Tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50 del Novecento, nell'immediato Dopoguerra, migliaia di abruzzesi, in gran parte pastori e contadini, lasciarono le loro terre attratti dalle offerte di lavoro nelle miniere del Belgio, per salvare le proprie famiglie dalla miseria e cercare un riscatto economico che in Patria sembrava impossibile. Fu un tragitto doloroso e a volte drammatico, dal sole al buio delle cavità e dei cunicoli delle imprese minerarie, una vera e propria inversione del mondo sino ad allora conosciuto, accompagnato dal rischio costante della malattia e della morte. Questa esperienza radicale e sacrificale, dominata dalla necessità e dalla volontà di rifondare in terra straniera una diversa modalità di esistenza, fu contrassegnata da elementi conflittuali e ambivalenti: la salvezza e la condanna, la fratellanza e la solitudine, il riscatto e l’abbandono, il successo e il lutto, la certezza del lavoro e la precarietà esistenziale dello stesso, la lontananza lacerante e la possibilità di una nuova vita, il razzismo e l’accoglienza, la convivenza con una identità mobile, fluttuante, sradicata, con il senso di una diversità incolmabile ma vissuta anche come un prezioso nucleo da custodire e su cui fondare la costruzione di sé e della propria vita. Il contributo proposto intende analizzare questa complessità di aspetti in una prospettiva antropologica alcune esperienze dell’emigrazione abruzzese, fornendo un primo bilancio del progetto di ricerca CEM (Centro Emigrazione Abruzzese) della Regione Abruzzo, rivolto alla documentazione delle storie di vita di alcune categorie di migranti attraverso la raccolta di videointerviste e di documenti fotografici familiari in loco: minatori di prima e seconda generazione, figli e figlie di minatori, mogli di minatori partiti dalle province abruzzesi, residenti in Belgio, cui si aggiungono alcuni emigrati di ritorno, rientrati in Italia nel corso degli anni ’80 del XX secolo.

L’inversione del mondo. Antropologia dell’emigrazione abruzzese in Belgio / Spitilli, Gianfranco. - (2015), pp. 229-250. (Intervento presentato al convegno Migrazioni. Tra disagio linguistico e patrimoni culturali tenutosi a Teramo, Giulianova, Fano Adriano nel 2012).

L’inversione del mondo. Antropologia dell’emigrazione abruzzese in Belgio

SPITILLI, GIANFRANCO
2015

Abstract

Tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50 del Novecento, nell'immediato Dopoguerra, migliaia di abruzzesi, in gran parte pastori e contadini, lasciarono le loro terre attratti dalle offerte di lavoro nelle miniere del Belgio, per salvare le proprie famiglie dalla miseria e cercare un riscatto economico che in Patria sembrava impossibile. Fu un tragitto doloroso e a volte drammatico, dal sole al buio delle cavità e dei cunicoli delle imprese minerarie, una vera e propria inversione del mondo sino ad allora conosciuto, accompagnato dal rischio costante della malattia e della morte. Questa esperienza radicale e sacrificale, dominata dalla necessità e dalla volontà di rifondare in terra straniera una diversa modalità di esistenza, fu contrassegnata da elementi conflittuali e ambivalenti: la salvezza e la condanna, la fratellanza e la solitudine, il riscatto e l’abbandono, il successo e il lutto, la certezza del lavoro e la precarietà esistenziale dello stesso, la lontananza lacerante e la possibilità di una nuova vita, il razzismo e l’accoglienza, la convivenza con una identità mobile, fluttuante, sradicata, con il senso di una diversità incolmabile ma vissuta anche come un prezioso nucleo da custodire e su cui fondare la costruzione di sé e della propria vita. Il contributo proposto intende analizzare questa complessità di aspetti in una prospettiva antropologica alcune esperienze dell’emigrazione abruzzese, fornendo un primo bilancio del progetto di ricerca CEM (Centro Emigrazione Abruzzese) della Regione Abruzzo, rivolto alla documentazione delle storie di vita di alcune categorie di migranti attraverso la raccolta di videointerviste e di documenti fotografici familiari in loco: minatori di prima e seconda generazione, figli e figlie di minatori, mogli di minatori partiti dalle province abruzzesi, residenti in Belgio, cui si aggiungono alcuni emigrati di ritorno, rientrati in Italia nel corso degli anni ’80 del XX secolo.
2015
Migrazioni. Tra disagio linguistico e patrimoni culturali
emigrazione; inversione; abruzzesi; Belgio; miniera
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
L’inversione del mondo. Antropologia dell’emigrazione abruzzese in Belgio / Spitilli, Gianfranco. - (2015), pp. 229-250. (Intervento presentato al convegno Migrazioni. Tra disagio linguistico e patrimoni culturali tenutosi a Teramo, Giulianova, Fano Adriano nel 2012).
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