La ricostruzione dell’antico paesaggio idrologico e le modalità di sfruttamento delle acque in territori considerati un tempo periferici del Vicino Oriente antico - quelli al di fuori delle grandi vallate fluviali - rappresentano un filone di ricerca di grande potenzialità non soltanto per gli studi orientalistici ma anche come base per una riflessione più ampia sulla sostenibilità e le strategie tradizionali di resilienza in territori climaticamente estremi, questione di grande attualità in un mondo contemporaneo in cui l’acqua rappresenta sempre più una risorsa strategica. Il convegno è volto a creare una piattaforma di confronto fra discipline differenti quali filologia, archeologia, geo-morfologia, geografia storica, sul tema centrale del rapporto fra uomo e acqua in ecosistemi difficili. Se, infatti, lo studio delle tecnologie idrauliche nelle vallate del Tigri e dell’Eufrate è stato oggetto di grande interesse fin dagli albori dell’orientalistica, che considerava l’introduzione di una irrigazione su larga scala come caratteristica saliente delle prime società statali, ricerche recenti nelle regioni “periferiche” della Mesopotamia hanno portato alla ricostruzione di interi ecosistemi antichi di cui si era persa memoria e in cui lo sfruttamento di fonti idriche residuali e la messa a punto di tecnologie di sfruttamento delle acque di falda in territori desertici o dalle acque salmastre, permisero lo uno sfruttamento più diffuso del territorio e rappresentarono poli di attrazione alternativi per le società umane.

Waters from the margin: Strategies of Water Management in Dry Regions and Marshy Environments in the Ancient Near East / Mori, Lucia. - (2016). (Intervento presentato al convegno Waters from the Margin: Strategies of Water Management in Dry Regions and Marshy Environments in the Ancient Near East tenutosi a Roma, Sapienza nel 18 novembre 2016).

Waters from the margin: Strategies of Water Management in Dry Regions and Marshy Environments in the Ancient Near East

MORI, Lucia
2016

Abstract

La ricostruzione dell’antico paesaggio idrologico e le modalità di sfruttamento delle acque in territori considerati un tempo periferici del Vicino Oriente antico - quelli al di fuori delle grandi vallate fluviali - rappresentano un filone di ricerca di grande potenzialità non soltanto per gli studi orientalistici ma anche come base per una riflessione più ampia sulla sostenibilità e le strategie tradizionali di resilienza in territori climaticamente estremi, questione di grande attualità in un mondo contemporaneo in cui l’acqua rappresenta sempre più una risorsa strategica. Il convegno è volto a creare una piattaforma di confronto fra discipline differenti quali filologia, archeologia, geo-morfologia, geografia storica, sul tema centrale del rapporto fra uomo e acqua in ecosistemi difficili. Se, infatti, lo studio delle tecnologie idrauliche nelle vallate del Tigri e dell’Eufrate è stato oggetto di grande interesse fin dagli albori dell’orientalistica, che considerava l’introduzione di una irrigazione su larga scala come caratteristica saliente delle prime società statali, ricerche recenti nelle regioni “periferiche” della Mesopotamia hanno portato alla ricostruzione di interi ecosistemi antichi di cui si era persa memoria e in cui lo sfruttamento di fonti idriche residuali e la messa a punto di tecnologie di sfruttamento delle acque di falda in territori desertici o dalle acque salmastre, permisero lo uno sfruttamento più diffuso del territorio e rappresentarono poli di attrazione alternativi per le società umane.
2016
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