Nel più ampio quadro di riferimento del turismo urbano, un caso speciale è rappresentato da quel cluster di città noto come “città d’arte”. Queste sono definite dalla presenza di asset culturali – artistici identitari (es. Colosseo per Roma), che, soli, possono valere come attrattori preminenti, se non esclusivi, delle scelte di visita del turista urbano. Un sub cluster di queste, infine, è rappresentato dalle città Patrimonio Mondiale Unesco che si caratterizzano per l’elevato grado di notorietà mondiale e la rigidità imposta nella gestione degli asset culturali -artistici. Questi riconoscimenti e tutele offrono indiscutibili e importanti vantaggi in termini di posizionamento, conservazione, valorizzazione e visibilità, ma rischiano di irrigidire sia il ventaglio delle possibili aspettative pre viaggio dei turisti che la varietà di esperienze fruibili. Il tema del turismo urbano in Italia presenta degli elementi di peculiarità importanti. Innanzitutto la sua interpretazione pressoché coincidente con il turismo culturale e delle città d’arte. Questa circostanza costituisce, infatti, un significativo limite interpretativo ma anche gestionale del turismo nelle città. Il turista urbano ha uno spettro di motivazioni che includono anche quella culturale ma non si esauriscono con questa. Relegare il turismo delle città d’arte a turismo culturale significa focalizzarsi su un importante e, in questo momento prioritario mercato, senza, tuttavia, tener conto dei cambiamenti in corso e già avvenuti nella domanda mondiale di turismo urbano. Alcune delle conseguenze sono evidenti: dalla necessità di gestire emergenze di carico antropico, tutela e conservazione del patrimonio storico e artistico nei periodi di maggior afflusso, coincidenti con lo spopolamento di alcune aree o città (si pensi a Venezia), fino al tema diffuso e riguardante molti centri minori e piccole città d’arte dello spopolamento dei centri storici e conseguente degrado, che neanche il turismo è in grado di compensare. Il presente contributo intende analizzare la rilevanza dell’ambiente “centro storico” e della sua atmosfera nell’esperienza di shopping del turista. Lo scopo è individuare quali dimensioni e aspetti relativi, alla fruizione multidimensionale dello spazio possano essere valorizzati, secondo l’ottica di rigenerazione urbana basata sull’interazione sociale con lo spazio urbano che caratterizza il turista postmoderno.
Lo shopping conta? Il centro storico delle città d'arte come ambiente di shopping e il suo impatto sulla soddisfazione del turista / Mattiacci, A.; Sfodera, F.; Mingo, I.. - (2018), pp. 663-672.
Lo shopping conta? Il centro storico delle città d'arte come ambiente di shopping e il suo impatto sulla soddisfazione del turista
Mattiacci A.;Sfodera F.
;Mingo I.
2018
Abstract
Nel più ampio quadro di riferimento del turismo urbano, un caso speciale è rappresentato da quel cluster di città noto come “città d’arte”. Queste sono definite dalla presenza di asset culturali – artistici identitari (es. Colosseo per Roma), che, soli, possono valere come attrattori preminenti, se non esclusivi, delle scelte di visita del turista urbano. Un sub cluster di queste, infine, è rappresentato dalle città Patrimonio Mondiale Unesco che si caratterizzano per l’elevato grado di notorietà mondiale e la rigidità imposta nella gestione degli asset culturali -artistici. Questi riconoscimenti e tutele offrono indiscutibili e importanti vantaggi in termini di posizionamento, conservazione, valorizzazione e visibilità, ma rischiano di irrigidire sia il ventaglio delle possibili aspettative pre viaggio dei turisti che la varietà di esperienze fruibili. Il tema del turismo urbano in Italia presenta degli elementi di peculiarità importanti. Innanzitutto la sua interpretazione pressoché coincidente con il turismo culturale e delle città d’arte. Questa circostanza costituisce, infatti, un significativo limite interpretativo ma anche gestionale del turismo nelle città. Il turista urbano ha uno spettro di motivazioni che includono anche quella culturale ma non si esauriscono con questa. Relegare il turismo delle città d’arte a turismo culturale significa focalizzarsi su un importante e, in questo momento prioritario mercato, senza, tuttavia, tener conto dei cambiamenti in corso e già avvenuti nella domanda mondiale di turismo urbano. Alcune delle conseguenze sono evidenti: dalla necessità di gestire emergenze di carico antropico, tutela e conservazione del patrimonio storico e artistico nei periodi di maggior afflusso, coincidenti con lo spopolamento di alcune aree o città (si pensi a Venezia), fino al tema diffuso e riguardante molti centri minori e piccole città d’arte dello spopolamento dei centri storici e conseguente degrado, che neanche il turismo è in grado di compensare. Il presente contributo intende analizzare la rilevanza dell’ambiente “centro storico” e della sua atmosfera nell’esperienza di shopping del turista. Lo scopo è individuare quali dimensioni e aspetti relativi, alla fruizione multidimensionale dello spazio possano essere valorizzati, secondo l’ottica di rigenerazione urbana basata sull’interazione sociale con lo spazio urbano che caratterizza il turista postmoderno.File | Dimensione | Formato | |
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