La tesi intende ricostruire il profilo intellettuale di Fausta Cialente (1896-1994) assumendo come oggetto l'indagine dei romanzi, forma prediletta e costantemente esercitata dall'autrice, intesi come corpus di testi connotati da caratteri e istanze originali rispetto alle tendenze narrative del Novecento italiano. Attraverso un andamento cronologico che individua tre grandi fasi dell'esperienza e della scrittura, la prima parte del lavoro introduce la progettualità dell'autrice nel contesto politico-culturale contemporaneo, evidenziando le relazioni, gli incontri, le occasioni della scrittura e dell'impegno, il rapporto con gli editori e con i media, la visibilità della sua figura e la fortuna delle sue opere. Interrogando la sua assenza dai canoni della tradizione letteraria, il volume si propone di restituire il valore di una presenza continua e determinante, il ruolo di un'intellettuale che è stata testimone e 1 interprete di quasi un secolo di fenomeni sociali e culturali, a contatto con grandi protagonisti della letteratura e della politica. In assenza di un archivio letterario conservato e tramandato da Cialente, la ricerca ha interrogato la memoria dei suoi interlocutori: amici, collaboratori, editori, segreterie editoriali, archivi istituzionali. Il confronto fra fonti documentarie inedite ha permesso di recuperare, insieme al profilo biografico dell'autrice, la genesi e la fortuna delle sue opere. Dal 1930 al 1982 i sei volumi dei romanzi delineano un percorso di scrittura coerente e riconoscibile a livello strutturale, linguistico, tematico. Ambientati in Italia (Natalia, Un inverno freddissimo, Le quattro ragazze Wieselberger) e in Egitto (Cortile a Cleopatra, Ballata Levantina, Il vento sulla sabbia), definiscono un esercizio letterario personale estremamente legato agli itinerari dell'esperienza, raramente in sintonia con le tendenze contemporanee e con i favori del grande pubblico. Nella seconda parte del volume la prospettiva storica lascia spazio ad un'analisi sistematica delle singole opere, al fine di evidenziarne la struttura e le caratteristiche formali, il rapporto con la tradizione e il sistema dei generi letterari, la ricorrenza di elementi intertestuali. Lo studio dei testi suggerisce, nella molteplicità degli esiti, la continuità di un gesto formale consapevole e coerente, determinato dalla continuità di elementi tematici e stilistici e orientato nel tempo attraverso il confronto con i modelli discorsivi del romanzo di formazione e del romanzo storico. A partire da questi due riferimenti essenziali, nel romanzo di Cialente la vocazione per la focalizzazione interiore del racconto si combina con la resa di ambienti e contesti storici, determinando una scrittura tesa all'argomentazione etico-politica e, insieme, aperta verso un orizzonte lirico. Autrice esclusivamente narrativa e dichiaratamente antisperimentale, Cialente rinnova la fiducia nella forma romanzo facendone un irrinunciabile dispositivo di significazione morale e civile, capace di farsi racconto del presente e resistere alla fragilità conoscitiva ed enunciativa del Novecento.

Narrare il Novecento. Il romanzo di Fausta Cialente / Rubini, Francesca. - (2017 Feb 27).

Narrare il Novecento. Il romanzo di Fausta Cialente

RUBINI, Francesca
27/02/2017

Abstract

La tesi intende ricostruire il profilo intellettuale di Fausta Cialente (1896-1994) assumendo come oggetto l'indagine dei romanzi, forma prediletta e costantemente esercitata dall'autrice, intesi come corpus di testi connotati da caratteri e istanze originali rispetto alle tendenze narrative del Novecento italiano. Attraverso un andamento cronologico che individua tre grandi fasi dell'esperienza e della scrittura, la prima parte del lavoro introduce la progettualità dell'autrice nel contesto politico-culturale contemporaneo, evidenziando le relazioni, gli incontri, le occasioni della scrittura e dell'impegno, il rapporto con gli editori e con i media, la visibilità della sua figura e la fortuna delle sue opere. Interrogando la sua assenza dai canoni della tradizione letteraria, il volume si propone di restituire il valore di una presenza continua e determinante, il ruolo di un'intellettuale che è stata testimone e 1 interprete di quasi un secolo di fenomeni sociali e culturali, a contatto con grandi protagonisti della letteratura e della politica. In assenza di un archivio letterario conservato e tramandato da Cialente, la ricerca ha interrogato la memoria dei suoi interlocutori: amici, collaboratori, editori, segreterie editoriali, archivi istituzionali. Il confronto fra fonti documentarie inedite ha permesso di recuperare, insieme al profilo biografico dell'autrice, la genesi e la fortuna delle sue opere. Dal 1930 al 1982 i sei volumi dei romanzi delineano un percorso di scrittura coerente e riconoscibile a livello strutturale, linguistico, tematico. Ambientati in Italia (Natalia, Un inverno freddissimo, Le quattro ragazze Wieselberger) e in Egitto (Cortile a Cleopatra, Ballata Levantina, Il vento sulla sabbia), definiscono un esercizio letterario personale estremamente legato agli itinerari dell'esperienza, raramente in sintonia con le tendenze contemporanee e con i favori del grande pubblico. Nella seconda parte del volume la prospettiva storica lascia spazio ad un'analisi sistematica delle singole opere, al fine di evidenziarne la struttura e le caratteristiche formali, il rapporto con la tradizione e il sistema dei generi letterari, la ricorrenza di elementi intertestuali. Lo studio dei testi suggerisce, nella molteplicità degli esiti, la continuità di un gesto formale consapevole e coerente, determinato dalla continuità di elementi tematici e stilistici e orientato nel tempo attraverso il confronto con i modelli discorsivi del romanzo di formazione e del romanzo storico. A partire da questi due riferimenti essenziali, nel romanzo di Cialente la vocazione per la focalizzazione interiore del racconto si combina con la resa di ambienti e contesti storici, determinando una scrittura tesa all'argomentazione etico-politica e, insieme, aperta verso un orizzonte lirico. Autrice esclusivamente narrativa e dichiaratamente antisperimentale, Cialente rinnova la fiducia nella forma romanzo facendone un irrinunciabile dispositivo di significazione morale e civile, capace di farsi racconto del presente e resistere alla fragilità conoscitiva ed enunciativa del Novecento.
27-feb-2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1248626
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