La ricerca indaga il tema dei centri storici minori e delle possibili strategie finalizzate ad una gestione conservativa degli stessi, con particolare attenzione per l’applicabilità e l’implementazione della Carta del Rischio, sistema informativo territoriale elaborato dal MiBACT e dall’IsCR, agli aggregati edilizi che compongono il tessuto di tali centri. Il caso di studio, il borgo di Calcata, situato fra Roma e Viterbo, è paradigmatico dei numerosi piccoli centri di promontorio alto-laziali, in relazione ai quali si rintracciano affinità e tipicità insediative, tipo-morfologiche e costruttive; allo stesso tempo, esso presenta caratteri di specificità legati alle vicende storiche e alle dinamiche insediative che, nei secoli, hanno interessato il borgo. La disamina dei numerosi rinvenimenti archeologici, alla luce delle più recenti acquisizioni in materia, è stata condotta in parallelo all’analisi delle fonti storiche, non altrettanto cospicue, come peraltro si registra per numerosi centri minori; tuttavia, sono state proposte integrazioni o rivisitazioni di alcuni studi pregressi sulla base del materiale raccolto, in parte inedito e in parte inesplorato. I dati raccolti ed elaborati sono stati organizzati al fine di delineare con maggiore organicità una storia urbana di Calcata, fatidicamente scampata alla demolizione e caratterizzata da problemi che interessano numerosi piccoli borghi, su tutti lo spopolamento e la conseguente mancanza dei benché minimi interventi manutentivi. La lettura del processo di strutturazione antropica del territorio e, quindi, dei caratteri tipo-morfologici del centro storico di Calcata, dalla scala territoriale a quella edilizia è stata condotta sulla scia delle impostazioni metodologiche di Saverio Muratori, prima, e Gianfranco Caniggia, poi; è stata assunta la ‘teoria dei crinali’ per verificare, dal punto di vista morfologico, i caratteri insediativi del territorio, trovando riscontri con quanto emerso dalla ricognizione dei dati archeologici: l’occupazione in fase preclassica, nel cosiddetto ciclo di impianto; il declino durante l’età imperiale romana, durante la quale gli insediamenti di promontorio – fra i quali Calcata – venivano tendenzialmente abbandonati in favore degli insediamenti di fondovalle, caratterizzando il ciclo di consolidamento; il recupero delle alture e la progressiva edificazione dei centri fortificati a partire dall’alto Medioevo, in concomitanza con il ciclo di recupero. A livello urbano, la gerarchia dei percorsi (matrice, di impianto, di collegamento) sembra coerente con la graduale conformazione del centro storico; lungo la strada principale, che permette l’attraversamento longitudinale del borgo nella sua massima estensione, sembrano essersi attestate le prime costruzioni in muratura, condizionate dagli ambienti ipogei precedentemente occupati e utilizzati. L’analisi del processo tipologico ha richiesto la redazione del rilievo delle strutture murarie dell’intero centro di Calcata, coerentemente con la metodologia di indagine adottata. Gli elaborati così definiti hanno messo in luce il ruolo della tipologia a ‘pseudoschiera’ nella conformazione del tessuto urbano, secondo varianti anch’esse tipiche ma, al tempo stesso, legate alla particolare natura orografica del sito e alla densa struttura rupestre. I caratteri tipo-morfologici del centro storico di Calcata sono stati interpretati per mezzo dei riscontri offerti dalle connotazioni dell’edificato, nelle sue evidenze materico-costruttive e macrostratigrafiche; in primis, lo studio delle murature ha confermato la strutturazione del borgo a partire dal centro, per densificarsi progressivamente verso i margini dello sperone e occupare tutto lo spazio disponibile intra moenia. All’analisi del processo tipologico e dei caratteri costruttivi è seguita la verifica delle forme e tipologie di degrado, condotta alla scala degli aggregati edilizi, ritenuta un’opportuna mediazione fra quella urbana, troppo ampia e dispersiva rispetto alle specificità del costruito storico e alle tante accezioni assunte dall’edilizia di base, e quella edilizia, incentrata sulla singola fabbrica ma potenzialmente slegata dal contesto. Gli aggregati individuati sono stati schedati secondo il tracciato previsto dal SIT Carta del Rischio, proponendo una ‘scheda aggregato’ appositamente modificata e integrata nel solco di sperimentazioni condotte in anni recenti. Pertanto, sono stati individuati i limiti e le potenzialità applicative del SIT, concepito per una tutela puntiforme calibrata sui singoli edifici, giungendo ad alcune implementazioni formulate sul piano teorico. La ricognizione del borgo tramite le suddette operazioni di schedatura ha mostrato la tipicità di alcuni fenomeni di degrado e ha permesso di verificare lo stato di conservazione dell’intero centro storico di Calcata; questo parametro, definito qualitativamente ma non quantitativamente (in quanto non si dispone dell’algoritmo utilizzato da MiBACT e IsCR), consentirebbe la valutazione della vulnerabilità e, dunque, la programmazione di ulteriori indagini e dei necessari interventi conservativi. Concludendo, la tesi analizza le possibilità di interpretazione dei centri storici minori, a partire dal caso di studio indagato, e gli strumenti applicabili ai fini conservativi, con riguardo per l’eventuale applicazione del SIT Carta del Rischio ai singoli aggregati edilizi, senza rinunciare a una riflessione sulle problematiche aperte nel campo del restauro e della conservazione alla scala urbana.

Verso una gestione conservativa dei centri storici minori. Il caso di Calcata / Cardone, Sergio. - (2017 Feb 09).

