Obiettivo della ricerca è individuare quale ruolo può ricoprire il progetto architettonico in un tema come quello del carcere in cui “l’ordine formale prefissato” sembra essere quasi soffocante rispetto “all’ordine formale che proviene dalle cose” . Il dibattito architettonico è rimasto per lungo tempo inerme di fronte a tale tematica, lasciando spazio per lo più a scelte di ordine tecnocratico. Più nello specifico, la ricerca intende concentrarsi sulla dimensione dello spazio detentivo femminile: può l’architettura attraverso gli strumenti che le sono propri proporre una spazialità adeguata alla detenzione femminile? In sintesi si pone al centro della ricerca l’individuazione di temi spaziali centrali per l’elaborazione di linee guida progettuali rivolte principalmente ad un intervento sull’esistente. Il percorso di ricerca ha evidenziato che uno sguardo complessivo al tema, quindi non solamente legato alla dimensione femminile, costituisse una premessa necessaria per elaborare una serie di strumenti utili alla circoscrizione più specifica del tema: la questione delle donne in carcere. Se in un primo momento quindi questa specificità sembra perdere di forza in realtà è stata sempre sottesa al processo di indagine, ritornando poi nel lavoro svolto presso la Casa Circondariale Femminile di Roma Rebibbia. Pertanto la ricerca segue un doppio registro, generale e femminile, che ha scandito l’evoluzione della tesi, nell’alternanza di fasi dai confini meno marcati a quelle più nitidamente definite.

Architettura per il carcere. Lo spazio della pena e dell'abitare (femminile) / Gorgo, Letizia. - (2020 Feb 20).

Architettura per il carcere. Lo spazio della pena e dell'abitare (femminile)

GORGO, LETIZIA
20/02/2020

Abstract

Obiettivo della ricerca è individuare quale ruolo può ricoprire il progetto architettonico in un tema come quello del carcere in cui “l’ordine formale prefissato” sembra essere quasi soffocante rispetto “all’ordine formale che proviene dalle cose” . Il dibattito architettonico è rimasto per lungo tempo inerme di fronte a tale tematica, lasciando spazio per lo più a scelte di ordine tecnocratico. Più nello specifico, la ricerca intende concentrarsi sulla dimensione dello spazio detentivo femminile: può l’architettura attraverso gli strumenti che le sono propri proporre una spazialità adeguata alla detenzione femminile? In sintesi si pone al centro della ricerca l’individuazione di temi spaziali centrali per l’elaborazione di linee guida progettuali rivolte principalmente ad un intervento sull’esistente. Il percorso di ricerca ha evidenziato che uno sguardo complessivo al tema, quindi non solamente legato alla dimensione femminile, costituisse una premessa necessaria per elaborare una serie di strumenti utili alla circoscrizione più specifica del tema: la questione delle donne in carcere. Se in un primo momento quindi questa specificità sembra perdere di forza in realtà è stata sempre sottesa al processo di indagine, ritornando poi nel lavoro svolto presso la Casa Circondariale Femminile di Roma Rebibbia. Pertanto la ricerca segue un doppio registro, generale e femminile, che ha scandito l’evoluzione della tesi, nell’alternanza di fasi dai confini meno marcati a quelle più nitidamente definite.
20-feb-2020
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