La produzione di pomodoro in Italia nel 2016 ha registrato un valore economico pari a 1,6 miliardi di euro, confermando il settore come uno dei punti di forza dell’agroalimentare italiano. La superficie totale coltivata a livello nazionale raggiunge circa 68.640 ettari, concentrati maggiormente nel Nord nel Paese, ove le produzioni sono destinate per lo più alla trasformazione e all’export. Parallelamente, tale filiera registra un elevato impatto ambientale, a causa dell’utilizzo di risorse naturali, pesticidi e fertilizzanti impiegati durante la fase di coltivazione. L’impronta ecologica di un sistema di coltivazione di pomodoro convenzionale, biologico e in serra registra un impatto rispettivamente pari a 19.4062 metri quadri per un chilogrammo di prodotto per anno (m2/kg/a), 13.4639 m2/kg/a e 31.6018 m2/kg/a. Per perseguire un modello di sviluppo sostenibile secondo un approccio integrato nelle quattro differenti dimensioni (economica, ambientale, sociale ed istituzionale) è necessario che venga al contempo ridotta la quantità di risorse naturali impiegate ed ottimizzata la produzione, per assicurare qualità di prodotto e di processo nelle fasi di coltivazione, trasformazione e commercializzazione del bene. Ciò che permette la riduzione degli output negativi ambientali correlati al settore agro-alimentare è l’innovazione tecnologica sostenibile. In tale categoria, si posiziona la tecnica di coltivazione idroponica (anche conosciuta come idrocoltura o coltivazione fuori suolo), un metodo che utilizza un substrato inerte come lana di roccia, argilla, perlite, vermiculite in alternativa al suolo. La coltivazione idroponica può essere suddivisa in due categorie, sistemi chiusi nei quali la soluzione nutritiva fornisce alle piante in modo continuo i nutrienti di cui ha bisogno; sistemi aperti nei quali la soluzione nutritiva non viene riutilizzata. I sistemi chiusi sono maggiormente efficienti per il contenimento degli sprechi di acqua e risultano dunque più sostenibili, anche se la soluzione nutritiva deve essere sottoposta a maggiori controlli in termini di volume, pH, sostanze nutritive contenute e depurazione. Ogni soluzione infatti deve essere creata specificatamente per il tipo di coltura che si intende produrre, anche se aspetti generali quali qualità dell’acqua da impiegare, contenuto standard di elementi di base come calcio e magnesio, contenuto standard di micronutrienti come ferro e sodio. L'agricoltura idroponica rappresenta perciò un importante elemento per la produzione agricola, non solo per disponibilità, ma anche per la qualità controllata. Il presente lavoro ha l’obiettivo di analizzare attraverso la metodologia del Life Cycle Assessment (LCA) un caso italiano di coltivazione idroponica di pomodoro per studiarne variabili quantitative quali produttività, redditività e impatto ambientale. L’LCA ci permette di valutare gli eventuali vantaggi e svantaggi economici ed ambientali in funzione all’utilizzo di risorse naturali e calcolare l’effettiva resa delle coltivazioni idroponiche rispetto alle tecniche di coltivazione convenzionale.

Produzione idroponica di pomodoro: innovazione ed efficienza per uno sviluppo sostenibile. Caso studio di un’azienda agricola / D’Ascenzo, F.; Musarra, M.; Vieri, S.; Vinci, G.. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 162-167. (Intervento presentato al convegno XXVIII CONGRESSO NAZIONALE DI SCIENZE MERCEOLOGICHE tenutosi a Firenze nel 21-23 Febbraio 2018).

Produzione idroponica di pomodoro: innovazione ed efficienza per uno sviluppo sostenibile. Caso studio di un’azienda agricola.

D’Ascenzo F.;Musarra M.;Vieri S.;Vinci G.
2018

Abstract

La produzione di pomodoro in Italia nel 2016 ha registrato un valore economico pari a 1,6 miliardi di euro, confermando il settore come uno dei punti di forza dell’agroalimentare italiano. La superficie totale coltivata a livello nazionale raggiunge circa 68.640 ettari, concentrati maggiormente nel Nord nel Paese, ove le produzioni sono destinate per lo più alla trasformazione e all’export. Parallelamente, tale filiera registra un elevato impatto ambientale, a causa dell’utilizzo di risorse naturali, pesticidi e fertilizzanti impiegati durante la fase di coltivazione. L’impronta ecologica di un sistema di coltivazione di pomodoro convenzionale, biologico e in serra registra un impatto rispettivamente pari a 19.4062 metri quadri per un chilogrammo di prodotto per anno (m2/kg/a), 13.4639 m2/kg/a e 31.6018 m2/kg/a. Per perseguire un modello di sviluppo sostenibile secondo un approccio integrato nelle quattro differenti dimensioni (economica, ambientale, sociale ed istituzionale) è necessario che venga al contempo ridotta la quantità di risorse naturali impiegate ed ottimizzata la produzione, per assicurare qualità di prodotto e di processo nelle fasi di coltivazione, trasformazione e commercializzazione del bene. Ciò che permette la riduzione degli output negativi ambientali correlati al settore agro-alimentare è l’innovazione tecnologica sostenibile. In tale categoria, si posiziona la tecnica di coltivazione idroponica (anche conosciuta come idrocoltura o coltivazione fuori suolo), un metodo che utilizza un substrato inerte come lana di roccia, argilla, perlite, vermiculite in alternativa al suolo. La coltivazione idroponica può essere suddivisa in due categorie, sistemi chiusi nei quali la soluzione nutritiva fornisce alle piante in modo continuo i nutrienti di cui ha bisogno; sistemi aperti nei quali la soluzione nutritiva non viene riutilizzata. I sistemi chiusi sono maggiormente efficienti per il contenimento degli sprechi di acqua e risultano dunque più sostenibili, anche se la soluzione nutritiva deve essere sottoposta a maggiori controlli in termini di volume, pH, sostanze nutritive contenute e depurazione. Ogni soluzione infatti deve essere creata specificatamente per il tipo di coltura che si intende produrre, anche se aspetti generali quali qualità dell’acqua da impiegare, contenuto standard di elementi di base come calcio e magnesio, contenuto standard di micronutrienti come ferro e sodio. L'agricoltura idroponica rappresenta perciò un importante elemento per la produzione agricola, non solo per disponibilità, ma anche per la qualità controllata. Il presente lavoro ha l’obiettivo di analizzare attraverso la metodologia del Life Cycle Assessment (LCA) un caso italiano di coltivazione idroponica di pomodoro per studiarne variabili quantitative quali produttività, redditività e impatto ambientale. L’LCA ci permette di valutare gli eventuali vantaggi e svantaggi economici ed ambientali in funzione all’utilizzo di risorse naturali e calcolare l’effettiva resa delle coltivazioni idroponiche rispetto alle tecniche di coltivazione convenzionale.
2018
XXVIII CONGRESSO NAZIONALE DI SCIENZE MERCEOLOGICHE
Produzione idroponica; sviluppo sostenibie
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Produzione idroponica di pomodoro: innovazione ed efficienza per uno sviluppo sostenibile. Caso studio di un’azienda agricola / D’Ascenzo, F.; Musarra, M.; Vieri, S.; Vinci, G.. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 162-167. (Intervento presentato al convegno XXVIII CONGRESSO NAZIONALE DI SCIENZE MERCEOLOGICHE tenutosi a Firenze nel 21-23 Febbraio 2018).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1105828
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