Verso una gestione conservativa dei centri storici minori. Il caso di Calcata

CARDONE, SERGIO
09/02/2017

Abstract

La ricerca indaga il tema dei centri storici minori e delle possibili strategie finalizzate ad una gestione conservativa degli stessi, con particolare attenzione per l’applicabilità e l’implementazione della Carta del Rischio, sistema informativo territoriale elaborato dal MiBACT e dall’IsCR, agli aggregati edilizi che compongono il tessuto di tali centri. Il caso di studio, il borgo di Calcata, situato fra Roma e Viterbo, è paradigmatico dei numerosi piccoli centri di promontorio alto-laziali, in relazione ai quali si rintracciano affinità e tipicità insediative, tipo-morfologiche e costruttive; allo stesso tempo, esso presenta caratteri di specificità legati alle vicende storiche e alle dinamiche insediative che, nei secoli, hanno interessato il borgo. La disamina dei numerosi rinvenimenti archeologici, alla luce delle più recenti acquisizioni in materia, è stata condotta in parallelo all’analisi delle fonti storiche, non altrettanto cospicue, come peraltro si registra per numerosi centri minori; tuttavia, sono state proposte integrazioni o rivisitazioni di alcuni studi pregressi sulla base del materiale raccolto, in parte inedito e in parte inesplorato. I dati raccolti ed elaborati sono stati organizzati al fine di delineare con maggiore organicità una storia urbana di Calcata, fatidicamente scampata alla demolizione e caratterizzata da problemi che interessano numerosi piccoli borghi, su tutti lo spopolamento e la conseguente mancanza dei benché minimi interventi manutentivi. La lettura del processo di strutturazione antropica del territorio e, quindi, dei caratteri tipo-morfologici del centro storico di Calcata, dalla scala territoriale a quella edilizia è stata condotta sulla scia delle impostazioni metodologiche di Saverio Muratori, prima, e Gianfranco Caniggia, poi; è stata assunta la ‘teoria dei crinali’ per verificare, dal punto di vista morfologico, i caratteri insediativi del territorio, trovando riscontri con quanto emerso dalla ricognizione dei dati archeologici: l’occupazione in fase preclassica, nel cosiddetto ciclo di impianto; il declino durante l’età imperiale romana, durante la quale gli insediamenti di promontorio – fra i quali Calcata – venivano tendenzialmente abbandonati in favore degli insediamenti di fondovalle, caratterizzando il ciclo di consolidamento; il recupero delle alture e la progressiva edificazione dei centri fortificati a partire dall’alto Medioevo, in concomitanza con il ciclo di recupero. A livello urbano, la gerarchia dei percorsi (matrice, di impianto, di collegamento) sembra coerente con la graduale conformazione del centro storico; lungo la strada principale, che permette l’attraversamento longitudinale del borgo nella sua massima estensione, sembrano essersi attestate le prime costruzioni in muratura, condizionate dagli ambienti ipogei precedentemente occupati e utilizzati. L’analisi del processo tipologico ha richiesto la redazione del rilievo delle strutture murarie dell’intero centro di Calcata, coerentemente con la metodologia di indagine adottata. Gli elaborati così definiti hanno messo in luce il ruolo della tipologia a ‘pseudoschiera’ nella conformazione del tessuto urbano, secondo varianti anch’esse tipiche ma, al tempo stesso, legate alla particolare natura orografica del sito e alla densa struttura rupestre. I caratteri tipo-morfologici del centro storico di Calcata sono stati interpretati per mezzo dei riscontri offerti dalle connotazioni dell’edificato, nelle sue evidenze materico-costruttive e macrostratigrafiche; in primis, lo studio delle murature ha confermato la strutturazione del borgo a partire dal centro, per densificarsi progressivamente verso i margini dello sperone e occupare tutto lo spazio disponibile intra moenia. All’analisi del processo tipologico e dei caratteri costruttivi è seguita la verifica delle forme e tipologie di degrado, condotta alla scala degli aggregati edilizi, ritenuta un’opportuna mediazione fra quella urbana, troppo ampia e dispersiva rispetto alle specificità del costruito storico e alle tante accezioni assunte dall’edilizia di base, e quella edilizia, incentrata sulla singola fabbrica ma potenzialmente slegata dal contesto. Gli aggregati individuati sono stati schedati secondo il tracciato previsto dal SIT Carta del Rischio, proponendo una ‘scheda aggregato’ appositamente modificata e integrata nel solco di sperimentazioni condotte in anni recenti. Pertanto, sono stati individuati i limiti e le potenzialità applicative del SIT, concepito per una tutela puntiforme calibrata sui singoli edifici, giungendo ad alcune implementazioni formulate sul piano teorico. La ricognizione del borgo tramite le suddette operazioni di schedatura ha mostrato la tipicità di alcuni fenomeni di degrado e ha permesso di verificare lo stato di conservazione dell’intero centro storico di Calcata; questo parametro, definito qualitativamente ma non quantitativamente (in quanto non si dispone dell’algoritmo utilizzato da MiBACT e IsCR), consentirebbe la valutazione della vulnerabilità e, dunque, la programmazione di ulteriori indagini e dei necessari interventi conservativi. Concludendo, la tesi analizza le possibilità di interpretazione dei centri storici minori, a partire dal caso di studio indagato, e gli strumenti applicabili ai fini conservativi, con riguardo per l’eventuale applicazione del SIT Carta del Rischio ai singoli aggregati edilizi, senza rinunciare a una riflessione sulle problematiche aperte nel campo del restauro e della conservazione alla scala urbana.
9-feb-2017
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Tesi dottorato Cardone

Open Access dal 10/02/2020

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza: Creative commons
Dimensione 102.06 MB
Formato Adobe PDF
102.06 MB Adobe PDF

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1068052
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact