Attribuzioni enniane nel De constructione di Prisciano. A proposito di Ann. 167, 444 e 445 Sk.

Verses 167, 444 and 445 Sk., anonymously transmitted in Priscian’s De constructione (books xvii-xviii of the Ars), are generally ascribed to Ennius’ Annals. While it is certain that the first verse belongs to Ennius, as we gather from a passage of Cicero’s De divinatione, it is equally certain that the second does not, as it has proved to be Priscian’s own translation of the Homeric verse quoted by Apollonius Dyscolus in the same context (Synt. iii 43). As to verse 445 Sk., its resemblance to Enn. ann. 53 Sk., quoted by other Latin grammarians for the same syntactical peculiarity, could suggest that it is in fact a variant of the same verse attested in the tradition. That being said, it has to be acknowledged that despite their similarity the examples are not identical, and therefore the attribution of verse 445 Sk. to Ennius, omitted in Priscian’s tradition, remains a conjecture.

Si discute l’attribuzione dei vv. 167, 444 e 445 Sk. agli Annali di Ennio. Nel De constructione di Prisciano (libri xvii-xviii dell’Ars) i tre versi sono tramandati come anonimi. Mentre del primo l’attribuzione a Ennio può essere ricavata con certezza da un passo del De divinatione di Cicerone, il secondo, tramandato soltanto da Prisciano, deve essere considerato una traduzione, ad opera del grammatico, dell’esempio omerico fornito nel medesimo contesto argomentativo da Apollonio Discolo (Synt. iii 43), e dunque certamente non è di Ennio; per il terzo, assai simile nella forma al verso enniano 53 Sk., citato per la stessa particolarità sintattica da altri grammatici, si potrebbe sospettare che costituisca solo una variante di questo verso attestata nella tradizione; tuttavia non si può escludere che si tratti di un esempio simile ma non identico, di cui però la paternità enniana, non attestata dalla tradizione di Prisciano, resta congetturale.