Il generale ridimensionamento subito dai benedettini a favore dei cistercensi in seguito allo scisma anacletista si registrò anche nell’Urbe dove, se negli anni ’40 del XII secolo si ricorda il primo insediamento romano dell’ordine di Cîteaux ad aquas salvias, in ambito benedettino non si ritrovano iniziative di rilievo fino alla seconda metà del secolo, almeno stando a quanto si conosce finora. C’è da premettere, infatti, che il tema dell’architettura monastica a Roma rimane ancora da indagare a fondo, in particolare per quanto concerne l’area della clausura che, certo anche a causa dei rimaneggiamenti subiti, rimane spesso poco nota, mentre sugli edifici di culto le nostre conoscenze sono decisamente più approfondite. Il primo cantiere rilevante in questi anni, e anche quello più precisamente databile, è quello di San Lorenzo fuori le Mura che vide l’organizzazione delle fabbriche residenziali attorno a un chiostro, un elemento fino ad allora poco usato nel contesto non solo romano, ma in generale centroitaliano. Proprio l’adozione dell’impianto claustrale segna i maggiori cantieri della prima metà del secolo successivo, quando sotto gli auspici di Innocenzo III cominciò una fase di rinnovamento dei monasteri più importanti, come i Santi Quattro Coronati, San Saba e soprattutto San Paolo fuori le Mura, ma anche Santa Scolastica a Subiaco, da considerarsi nell’ambito romano sia per la provenienza delle maestranze utilizzate nella realizzazione del chiostro, sia per il suo legame politico e culturale con la Roma pontificia. In questi cantieri, non tutti sondabili nelle strutture residenziali oggi troppo rimaneggiate per ricavarne elementi significativi, si viene a elaborare un tipo di struttura claustrale, che a San Paolo raggiungerà la sua massima espressione, che possiamo definire come tipicamente romana per il gusto antichizzante dei rivestimenti marmorei e dei corredi plastici e per l’uso della scriptura exposta a esibire il significato simbolico del luogo e a ricordarne il patronato.

Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare / Cerone, Roberta. - In: RM RIVISTA. - ISSN 1593-2214. - 19:(2018), pp. 351-370. [10.6092/1593-2214/5633]

Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare

Roberta Cerone
2018

Abstract

Il generale ridimensionamento subito dai benedettini a favore dei cistercensi in seguito allo scisma anacletista si registrò anche nell’Urbe dove, se negli anni ’40 del XII secolo si ricorda il primo insediamento romano dell’ordine di Cîteaux ad aquas salvias, in ambito benedettino non si ritrovano iniziative di rilievo fino alla seconda metà del secolo, almeno stando a quanto si conosce finora. C’è da premettere, infatti, che il tema dell’architettura monastica a Roma rimane ancora da indagare a fondo, in particolare per quanto concerne l’area della clausura che, certo anche a causa dei rimaneggiamenti subiti, rimane spesso poco nota, mentre sugli edifici di culto le nostre conoscenze sono decisamente più approfondite. Il primo cantiere rilevante in questi anni, e anche quello più precisamente databile, è quello di San Lorenzo fuori le Mura che vide l’organizzazione delle fabbriche residenziali attorno a un chiostro, un elemento fino ad allora poco usato nel contesto non solo romano, ma in generale centroitaliano. Proprio l’adozione dell’impianto claustrale segna i maggiori cantieri della prima metà del secolo successivo, quando sotto gli auspici di Innocenzo III cominciò una fase di rinnovamento dei monasteri più importanti, come i Santi Quattro Coronati, San Saba e soprattutto San Paolo fuori le Mura, ma anche Santa Scolastica a Subiaco, da considerarsi nell’ambito romano sia per la provenienza delle maestranze utilizzate nella realizzazione del chiostro, sia per il suo legame politico e culturale con la Roma pontificia. In questi cantieri, non tutti sondabili nelle strutture residenziali oggi troppo rimaneggiate per ricavarne elementi significativi, si viene a elaborare un tipo di struttura claustrale, che a San Paolo raggiungerà la sua massima espressione, che possiamo definire come tipicamente romana per il gusto antichizzante dei rivestimenti marmorei e dei corredi plastici e per l’uso della scriptura exposta a esibire il significato simbolico del luogo e a ricordarne il patronato.
2018
Medioevo; secoli XII-XIII; Roma; architettura monastica; chiostro; Innocenzo III
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il rinnovamento dei monasteri benedettini a Roma tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo: un’indagine preliminare / Cerone, Roberta. - In: RM RIVISTA. - ISSN 1593-2214. - 19:(2018), pp. 351-370. [10.6092/1593-2214/5633]
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