La Fondazione Roma Sapienza, in occasione delle celebrazioni per il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, ha inteso commemorare, con la riedizione anastatica dell’opuscolo del 1921, gli studenti e i professori caduti durante il conflitto e, idealmente, tutti i membri dell’Ateneo romano, che, sin dalla Prima Guerra d’Indipendenza, hanno offerto la loro vita per la difesa del Paese, compiendo ciò che l’Articolo 52 della Costituzione repubblicana definisce “sacro dovere del cittadino”. La Sapienza ricorda quel sacrificio, che richiama le tradizioni del Battaglione Universitario Romano del 1848, con l’obiettivo di ribadire con fermezza il precetto costituzionale dell’Articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” consentendo, tra l’altro, “in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. In questa prospettiva il doveroso ricordo della fine della guerra 1915-1918 costituisce per tutti anche un monito ad implementare il progetto e le strutture dell’Unione europea, che hanno assicurato per più di settant’anni la pace tra i componenti delle nazioni del Continente che in quel conflitto si erano confrontate.
Le medaglie d'oro della Sapienza / Sciarrone, Roberto. - (2020), pp. 74-95. (Intervento presentato al convegno 1918: la Sapienza, la Prima Guerra Mondiale e la Pace tenutosi a Roma).
Le medaglie d'oro della Sapienza
Roberto Sciarrone
2020
Abstract
La Fondazione Roma Sapienza, in occasione delle celebrazioni per il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, ha inteso commemorare, con la riedizione anastatica dell’opuscolo del 1921, gli studenti e i professori caduti durante il conflitto e, idealmente, tutti i membri dell’Ateneo romano, che, sin dalla Prima Guerra d’Indipendenza, hanno offerto la loro vita per la difesa del Paese, compiendo ciò che l’Articolo 52 della Costituzione repubblicana definisce “sacro dovere del cittadino”. La Sapienza ricorda quel sacrificio, che richiama le tradizioni del Battaglione Universitario Romano del 1848, con l’obiettivo di ribadire con fermezza il precetto costituzionale dell’Articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” consentendo, tra l’altro, “in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. In questa prospettiva il doveroso ricordo della fine della guerra 1915-1918 costituisce per tutti anche un monito ad implementare il progetto e le strutture dell’Unione europea, che hanno assicurato per più di settant’anni la pace tra i componenti delle nazioni del Continente che in quel conflitto si erano confrontate.File | Dimensione | Formato | |
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