La tesi è dedicata all'applicabilità della disciplina della concorrenza all'istruzione superiore universitaria, in particolare analizzando le problematiche legate alla natura giuridica delle università non statali e alla "sottocategoria" delle università telematiche . Ciò al fine di verificare se, a seguito della legge n. 240/2010, ( c.d.Riforma Gelmini ) e in seguito allo sviluppo della categorie delle università non statali e di quelle telematiche, la disciplina di un settore, come quello dell'istruzione, rientrante nei servizi di interesse generale a carattere sociale sia divenuta permeabile all'influenza del mercato concorrenziale, alla stregua dei servizi di interesse economico generale. La prima parte del lavoro è dedicata , più in generale alla struttura e al funzionamento del sistema universitario, come scaturente dalla legge n. 240/2010. Il primo capitolo esamina la disciplina delle università a seguito del menzionato intervento riformatore del 2010. Dopo una breve sintesi sulla situazione normativa precedente la riforma, e una premessa sulle basi costituzionali, prendendo in considerazione soprattutto la situazione relativa all'ultimo quarto di secolo, si passa ad esaminare la nuova disciplina, per come incidente sulle università in generale. il secondo capitolo affronta il tema dell'introduzione di regole e meccanismi tipici del mercato e della concorrenza all'interno del sistema universitario. Si inizia con la generale constatazione del cangiante rapporto tra diritti sociali e concorrenza e, soprattutto a seguito dell'influenza europea, della circostanza per la quale il costo dei diritti sociali ha implicato una diminuzione delle risorse a disposizione delle università e, dall'altro , tentare di recuperare risorse dalla collaborazione con altre pubbliche amministrazioni e con soggetti privati. Il capitolo esamina, in particolare il sistema di valutazione della didattica e della ricerca ; le modalità di finanziamento pubblico del sistema; la vexata questio relativa alla conservazione o abolizione del valore legale del titolo di studi; l'introduzione di elementi che conducono una parte degli atenei a concentrare l'attenzione sui profili didattici, emarginando quelli di ricerca; l'introduzione di meccanismi di aziendalizzazione dell'organizzazione universitaria; il problema dei rapporti con i privati, la possibilità o meno del fallimento di un ateneo; la questione per cui, pur essendo le università formalmente, enti pubblici non economici, sia ammissibile che la qualifica di università sia conferita a soggetti che operano con fini di lucro. Le questioni affrontate, portano a guardare da una nuova e diversa angolazione il problema di fondo, vale a dire, se anche il sistema universitario sia influenzato da modelli di tipo mercatista e debba rispondere e debba rispondere a criteri concorrenziali con particolare riferimento ai modi di gestione, di reperimento e di spendita delle risorse finanziarie. La seconda parte della tesi ha ad oggetto il tema specifico della natura del regime delle università non statali e le eventuali ricadute sull'applicazione della disciplina della concorrenza all'istruzione superiore. Il terzo capitolo tratta le università non statali. dopo una breve premessa storica , volta ad evidenziare la disciplina delle università non statali precedente la legge 24072010 e le disposizioni specifiche della riforma che concernono le università non statali, si esaminano, le caratteristiche strutturali degli atenei non statali, le analogie, le differenza, le modalità di finanziamento di tali università. Si giunge, poi, alla questione più approfondita in materia di atenei non statali, vale a dire: la loro natura giuridica. Sul tema si esamina la ricca giurisprudenza stratificatasi nel corso degli anni, con particolare attenzione per due pronunce recenti del giudice amministrativo di primo grado e di appello, relative all'applicabilità della disciplina della trasparenza, che hanno sviluppato tesi diverse in ordine alla natura giuridica: la tesi del Tar è legata lla tesi tradizionale, statica, della individuazione di indici rilevatori della natura pubblica, mentre quella del Consiglio di Stato è ispirata alla tesi di derivazione europea, dinamica, della natura cangiante e flessibile della nozione di pubblica amministrazione, legata alla funzione svolta e ai profili oggettivi. Il capitolo si chiude con l'analisi dei profili legati ai modi di applicazione della disciplina della trasparenza dei controlli amministrativi. Il quarto capitolo, affronta le questioni relative alla categoria specifica delle università telematiche., partendo dall'esame della disciplina normativa, per poi passare all'analisi delle caratteristiche peculiari delle università telematiche rispetto alle università " tradizionali". Si approfondisce in particolare la finalità di tali atenei e, in particolare, se essi perseguano o meno fini lucrativi. Ciò anche al fine di verificare se la comparsa delle università telematiche nel sistema universitario finisca per modificare anche le coordinate in ordine al tema di fondo, relativo all'applicazione della disciplina della concorrenza al sistema dell'istruzione superiore. La tesi , attraverso l'analisi del regime e dei tipi delle università non statali perviene alla conclusione che, sia per ragioni legate al nostro equilibrio costituzionale sia per motivi rinvenibili nel diritto europeo, una soluzione di mercato per l'università non sia praticabile, mentre andrebbe rafforzato il sistema nazionale universitario, al cui interno, operano, congiuntamente soggetti pubblici e privati. In riferimento alla natura pubblica o privata delle università non statali, il lavoro, giunge alla conclusione di aderire più alla tesi di stampo tradizionale soggettivistica, rispetto a quella oggettivistica di influenza europea.

Le università non statali e la disciplina della concorrenza. Il problema della natura giuridica / DE ANGELIS, Adele. - (2017 Feb 10).

