Il lavoro indaga il sistema di relazioni che lega il fenomeno architettonico al territorio su cui si radica e alla lunga storia di trasformazioni che ha condotto alla sua attuale fisionomia. A partire dall’osservazione dei suoli, interpretati nelle due accezioni, tra loro intimamente connesse, di risorsa materiale – potremmo dire tecnica – e di patrimonio storico, la tesi rinsalda il rapporto tra l’istanza narrativa dell’architettura e la sua natura tettonica e costruttiva. Il portato narrativo, riconosciuto in modo unanime nel paesaggio, infatti, risiede in buona parte nel sistema di relazioni che i segni dell’uomo sulla terra istituiscono con le componenti ambientali; prima fra tutte, il suolo, che è, per l’architettura costruita, il luogo di fondazione e dunque il primo vincolo ambientale con cui essa è chiamata tecnicamente a confrontarsi. Sulla base di questi presupposti, la tesi definisce il racconto topografico, che l’architettura reifica, come l’espressione, la messa in forma, del rapporto tra risorsa e trasformazione, tra vincolo e possibilità. A confermare l’imprescindibilità di tale nesso, il reiterarsi, nella storia millenaria delle manifestazioni antropiche, di certe strutture formali e di precise logiche insediative, di cui il suolo conserva testimonianze tangibili: si fonda su questo assunto l’idea che la geografia sia di per sé storica. Il lavoro indaga, così, i termini del rapporto tra lettura dell’ambiente costruito e progetto delle trasformazioni a venire; con questa finalità, si delinea la focale della lente topografica, strumento attraverso cui la ricerca – mantenendo sullo sfondo la domanda di carattere generale – discende nell’analisi circoscritta a due casi ritenuti emblematici: il Sacro Bosco di Bomarzo e il giardino funerario Östra Kyrkogården di Malmö. Lo scopo ultimo di questo lavoro è quello di riconoscere nel progetto di suolo un potenziale di significato di cui è opportuno ripercorrere i termini, con l’obiettivo di tracciare le basi di un futuro possibile per il progetto contemporaneo.

Il suolo abitato. L'architettura come racconto topografico / Cervini, Giulia. - (2019 Sep 25).

Il suolo abitato. L'architettura come racconto topografico

CERVINI, GIULIA
25/09/2019

Abstract

Il lavoro indaga il sistema di relazioni che lega il fenomeno architettonico al territorio su cui si radica e alla lunga storia di trasformazioni che ha condotto alla sua attuale fisionomia. A partire dall’osservazione dei suoli, interpretati nelle due accezioni, tra loro intimamente connesse, di risorsa materiale – potremmo dire tecnica – e di patrimonio storico, la tesi rinsalda il rapporto tra l’istanza narrativa dell’architettura e la sua natura tettonica e costruttiva. Il portato narrativo, riconosciuto in modo unanime nel paesaggio, infatti, risiede in buona parte nel sistema di relazioni che i segni dell’uomo sulla terra istituiscono con le componenti ambientali; prima fra tutte, il suolo, che è, per l’architettura costruita, il luogo di fondazione e dunque il primo vincolo ambientale con cui essa è chiamata tecnicamente a confrontarsi. Sulla base di questi presupposti, la tesi definisce il racconto topografico, che l’architettura reifica, come l’espressione, la messa in forma, del rapporto tra risorsa e trasformazione, tra vincolo e possibilità. A confermare l’imprescindibilità di tale nesso, il reiterarsi, nella storia millenaria delle manifestazioni antropiche, di certe strutture formali e di precise logiche insediative, di cui il suolo conserva testimonianze tangibili: si fonda su questo assunto l’idea che la geografia sia di per sé storica. Il lavoro indaga, così, i termini del rapporto tra lettura dell’ambiente costruito e progetto delle trasformazioni a venire; con questa finalità, si delinea la focale della lente topografica, strumento attraverso cui la ricerca – mantenendo sullo sfondo la domanda di carattere generale – discende nell’analisi circoscritta a due casi ritenuti emblematici: il Sacro Bosco di Bomarzo e il giardino funerario Östra Kyrkogården di Malmö. Lo scopo ultimo di questo lavoro è quello di riconoscere nel progetto di suolo un potenziale di significato di cui è opportuno ripercorrere i termini, con l’obiettivo di tracciare le basi di un futuro possibile per il progetto contemporaneo.
25-set-2019
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Tesi_dottorato_Cervini.pdf

accesso aperto

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 20.9 MB
Formato Adobe PDF
20.9 MB Adobe PDF

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1311610
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact