La ricognizione delle ricerche effettuate sul territorio nazionale sul lavoro minorile lascia sostanzialmente emergere la lenta ma progressiva metamorfosi alla quale il fenomeno è andato incontro. Negli anni ‘60, quando esso divenne oggetto delle indagini empiriche di sociologi, educatori, economisti e psicologi, fino alla fine degli anni ‘70, il lavoro minorile era un fenomeno circoscritto alle fasce socioeconomiche più indigenti della popolazione. Oggi presenta caratteristiche profondamente diverse. Innanzitutto, secondo le stime effettuate, si è estesa la quota di lavoratori tra i minori in età di obbligo scolastico. Ciò è dovuto principalmente alla tendenza dei minori ad entrare nel mercato del lavoro, non più per sostenere il nucleo familiare ma per mantenere determinati livelli di consumo raggiunti dal nucleo familiare. A questo si associa il mutamento dei valori di riferimento che si manifesta, fra i giovani, con un più spiccato interesse per qualsiasi forma di consumo, e fra gli adulti con una maggiore tolleranza nei confronti del lavoro minorile, purché questo non disincentivi l’impegno scolastico. L’accettazione del lavoro minorile, in questi casi, è argomentata dai genitori con la credenza che il lavoro in età precoce faciliti il futuro professionale dei figli e li educhi ad un giusto rapporto con il denaro e con il consumo. L’aumento della percentuale di minori che lavorano è spiegabile anche con l’incremento della popolazione immigrata, ed in particolare di alcuni gruppi etnici (marocchini, cinesi e rom) presso i quali è ampiamente diffuso il lavoro dei bambini. Una nuova rilevante caratteristica del fenomeno in Italia è che la quota maggiore di minori che lavorano non si trova più nelle aree più arretrate del meridione, bensì nelle aree periferiche delle regioni centrosettentrionali, zone caratterizzate da uno sviluppo industriale diffuso, fondato su aziende di piccole o piccolissime dimensioni a conduzione familiare che operano nei settori tradizionali.
Il lavoro minorile in Italia: ricerche, problemi, prospettive / Nobile, Stefano; Sebastiani, G.. - In: DIFESA SOCIALE. - ISSN 0012-2653. - STAMPA. - 2:(2001), pp. 7-33.
Il lavoro minorile in Italia: ricerche, problemi, prospettive
NOBILE, STEFANO;
2001
Abstract
La ricognizione delle ricerche effettuate sul territorio nazionale sul lavoro minorile lascia sostanzialmente emergere la lenta ma progressiva metamorfosi alla quale il fenomeno è andato incontro. Negli anni ‘60, quando esso divenne oggetto delle indagini empiriche di sociologi, educatori, economisti e psicologi, fino alla fine degli anni ‘70, il lavoro minorile era un fenomeno circoscritto alle fasce socioeconomiche più indigenti della popolazione. Oggi presenta caratteristiche profondamente diverse. Innanzitutto, secondo le stime effettuate, si è estesa la quota di lavoratori tra i minori in età di obbligo scolastico. Ciò è dovuto principalmente alla tendenza dei minori ad entrare nel mercato del lavoro, non più per sostenere il nucleo familiare ma per mantenere determinati livelli di consumo raggiunti dal nucleo familiare. A questo si associa il mutamento dei valori di riferimento che si manifesta, fra i giovani, con un più spiccato interesse per qualsiasi forma di consumo, e fra gli adulti con una maggiore tolleranza nei confronti del lavoro minorile, purché questo non disincentivi l’impegno scolastico. L’accettazione del lavoro minorile, in questi casi, è argomentata dai genitori con la credenza che il lavoro in età precoce faciliti il futuro professionale dei figli e li educhi ad un giusto rapporto con il denaro e con il consumo. L’aumento della percentuale di minori che lavorano è spiegabile anche con l’incremento della popolazione immigrata, ed in particolare di alcuni gruppi etnici (marocchini, cinesi e rom) presso i quali è ampiamente diffuso il lavoro dei bambini. Una nuova rilevante caratteristica del fenomeno in Italia è che la quota maggiore di minori che lavorano non si trova più nelle aree più arretrate del meridione, bensì nelle aree periferiche delle regioni centrosettentrionali, zone caratterizzate da uno sviluppo industriale diffuso, fondato su aziende di piccole o piccolissime dimensioni a conduzione familiare che operano nei settori tradizionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.