Le università non statali e la disciplina della concorrenza. Il problema della natura giuridica

DE ANGELIS, ADELE
10/02/2017

Abstract

La tesi è dedicata all'applicabilità della disciplina della concorrenza all'istruzione superiore universitaria, in particolare analizzando le problematiche legate alla natura giuridica delle università non statali e alla "sottocategoria" delle università telematiche . Ciò al fine di verificare se, a seguito della legge n. 240/2010, ( c.d.Riforma Gelmini ) e in seguito allo sviluppo della categorie delle università non statali e di quelle telematiche, la disciplina di un settore, come quello dell'istruzione, rientrante nei servizi di interesse generale a carattere sociale sia divenuta permeabile all'influenza del mercato concorrenziale, alla stregua dei servizi di interesse economico generale. La prima parte del lavoro è dedicata , più in generale alla struttura e al funzionamento del sistema universitario, come scaturente dalla legge n. 240/2010. Il primo capitolo esamina la disciplina delle università a seguito del menzionato intervento riformatore del 2010. Dopo una breve sintesi sulla situazione normativa precedente la riforma, e una premessa sulle basi costituzionali, prendendo in considerazione soprattutto la situazione relativa all'ultimo quarto di secolo, si passa ad esaminare la nuova disciplina, per come incidente sulle università in generale. il secondo capitolo affronta il tema dell'introduzione di regole e meccanismi tipici del mercato e della concorrenza all'interno del sistema universitario. Si inizia con la generale constatazione del cangiante rapporto tra diritti sociali e concorrenza e, soprattutto a seguito dell'influenza europea, della circostanza per la quale il costo dei diritti sociali ha implicato una diminuzione delle risorse a disposizione delle università e, dall'altro , tentare di recuperare risorse dalla collaborazione con altre pubbliche amministrazioni e con soggetti privati. Il capitolo esamina, in particolare il sistema di valutazione della didattica e della ricerca ; le modalità di finanziamento pubblico del sistema; la vexata questio relativa alla conservazione o abolizione del valore legale del titolo di studi; l'introduzione di elementi che conducono una parte degli atenei a concentrare l'attenzione sui profili didattici, emarginando quelli di ricerca; l'introduzione di meccanismi di aziendalizzazione dell'organizzazione universitaria; il problema dei rapporti con i privati, la possibilità o meno del fallimento di un ateneo; la questione per cui, pur essendo le università formalmente, enti pubblici non economici, sia ammissibile che la qualifica di università sia conferita a soggetti che operano con fini di lucro. Le questioni affrontate, portano a guardare da una nuova e diversa angolazione il problema di fondo, vale a dire, se anche il sistema universitario sia influenzato da modelli di tipo mercatista e debba rispondere e debba rispondere a criteri concorrenziali con particolare riferimento ai modi di gestione, di reperimento e di spendita delle risorse finanziarie. La seconda parte della tesi ha ad oggetto il tema specifico della natura del regime delle università non statali e le eventuali ricadute sull'applicazione della disciplina della concorrenza all'istruzione superiore. Il terzo capitolo tratta le università non statali. dopo una breve premessa storica , volta ad evidenziare la disciplina delle università non statali precedente la legge 24072010 e le disposizioni specifiche della riforma che concernono le università non statali, si esaminano, le caratteristiche strutturali degli atenei non statali, le analogie, le differenza, le modalità di finanziamento di tali università. Si giunge, poi, alla questione più approfondita in materia di atenei non statali, vale a dire: la loro natura giuridica. Sul tema si esamina la ricca giurisprudenza stratificatasi nel corso degli anni, con particolare attenzione per due pronunce recenti del giudice amministrativo di primo grado e di appello, relative all'applicabilità della disciplina della trasparenza, che hanno sviluppato tesi diverse in ordine alla natura giuridica: la tesi del Tar è legata lla tesi tradizionale, statica, della individuazione di indici rilevatori della natura pubblica, mentre quella del Consiglio di Stato è ispirata alla tesi di derivazione europea, dinamica, della natura cangiante e flessibile della nozione di pubblica amministrazione, legata alla funzione svolta e ai profili oggettivi. Il capitolo si chiude con l'analisi dei profili legati ai modi di applicazione della disciplina della trasparenza dei controlli amministrativi. Il quarto capitolo, affronta le questioni relative alla categoria specifica delle università telematiche., partendo dall'esame della disciplina normativa, per poi passare all'analisi delle caratteristiche peculiari delle università telematiche rispetto alle università " tradizionali". Si approfondisce in particolare la finalità di tali atenei e, in particolare, se essi perseguano o meno fini lucrativi. Ciò anche al fine di verificare se la comparsa delle università telematiche nel sistema universitario finisca per modificare anche le coordinate in ordine al tema di fondo, relativo all'applicazione della disciplina della concorrenza al sistema dell'istruzione superiore. La tesi , attraverso l'analisi del regime e dei tipi delle università non statali perviene alla conclusione che, sia per ragioni legate al nostro equilibrio costituzionale sia per motivi rinvenibili nel diritto europeo, una soluzione di mercato per l'università non sia praticabile, mentre andrebbe rafforzato il sistema nazionale universitario, al cui interno, operano, congiuntamente soggetti pubblici e privati. In riferimento alla natura pubblica o privata delle università non statali, il lavoro, giunge alla conclusione di aderire più alla tesi di stampo tradizionale soggettivistica, rispetto a quella oggettivistica di influenza europea.
10-feb-2017
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Tesi dottorato De Angelis

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Note: Articolo principale
Tipologia: Tesi di dottorato
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