Ovarian cancer is the seventh most common cancer in women. The therapeutic approach provides for an appropriate integration between surgery and chemotherapy. Surgery is an important step for diagnosis, staging and therapy, aiming at the complete cytoreduction of all macroscopic visible disease. At the moment, adjuvant and first-line chemotherapy has as a standard the carboplatin-paclitaxel combination. Further, the addition of bevacizumab in the advanced stage (IIIB-IV) is strongly recommended. Despite the initial effectiveness, however, 70-80% of patients develop relapsed disease within the first two years and require subsequent treatment lines that have palliative, rather than curative purposes and that seek to reach a chronic state for the disease. Among the causes of recurrences, one of the most studied is related to the stem cells that, due to a quiescent state, are resistant to chemotherapy. The choice of these treatments must consider several factors, including the probability of extending the PFS and OS, the residual toxicity, symptoms control, and the improvement of quality of life, and always remains subject to platinum free interval (PFI). There are not standard therapy. Pegylated liposomal doxorubicin (PLD) as a single agent or in combination with other drugs is one of several treatment modalities that may be considered for relapsed ovaria cancer. In addition, in about 15% to 20% of epithelial tumors, there is a mutation of the BRCA1 and 2 genes. This is fundamental to identify immediately a therapeutic opportunity represented by PARP inhibitors. These drugs, such as olaparib and niraparib, used in maintenance after a previous platinum-response, even partial, have also shown in upfront an activity in BRCA wild type, homologous recombination deficent (HRD) and homologous recombination proficient (HRP). Therefore, after 20 years of chemotherapy alone, new targeted therapies are emerging that will help changing the therapeutic approach, making treatments increasingly personalized.

Il carcinoma dell’ovaio rappresenta il settimo tumore più frequente nelle donne. L’approccio terapeutico prevede una corretta integrazione tra chirurgia e chemioterapia. La chirurgia rappresenta uno step importante ai fini diagnostici, stadiativi e curativi e ha come obiettivo il debulking ottimale. Il trattamento chemioterapico in adiuvante e in prima linea ha attualmente come standard la combinazione carboplatino e paclitaxel; in stadio avanzato, IIIB-IV, l’aggiunta del bevacizumab è fortemente raccomandata. Nonostante l’efficacia iniziale, tuttavia, il 70-80% delle pazienti sviluppa recidiva di malattia entro i primi due anni e necessita di successive linee di trattamento che raramente hanno fini curativi ma piuttosto palliativi e volti a raggiungere una cronicizzazione della malattia. Una delle cause di recidiva è correlata allo stato di quiescenza delle cellule staminali che le rende resistenti alla chemioterapia. La scelta dei successivi trattamenti deve considerare diversi fattori tra cui la probabilità di allungare il PFS e l’OS, la tossicità residua, il controllo dei sintomi, il miglioramento della qualità di vita, rimanendo sempre e comunque vincolata al platinum free interval (PFI). Non esistono trattamenti standard consigliabili. La doxorubicina liposomiale peghilata (PLD) come agente singolo o in combinazione con la trabectedina è una delle opportunità terapeutiche che può essere considerata nel trattamento della recidiva. Nel 15-20% circa dei tumori epiteliali, inoltre, si riscontra una mutazione dei geni BRCA1 e 2, dato fondamentale per inquadrare da subito un’opportunità terapeutica rappresentata dagli inibitori PARP. Questi farmaci, come l’olaparib e il niraparib, utilizzati in mantenimento dopo risposta a una precedente terapia contenente platino, hanno dimostrato in up front anche attività in BRCA wild type, in hrd (ricombinazione omologa deficitaria) e hrp (ricombinazione omologa non deficitaria). Dopo 20 anni di sola chemioterapia, quindi, si stanno affermando nuove terapie a bersaglio molecolare, farmaci immunomodulanti, anticorpi monoclonali e vaccini, che contribuiranno a modificare l’approccio terapeutico rendendo i trattamenti sempre più personalizzati.

Innovations in the treatment of ovarian cancer. Analysis of the therapeutic development: from platinum to immunotherapy [Innovazioni terapeutiche nel trattamento del tumore ovarico. Analisi del percorso per lo sviluppo terapeutico: dal platino all’immunoterapia] / Angius, Gesuino; Sepe, Pierangela; Papa, Anselmo; Tomao, Silverio; Tomao, Federica. - In: RECENTI PROGRESSI IN MEDICINA. - ISSN 2038-1840. - STAMPA. - 108:6(2017), pp. 269-281. [10.1701/2715.27714]

Innovations in the treatment of ovarian cancer. Analysis of the therapeutic development: from platinum to immunotherapy [Innovazioni terapeutiche nel trattamento del tumore ovarico. Analisi del percorso per lo sviluppo terapeutico: dal platino all’immunoterapia]

