La qualità della vita lavorativa è un concetto multidimensionale (Gallie, Gosetti, La Rosa, 2012), essendo legata al mercato del lavoro, al sistema formativo, ad aspetti normativi e regolamentali, a dimensioni organizzative e culturali, ad aspetti relazionali, ad aspettative individuali, a percezioni soggettive, a caratteristiche socio demografiche dei soggetti. Il progetto di ricerca, del quale questa presentazione costituisce un tassello, è orientato all’analisi della relazione tra condizione lavorativa e benessere soggettivo. In particolare si fa riferimento alla dimensione eudaimonica del benessere soggettivo, che riguarda il fiorire del soggetto (Diener, 2010), la realizzazione del potenziale individuale, l’espressione delle sue capacità (Sen, Nussbaum). Tali capacità si manifestano in autonomia, competenza, interesse ad apprendere, orientamento al risultato, senso dello scopo, resilienza, impegno sociale, il prendersi cura degli altri e l’altruismo (Huppert et al, 2009). Il buon funzionamento psicologico, come definito dall’approccio della psicologia positiva, fa leva sulla autodeterminazione delle persone (Deci e Ryan). In questa chiave viene messa in luce la distinzione tra prospettiva edonica e prospettiva eudaimonica (Waterman, 2008), piacere e autorealizzazione. Questa presentazione in particolare si focalizza sul senso del lavoro, il coinvolgimento e l’identità professionale dei lavoratori. Tali temi sono affrontati da molteplici punti di vista a seconda delle discipline coinvolte e dei bisogni conoscitivi. Prendendo in esame alcuni strumenti elaborati in ambiti diversi, si intende definire un metodo e uno strumento di rilevazione da applicare ad organizzazioni del privato sociale che si occupano di socializzazione, formazione, inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Tali organizzazioni sono estremamente condizionate dal contesto economico e culturale e i loro lavoratori sono esposti ad alti livelli di precarietà, di vulnerabilità economica, di delegittimazione e disconoscimento. Si vuole comprendere se tra gli elementi che rendono possibile ed efficace l’operare di tali organizzazioni in contesti ostili vi sia l’identificazione individuale, e se le componenti di identificazione e riconoscimento supportino a loro volta il benessere soggettivo.

“Senso del lavoro e identità professionale sono elementi efficaci e sufficienti per supportare il benessere dei lavoratori del sociale?” / Conigliaro, Paola. - (2018). (Intervento presentato al convegno IL DESTINO DEL LAVORO TRA RICERCA DI SENSO E RIVOLUZIONE DIGITALE. ETICA, DIRITTI E REGOLAZIONE SESSANT’ANNI DOPO THE HUMAN CONDITION tenutosi a Università Cattolica del Sacro Cuore Milano).

“Senso del lavoro e identità professionale sono elementi efficaci e sufficienti per supportare il benessere dei lavoratori del sociale?”

Paola Conigliaro
Primo
2018

Abstract

La qualità della vita lavorativa è un concetto multidimensionale (Gallie, Gosetti, La Rosa, 2012), essendo legata al mercato del lavoro, al sistema formativo, ad aspetti normativi e regolamentali, a dimensioni organizzative e culturali, ad aspetti relazionali, ad aspettative individuali, a percezioni soggettive, a caratteristiche socio demografiche dei soggetti. Il progetto di ricerca, del quale questa presentazione costituisce un tassello, è orientato all’analisi della relazione tra condizione lavorativa e benessere soggettivo. In particolare si fa riferimento alla dimensione eudaimonica del benessere soggettivo, che riguarda il fiorire del soggetto (Diener, 2010), la realizzazione del potenziale individuale, l’espressione delle sue capacità (Sen, Nussbaum). Tali capacità si manifestano in autonomia, competenza, interesse ad apprendere, orientamento al risultato, senso dello scopo, resilienza, impegno sociale, il prendersi cura degli altri e l’altruismo (Huppert et al, 2009). Il buon funzionamento psicologico, come definito dall’approccio della psicologia positiva, fa leva sulla autodeterminazione delle persone (Deci e Ryan). In questa chiave viene messa in luce la distinzione tra prospettiva edonica e prospettiva eudaimonica (Waterman, 2008), piacere e autorealizzazione. Questa presentazione in particolare si focalizza sul senso del lavoro, il coinvolgimento e l’identità professionale dei lavoratori. Tali temi sono affrontati da molteplici punti di vista a seconda delle discipline coinvolte e dei bisogni conoscitivi. Prendendo in esame alcuni strumenti elaborati in ambiti diversi, si intende definire un metodo e uno strumento di rilevazione da applicare ad organizzazioni del privato sociale che si occupano di socializzazione, formazione, inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Tali organizzazioni sono estremamente condizionate dal contesto economico e culturale e i loro lavoratori sono esposti ad alti livelli di precarietà, di vulnerabilità economica, di delegittimazione e disconoscimento. Si vuole comprendere se tra gli elementi che rendono possibile ed efficace l’operare di tali organizzazioni in contesti ostili vi sia l’identificazione individuale, e se le componenti di identificazione e riconoscimento supportino a loro volta il benessere soggettivo.
2018
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