In The Tested Woman Plot, Lois Bueler esplora la trama classica che vede il personaggio femminile collocato di fronte a una serie di prove. Bueler si concentra sulla letteratura del Rinascimento ma nota che affinità possono esistere tra testi geograficamente e temporalmente distanti (Bueler 2001). È possibile considerare che condizioni socio-culturali in epoche più recenti fungano da contesto altrettanto fertile per la proliferazione di narrativa che possa identificarsi con questo modello? Marina Sorina, autrice di Voglio un marito italiano, descrive la nascita del proprio romanzo come «una sorta di intelaiatura» (dall'intervista con l'autrice). Le trame, osserva l'autrice, seguono una logica: «[qui] c'è un abisso, qui si risale». La sua osservazione rivela una consapevolezza profonda di quella grammatica che regola la narrazione rendendole possibile suscitare emozioni, ma anche far interagire l'universo emotivo di chi legge con quello delle credenze (Nussbaum 2012) . Il romanzo di Sorina contiene molti elementi descritti da Bueler: la stessa autrice parla dell'intento di «riprodurre con materiale moderno il classico schema della vergine [...] rapita che passa mille situazioni». Questo caso non è unico: esiste una casistica di opere letterarie prodotte da autrici italofone la cui trama presenta una struttura analoga. Con alcune sfumature: non solo la questione della castità, al centro dello schema analizzato da Bueler, non viene presa alla lettera, ma non sembra scontata nemmeno quella candida vittoria del sistema patriarcale prevista a conclusione di tale “romanzo di prove al femminile”. L'operazione messa in atto in simili opere risulta allora curiosa, dal momento che il testo presenta una tensione tra forma e contenuto. Uno spunto di analisi potrebbe provenire da un saggio di Jay Clayton sulla letteratura delle minoranze afro-americane. Il crescente interesse tra questi autori verso forme di narrazione che richiamano la tradizione non sarebbe da interpretare come una tendenza al conservatorismo o ritorno a «moral fiction» (Clayton 1994). Proprio le posizioni radicali e i sentimenti rivoluzionari si troverebbero a proprio agio dentro forme convenzionali. L'aderenza alla struttura non sarebbe sufficiente a confondere discorsi tradizionali con quelli minoritari nel momento in cui si individua chi utilizza tale forma, in che modo, con quale scopo.

Messe alla prova: autrici migranti, trame ricorrenti / Belozorovich, Anna. - (2017), pp. 97-106. (Intervento presentato al convegno Critica clandestina? Studi letterari femministi in Italia tenutosi a Rome; Italy) [10.13133/9788893770378].

Messe alla prova: autrici migranti, trame ricorrenti

anna belozorovich
2017

Abstract

In The Tested Woman Plot, Lois Bueler esplora la trama classica che vede il personaggio femminile collocato di fronte a una serie di prove. Bueler si concentra sulla letteratura del Rinascimento ma nota che affinità possono esistere tra testi geograficamente e temporalmente distanti (Bueler 2001). È possibile considerare che condizioni socio-culturali in epoche più recenti fungano da contesto altrettanto fertile per la proliferazione di narrativa che possa identificarsi con questo modello? Marina Sorina, autrice di Voglio un marito italiano, descrive la nascita del proprio romanzo come «una sorta di intelaiatura» (dall'intervista con l'autrice). Le trame, osserva l'autrice, seguono una logica: «[qui] c'è un abisso, qui si risale». La sua osservazione rivela una consapevolezza profonda di quella grammatica che regola la narrazione rendendole possibile suscitare emozioni, ma anche far interagire l'universo emotivo di chi legge con quello delle credenze (Nussbaum 2012) . Il romanzo di Sorina contiene molti elementi descritti da Bueler: la stessa autrice parla dell'intento di «riprodurre con materiale moderno il classico schema della vergine [...] rapita che passa mille situazioni». Questo caso non è unico: esiste una casistica di opere letterarie prodotte da autrici italofone la cui trama presenta una struttura analoga. Con alcune sfumature: non solo la questione della castità, al centro dello schema analizzato da Bueler, non viene presa alla lettera, ma non sembra scontata nemmeno quella candida vittoria del sistema patriarcale prevista a conclusione di tale “romanzo di prove al femminile”. L'operazione messa in atto in simili opere risulta allora curiosa, dal momento che il testo presenta una tensione tra forma e contenuto. Uno spunto di analisi potrebbe provenire da un saggio di Jay Clayton sulla letteratura delle minoranze afro-americane. Il crescente interesse tra questi autori verso forme di narrazione che richiamano la tradizione non sarebbe da interpretare come una tendenza al conservatorismo o ritorno a «moral fiction» (Clayton 1994). Proprio le posizioni radicali e i sentimenti rivoluzionari si troverebbero a proprio agio dentro forme convenzionali. L'aderenza alla struttura non sarebbe sufficiente a confondere discorsi tradizionali con quelli minoritari nel momento in cui si individua chi utilizza tale forma, in che modo, con quale scopo.
2017
Critica clandestina? Studi letterari femministi in Italia
letteratura italofona; scrittura femminile; critica femminista
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Messe alla prova: autrici migranti, trame ricorrenti / Belozorovich, Anna. - (2017), pp. 97-106. (Intervento presentato al convegno Critica clandestina? Studi letterari femministi in Italia tenutosi a Rome; Italy) [10.13133/9788893770378].
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