ANGIUS, GESUINO
Primo
;
SEPE, PIERANGELA
Secondo
;
PAPA, ANSELMO;TOMAO, SILVERIO
Penultimo
;
TOMAO, FEDERICA
Ultimo
2017

Abstract

Ovarian cancer is the seventh most common cancer in women. The therapeutic approach provides for an appropriate integration between surgery and chemotherapy. Surgery is an important step for diagnosis, staging and therapy, aiming at the complete cytoreduction of all macroscopic visible disease. At the moment, adjuvant and first-line chemotherapy has as a standard the carboplatin-paclitaxel combination. Further, the addition of bevacizumab in the advanced stage (IIIB-IV) is strongly recommended. Despite the initial effectiveness, however, 70-80% of patients develop relapsed disease within the first two years and require subsequent treatment lines that have palliative, rather than curative purposes and that seek to reach a chronic state for the disease. Among the causes of recurrences, one of the most studied is related to the stem cells that, due to a quiescent state, are resistant to chemotherapy. The choice of these treatments must consider several factors, including the probability of extending the PFS and OS, the residual toxicity, symptoms control, and the improvement of quality of life, and always remains subject to platinum free interval (PFI). There are not standard therapy. Pegylated liposomal doxorubicin (PLD) as a single agent or in combination with other drugs is one of several treatment modalities that may be considered for relapsed ovaria cancer. In addition, in about 15% to 20% of epithelial tumors, there is a mutation of the BRCA1 and 2 genes. This is fundamental to identify immediately a therapeutic opportunity represented by PARP inhibitors. These drugs, such as olaparib and niraparib, used in maintenance after a previous platinum-response, even partial, have also shown in upfront an activity in BRCA wild type, homologous recombination deficent (HRD) and homologous recombination proficient (HRP). Therefore, after 20 years of chemotherapy alone, new targeted therapies are emerging that will help changing the therapeutic approach, making treatments increasingly personalized.
2017
Il carcinoma dell’ovaio rappresenta il settimo tumore più frequente nelle donne. L’approccio terapeutico prevede una corretta integrazione tra chirurgia e chemioterapia. La chirurgia rappresenta uno step importante ai fini diagnostici, stadiativi e curativi e ha come obiettivo il debulking ottimale. Il trattamento chemioterapico in adiuvante e in prima linea ha attualmente come standard la combinazione carboplatino e paclitaxel; in stadio avanzato, IIIB-IV, l’aggiunta del bevacizumab è fortemente raccomandata. Nonostante l’efficacia iniziale, tuttavia, il 70-80% delle pazienti sviluppa recidiva di malattia entro i primi due anni e necessita di successive linee di trattamento che raramente hanno fini curativi ma piuttosto palliativi e volti a raggiungere una cronicizzazione della malattia. Una delle cause di recidiva è correlata allo stato di quiescenza delle cellule staminali che le rende resistenti alla chemioterapia. La scelta dei successivi trattamenti deve considerare diversi fattori tra cui la probabilità di allungare il PFS e l’OS, la tossicità residua, il controllo dei sintomi, il miglioramento della qualità di vita, rimanendo sempre e comunque vincolata al platinum free interval (PFI). Non esistono trattamenti standard consigliabili. La doxorubicina liposomiale peghilata (PLD) come agente singolo o in combinazione con la trabectedina è una delle opportunità terapeutiche che può essere considerata nel trattamento della recidiva. Nel 15-20% circa dei tumori epiteliali, inoltre, si riscontra una mutazione dei geni BRCA1 e 2, dato fondamentale per inquadrare da subito un’opportunità terapeutica rappresentata dagli inibitori PARP. Questi farmaci, come l’olaparib e il niraparib, utilizzati in mantenimento dopo risposta a una precedente terapia contenente platino, hanno dimostrato in up front anche attività in BRCA wild type, in hrd (ricombinazione omologa deficitaria) e hrp (ricombinazione omologa non deficitaria). Dopo 20 anni di sola chemioterapia, quindi, si stanno affermando nuove terapie a bersaglio molecolare, farmaci immunomodulanti, anticorpi monoclonali e vaccini, che contribuiranno a modificare l’approccio terapeutico rendendo i trattamenti sempre più personalizzati.
cancer; ovarian; women; surgery; chemiotherapy
01 Pubblicazione su rivista::01g Articolo di rassegna (Review)
Innovations in the treatment of ovarian cancer. Analysis of the therapeutic development: from platinum to immunotherapy [Innovazioni terapeutiche nel trattamento del tumore ovarico. Analisi del percorso per lo sviluppo terapeutico: dal platino all’immunoterapia] / Angius, Gesuino; Sepe, Pierangela; Papa, Anselmo; Tomao, Silverio; Tomao, Federica. - In: RECENTI PROGRESSI IN MEDICINA. - ISSN 2038-1840. - STAMPA. - 108:6(2017), pp. 269-281. [10.1701/2715.27714]
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