Introduzione: Durante la vita fetale la madre fornisce attraverso la placenta elevate concentrazioni di calorie e proteine. Per nutrizione “aggressiva” si intende la somministrazione, tramite nutrizione parenterale, di apporti calorico-proteici simili a quelli ricevuti in utero, sin dai primi minuti di vita extrauterina. Obiettivi: Valutare sicurezza ed efficacia della nutrizione parenterale “aggressiva” da parte del neonato pretermine. Metodi: Studio osservazionale con raccolta dati di tipo prospetto ed analisi retrospettiva su neonati con peso alla nascita inferiore a 1500 grammi o età gestazionale inferiore a 31 settimane osservati presso l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale dell’Università di Roma “Sapienza”. Sono state confrontate 2 tipologie di nutrizione “aggressiva” arruolando i neonati in 2 gruppi. Il gruppo 1 ha ricevuto un apporto proteico di 2 g/Kg/die in prima giornata con aumenti quotidiani di circa 1g/Kg fino a 4 g/Kg/die di proteine, ed un rapporto Kcal/proteine pari a circa 25 Kcal per ogni grammo di proteine. Il Gruppo 2 ha ricevuto un apporto proteico simile ma con un rapporto Kcal/proteine pari a circa 30 Kcal per ogni grammo di proteine. Sono stati raccolti prospetticamente dati riguardo la sicurezza (i.e. disturbi metabolismo glucidico, lipidico e alterazioni elettrolitiche) e l’efficacia (crescita extrauterina, sviluppo neuromotorio a 12 mesi di età corretta per l’età gestazionale) delle due differenti strategie nutrizionali. Risultati: I due gruppi sono risultati simili riguardo le principali caratteristiche demografiche e cliniche (peso nascita, 1112±243 vs 1101±259 grammi; età gestazionale, 29.1±2.3 vs 30.0±2.7 settimane, sesso maschile 53% vs 63%) e l’incidenza di morbidità (39.8 vs 36.2 p=0.675). I neonati arruolati nel Gruppo 1 (7.1%) hanno mostrato una minore incidenza di iperglicemia severa (glu >216 mg/dl) rispetto a quelli del Gruppo 2 (19.1%; p=0.031). Una maggiore incidenza di acidosi metabolica è stata riscontrata invece nei soggetti del Gruppo 1 rispetto a quelli del Gruppo 2 (74.5% vs 48.6%; p=0.005). Il peso alla dimissione è risultato maggiore nel Gruppo 2 (2580±654 grammi) rispetto al Gruppo 1 (2463±448 grammi, p=0.010). Non sono state evidenziate differenze relative al livello di sviluppo neuromotorio in relazione ai differenti approcci nutrizionali. Conclusioni: Un aumentato apporto calorico-proteico nella prima settimana di vita migliora la crescita extrauterina del neonato pretermine, aumenta il rischio di iperglicemia e non mostra effetti sul neuro sviluppo valutato a 12 mesi di età corretta. I risultati di questo studio pongono le basi per la definizione degli apporti calorico-proteici ideali per il neonato pretermine.

Effetti della nutrizione precoce su crescita e neurosviluppo / Castronovo, Antonella. - (2017 Feb 27).

Effetti della nutrizione precoce su crescita e neurosviluppo

CASTRONOVO, ANTONELLA
27/02/2017

Abstract

Introduzione: Durante la vita fetale la madre fornisce attraverso la placenta elevate concentrazioni di calorie e proteine. Per nutrizione “aggressiva” si intende la somministrazione, tramite nutrizione parenterale, di apporti calorico-proteici simili a quelli ricevuti in utero, sin dai primi minuti di vita extrauterina. Obiettivi: Valutare sicurezza ed efficacia della nutrizione parenterale “aggressiva” da parte del neonato pretermine. Metodi: Studio osservazionale con raccolta dati di tipo prospetto ed analisi retrospettiva su neonati con peso alla nascita inferiore a 1500 grammi o età gestazionale inferiore a 31 settimane osservati presso l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale dell’Università di Roma “Sapienza”. Sono state confrontate 2 tipologie di nutrizione “aggressiva” arruolando i neonati in 2 gruppi. Il gruppo 1 ha ricevuto un apporto proteico di 2 g/Kg/die in prima giornata con aumenti quotidiani di circa 1g/Kg fino a 4 g/Kg/die di proteine, ed un rapporto Kcal/proteine pari a circa 25 Kcal per ogni grammo di proteine. Il Gruppo 2 ha ricevuto un apporto proteico simile ma con un rapporto Kcal/proteine pari a circa 30 Kcal per ogni grammo di proteine. Sono stati raccolti prospetticamente dati riguardo la sicurezza (i.e. disturbi metabolismo glucidico, lipidico e alterazioni elettrolitiche) e l’efficacia (crescita extrauterina, sviluppo neuromotorio a 12 mesi di età corretta per l’età gestazionale) delle due differenti strategie nutrizionali. Risultati: I due gruppi sono risultati simili riguardo le principali caratteristiche demografiche e cliniche (peso nascita, 1112±243 vs 1101±259 grammi; età gestazionale, 29.1±2.3 vs 30.0±2.7 settimane, sesso maschile 53% vs 63%) e l’incidenza di morbidità (39.8 vs 36.2 p=0.675). I neonati arruolati nel Gruppo 1 (7.1%) hanno mostrato una minore incidenza di iperglicemia severa (glu >216 mg/dl) rispetto a quelli del Gruppo 2 (19.1%; p=0.031). Una maggiore incidenza di acidosi metabolica è stata riscontrata invece nei soggetti del Gruppo 1 rispetto a quelli del Gruppo 2 (74.5% vs 48.6%; p=0.005). Il peso alla dimissione è risultato maggiore nel Gruppo 2 (2580±654 grammi) rispetto al Gruppo 1 (2463±448 grammi, p=0.010). Non sono state evidenziate differenze relative al livello di sviluppo neuromotorio in relazione ai differenti approcci nutrizionali. Conclusioni: Un aumentato apporto calorico-proteico nella prima settimana di vita migliora la crescita extrauterina del neonato pretermine, aumenta il rischio di iperglicemia e non mostra effetti sul neuro sviluppo valutato a 12 mesi di età corretta. I risultati di questo studio pongono le basi per la definizione degli apporti calorico-proteici ideali per il neonato pretermine.
27-feb-2017
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Tesi dottorato Castronovo

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/984417
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