Con questa dissertazione ci si pone l’obiettivo di approfondire ed analizzare le possibilità dell’attività ludica, delle pratiche legate al gioco e a tutte le forme che esso può assumere nell’elaborazione di nuove strategie progettuali.Con il concetto di gioco intendiamo, non solamente lo svolgimento di un’azione che provochi divertimento o piacere, ma qualcosa di antecedente alla cultura stessa; cultura intesa non come semplice accumulo di nozioni a cui attingere, ma come proposizione creativa in costante ridefinizione di sè, una vera e propria capacità di orientamento, che basandosi sulla comprensione critica del passato, guarda alla costruzione del futuro (Saggio 2016). È proprio grazie alla pratica ludica, infatti, che la cultura si forma e ogni volta si trimescola, intessendo nuovi rapporti tra gruppi sociali differenti e oltrepassando i limiti dell’attività biologica. Giocare costituisce una progressiva opera di decontestualizzazione e ricontestualizzazione della materia che compone la realtà stessa, concorre nella creazione di un immaginario collettivo e di spazi possibili (playscape) nei quali l’attività ludica trova la sua piena soddisfazione, sempre in equilibrio tra le regole, che ne creano lo scenario, il campo da gioco senza cui l’intensità del gioco non potrebbe esistere, e le libertà che, come atto creativo guidato all’immaginazione, rendono il gioco mutevole, dinamico e interattivo. L’idea di gioco, quindi, è sempre nella giusta relazione tra le sue componenti cardine che rendono l’attività ludica un evento dalla connotazione fortemente narrativa: ci riferiamo al play, che racchiude in sé l’idea di performance e improvvisazione, e il game, il set di regole conosciute e riconosciute. E’ possibile pensare inoltre che esista una componente isomorfica tra attività ludica e formazione dello spazio fisico, la quale, tramite l’azione architettonica, può trovare un suo modus operandi e concorrere alla creazione di nuovi paesaggi mentali che acquistino forma e materia in nuove spazialità che reifichino e rendano evidenti queste correlazioni. A conferma di ciò, la barriera che separa il gioco dalla realtà quotidiana si è fatta negli ultimi decenni sempre più porosa e aperta a molteplici commistioni. Questo ha dato il via ad operazioni di ludicizzazione che, attraverso operazioni di “gamification urbana”, puntano a riscrivere il tessuto urbano mediante l’uso dei giochi, digitali e non, suggeriscono nuove socialità, nuove chiavi di lettura e di valorizzazione e nuove strategie di rivitalizzazione degli spazi urbani. Giocare diventa, quindi, strumento fondamentale per agire nei tessuti delle nostre città: trasforma i cittadini in giocatori, traccia nuovi percorsi e proietta nuovi sguardi sulla realtà.

L'attività ludica come strategia progettuale. Regole e libertà per una grammatica del gioco in architettura / Perna, Valerio. - (2019 Feb 26).

L'attività ludica come strategia progettuale. Regole e libertà per una grammatica del gioco in architettura

PERNA, VALERIO
26/02/2019

Abstract

Con questa dissertazione ci si pone l’obiettivo di approfondire ed analizzare le possibilità dell’attività ludica, delle pratiche legate al gioco e a tutte le forme che esso può assumere nell’elaborazione di nuove strategie progettuali.Con il concetto di gioco intendiamo, non solamente lo svolgimento di un’azione che provochi divertimento o piacere, ma qualcosa di antecedente alla cultura stessa; cultura intesa non come semplice accumulo di nozioni a cui attingere, ma come proposizione creativa in costante ridefinizione di sè, una vera e propria capacità di orientamento, che basandosi sulla comprensione critica del passato, guarda alla costruzione del futuro (Saggio 2016). È proprio grazie alla pratica ludica, infatti, che la cultura si forma e ogni volta si trimescola, intessendo nuovi rapporti tra gruppi sociali differenti e oltrepassando i limiti dell’attività biologica. Giocare costituisce una progressiva opera di decontestualizzazione e ricontestualizzazione della materia che compone la realtà stessa, concorre nella creazione di un immaginario collettivo e di spazi possibili (playscape) nei quali l’attività ludica trova la sua piena soddisfazione, sempre in equilibrio tra le regole, che ne creano lo scenario, il campo da gioco senza cui l’intensità del gioco non potrebbe esistere, e le libertà che, come atto creativo guidato all’immaginazione, rendono il gioco mutevole, dinamico e interattivo. L’idea di gioco, quindi, è sempre nella giusta relazione tra le sue componenti cardine che rendono l’attività ludica un evento dalla connotazione fortemente narrativa: ci riferiamo al play, che racchiude in sé l’idea di performance e improvvisazione, e il game, il set di regole conosciute e riconosciute. E’ possibile pensare inoltre che esista una componente isomorfica tra attività ludica e formazione dello spazio fisico, la quale, tramite l’azione architettonica, può trovare un suo modus operandi e concorrere alla creazione di nuovi paesaggi mentali che acquistino forma e materia in nuove spazialità che reifichino e rendano evidenti queste correlazioni. A conferma di ciò, la barriera che separa il gioco dalla realtà quotidiana si è fatta negli ultimi decenni sempre più porosa e aperta a molteplici commistioni. Questo ha dato il via ad operazioni di ludicizzazione che, attraverso operazioni di “gamification urbana”, puntano a riscrivere il tessuto urbano mediante l’uso dei giochi, digitali e non, suggeriscono nuove socialità, nuove chiavi di lettura e di valorizzazione e nuove strategie di rivitalizzazione degli spazi urbani. Giocare diventa, quindi, strumento fondamentale per agire nei tessuti delle nostre città: trasforma i cittadini in giocatori, traccia nuovi percorsi e proietta nuovi sguardi sulla realtà.
26-feb-2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1242343
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