Nonostante la letteratura evidenzi che le persone siano sempre più consapevoli dei benefici connessi con la consultazione psicologica, di fatto la funzione di questi professionisti sembra restare poco chiara, portando le persone a formulare una domanda di intervento spesso quando il disagio si è configurato in un quadro cronico. Per poter cogliere il disagio nelle fasi iniziali e promuovere il benessere delle persone è stato realizzato in protocollo di intervento in cui lo psicologo lavora in copresenza col medico di medicina generale (MG). Metodo. Al fine di valutare l’effetto di tale intervento sulla rappresentazione della funzione dello psicologo nei pazienti è stato condotto uno studio osservazionale su 227 pazienti di quattro studi medici di MG (copresenza=2; tradizionale=2). La tecnica del propensity score matching è stata utilizzata per simulare la randomizzazione, riducendo al minimo il bias connesso con il disegno non sperimentale, e i dati sono stati raccolti con un questionario a domande aperte e chiuse. Risultati. I risultati mostrano che il 65% dei partecipanti considera che lo psicologo affronti i problemi della vita quotidiana e il 96% lo ritiene genericamente utile. Sebbene non vi siano differenze statisticamente significative nei due gruppi per quanto concerne l’utilità generale dello psicologo e i problemi che affronta, coloro che vengono trattati in copresenza ritengono utile lo psicologo per se stessi quattro volte di più dei pazienti dello studio medico tradizionale (OR=4,3; CI=1.30-14.47; p<0.01). Conclusioni. L’effetto sembra, quindi, consentire il superamento dello stigma connesso al disagio psichico, facilitando la possibilità di affrontare le proprie difficoltà prima che esse si organizzino in un quadro cronico. Questo risultato sembra particolarmente interessante se si considera che esso viene rilevato entro un contesto tradizionalmente associato alla patologia come quello degli studi di MG.
L’intervento in copresenza come facilitatore della prevenzione del disagio / Greco, Francesca; Cordella, Barbara; DI TRANI, Michela; Renzi, Alessia; Solano, Luigi. - STAMPA. - (2017), pp. 89-89. (Intervento presentato al convegno XII CONGRESSO NAZIONALE ASSOCIAZIONE S.I.P.S.A. SOCIETA’ ITALIANA DI PSICOLOGIA DELLA SALUTE tenutosi a Firenze nel 3-5 Novembre 2017).
L’intervento in copresenza come facilitatore della prevenzione del disagio
Francesca Greco;Barbara Cordella;Michela Di Trani;Alessia Renzi;Luigi Solano
2017
Abstract
Nonostante la letteratura evidenzi che le persone siano sempre più consapevoli dei benefici connessi con la consultazione psicologica, di fatto la funzione di questi professionisti sembra restare poco chiara, portando le persone a formulare una domanda di intervento spesso quando il disagio si è configurato in un quadro cronico. Per poter cogliere il disagio nelle fasi iniziali e promuovere il benessere delle persone è stato realizzato in protocollo di intervento in cui lo psicologo lavora in copresenza col medico di medicina generale (MG). Metodo. Al fine di valutare l’effetto di tale intervento sulla rappresentazione della funzione dello psicologo nei pazienti è stato condotto uno studio osservazionale su 227 pazienti di quattro studi medici di MG (copresenza=2; tradizionale=2). La tecnica del propensity score matching è stata utilizzata per simulare la randomizzazione, riducendo al minimo il bias connesso con il disegno non sperimentale, e i dati sono stati raccolti con un questionario a domande aperte e chiuse. Risultati. I risultati mostrano che il 65% dei partecipanti considera che lo psicologo affronti i problemi della vita quotidiana e il 96% lo ritiene genericamente utile. Sebbene non vi siano differenze statisticamente significative nei due gruppi per quanto concerne l’utilità generale dello psicologo e i problemi che affronta, coloro che vengono trattati in copresenza ritengono utile lo psicologo per se stessi quattro volte di più dei pazienti dello studio medico tradizionale (OR=4,3; CI=1.30-14.47; p<0.01). Conclusioni. L’effetto sembra, quindi, consentire il superamento dello stigma connesso al disagio psichico, facilitando la possibilità di affrontare le proprie difficoltà prima che esse si organizzino in un quadro cronico. Questo risultato sembra particolarmente interessante se si considera che esso viene rilevato entro un contesto tradizionalmente associato alla patologia come quello degli studi di MG.File | Dimensione | Formato | |
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