Sul Consiglio europeo spirano venti di tempesta e non solo per la discussione sulla Brexit, la temuta uscita del Regno Unito dall’Unione. La scorsa conferenza di Monaco sulla sicurezza ha offerto un anticipo di quello che sarà un altro tema centrale del summit di Bruxelles: il no francese al sistema delle quote fisse di accoglienza dei rifugiati. “Bisogna dare un messaggio molto chiaro che dice: ora non accogliamo più rifugiati. Altrimenti saremo costretti a ristabilire le frontiere interne”. La sterzata del primo ministro Manuel Valls, dettata evidentemente anche da ragioni di politica interna, ha sancito, in un colpo solo, la fine del piano europeo sull’immigrazione e l’inizio di una nuova fase politica per il suo demiurgo, la cancelliera tedesca Angela Merkel, accusata in patria e all’estero di aver sottovalutato le implicazioni della sua politica liberale sulle migrazioni. Mentre il piano europeo naufragava tra ricollocamenti mancati, hot spot mai aperti e identificazioni random, nelle prime sei settimane del 2016, in Europa, sono arrivati più di 80 mila migranti e rifugiati. Secondo un recente rapporto della Commissione europea, il flusso, di gran lunga superiore a quello registrato nei primi quattro mesi del 2015, è stato gestito eludendo quasi completamente le indicazioni fissate a settembre 2015 dalla European Agenda on Migration.
Rifugiati, Il naufragio del sistema delle quote / Petrillo, Enza. - In: AFFARINTERNAZIONALI. - ISSN 2280-9228. - ELETTRONICO. - 2/2016(2016).
Rifugiati, Il naufragio del sistema delle quote
PETRILLO, ENZA
2016
Abstract
Sul Consiglio europeo spirano venti di tempesta e non solo per la discussione sulla Brexit, la temuta uscita del Regno Unito dall’Unione. La scorsa conferenza di Monaco sulla sicurezza ha offerto un anticipo di quello che sarà un altro tema centrale del summit di Bruxelles: il no francese al sistema delle quote fisse di accoglienza dei rifugiati. “Bisogna dare un messaggio molto chiaro che dice: ora non accogliamo più rifugiati. Altrimenti saremo costretti a ristabilire le frontiere interne”. La sterzata del primo ministro Manuel Valls, dettata evidentemente anche da ragioni di politica interna, ha sancito, in un colpo solo, la fine del piano europeo sull’immigrazione e l’inizio di una nuova fase politica per il suo demiurgo, la cancelliera tedesca Angela Merkel, accusata in patria e all’estero di aver sottovalutato le implicazioni della sua politica liberale sulle migrazioni. Mentre il piano europeo naufragava tra ricollocamenti mancati, hot spot mai aperti e identificazioni random, nelle prime sei settimane del 2016, in Europa, sono arrivati più di 80 mila migranti e rifugiati. Secondo un recente rapporto della Commissione europea, il flusso, di gran lunga superiore a quello registrato nei primi quattro mesi del 2015, è stato gestito eludendo quasi completamente le indicazioni fissate a settembre 2015 dalla European Agenda on Migration.File | Dimensione | Formato | |
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