche dei vini.

Caratterizzazione di microcostituenti in varietà di vini Marsala / LA TORRE, G. L.; Rando, R; Salvo, A.; Saitta, M; DUGO G., Mo. - (2007), pp. 427-431. (Intervento presentato al convegno VI Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti tenutosi a Alba (Cuneo)).

Caratterizzazione di microcostituenti in varietà di vini Marsala

SALVO A.
Formal Analysis
;
2007

Abstract

Il Marsala, di origini antichissime, è considerato uno dei quattro più grandi vini da dessert del mondo, tanto è vero che esso è stato il primo vino ad aver ottenuto in Italia il riconoscimento della DOC [DPR 2 aprile 1969]. Esso viene prodotto esclusivamente nella provincia di Trapani (escluse le isole e il comune di Alcamo) ed è caratterizzato da una gradazione alcolica media di circa 18°. Secondo le disposizioni di legge, il Marsala viene prodotto a partire da vitigni ad uva bianca, quali il Grillo, il Catarratto, l'Inzolia e il Damaschino. Per il Marsala tipo rubino si usano invece le uve nere di cultivar Pignatello, Nerello Mascalese e Calabrese (detto anche Nero d’Avola). Una legge del 1984 [DPR 28 novembre 1984], entrata in vigore tre anni dopo, ha fissato le caratteristiche fondamentali alle quali deve rispondere il Marsala. Le cinque categorie in cui può rientrare sono: • Fine (alcool superiore a 17 gradi ed invecchiato per più di un anno); • Superiore (alcool superiore a 18 gradi ed invecchiato per oltre due anni); • Superiore Riserva (come il precedente ma vecchio di almeno 4 anni e meno acido); • Vergine e/o Soleras (alcool superiore a 18 gradi ed invecchiato cinque anni); • Vergine Soleras Riserva (come il precedente ma invecchiato per almeno 10 anni). Già nel 1844 il Marsala era considerato d’uso farmaceutico; nel 1892 fu inserito nella Farmacopea Ufficiale e negli USA, in pieno proibizionismo, veniva venduto in farmacia per uso medicinale. Tuttavia, pochi sono i riferimenti bibliografici in merito agli aspetti compositivi di questa tipologia di vini [Di Stefano, 1985; Dugo et al., 2004; Dugo et al., 2005]. Considerando che lo studio della composizione qualitativa e quantitativa dei vini riveste particolare importanza, sia perché rappresenta un parametro di qualità e contribuisce a determinare il valore del prodotto, sia perché ci permette di controllare la dose di sostanze assunte con la dieta, si è voluto ricercare alcuni microcostituenti del vino Marsala. In particolare, si è voluto quantificare il tenore di polifenoli (catechine, flavonoidi, stilbeni, acidi fenolici e cinnamici), carboidrati (ramnosio, xilosio, fruttosio, glucosio, saccarosio, lattosio e maltosio) e metalli (Cd, Cu, Pb e Zn) in Marsala DOC e studiare l’eventuale correlazione tra il contenuto di questi elementi ed alcune caratteristiche dei vini.
2007
VI Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti
polifenoli, vino marsala, hplc
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Caratterizzazione di microcostituenti in varietà di vini Marsala / LA TORRE, G. L.; Rando, R; Salvo, A.; Saitta, M; DUGO G., Mo. - (2007), pp. 427-431. (Intervento presentato al convegno VI Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti tenutosi a Alba (Cuneo)).
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