Ora che il controverso accordo Ue-Turchia per contenere la crisi umanitaria è passato, ci si chiede cosa accadrà sul campo, lì al confine greco dove più di 30.000 migranti forzati premono alla frontiera macedone al ritmo del countdown disperato per entrare in Europa. Dal 21 marzo, l’entrata in vigore del piano ha cambiato di fatto le carte in tavola sovvertendo potenzialmente l’approccio adottato fino ad ora. Potenzialmente, appunto. Visto che ad oggi restano indefiniti i dettagli tecnici con cui la Grecia dovrà gestire i 47.536 migranti forzati bloccati nel paese, 926 dei quali registrati il giorno dopo la sottoscrizione dell’accordo. Se, in teoria, il piano prevede che per i migranti scatti l’identificazione in uno degli hot spot greci non appena superato il confine turco, in realtà, la catena operativa che dovrebbe scremare le loro richieste di ingresso, suddividendole tra titolari di protezione umanitaria e migranti irregolari, è tutt’altro che definita. Analogamente restano dubbie le modalità con cui la Turchia potrà rimpatriare nei paesi di provenienza i migranti espulsi dalla Grecia. L’affermazione del principio ‘uno a uno’, in base al quale, per ogni migrante irregolare respinto dalla Grecia e accolto in Turchia, le autorità europee accoglieranno e ridistribuiranno un rifugiato siriano proveniente direttamente dai campi profughi turchi, secondo le organizzazioni internazionali e non governative rischia di trasformarsi in un flop colossale.
Migranti, Spiragli nella rotta balcanica / Petrillo, Enza. - In: AFFARINTERNAZIONALI. - ISSN 2280-9228. - ELETTRONICO. - 3/2016(2016).
Migranti, Spiragli nella rotta balcanica
PETRILLO, ENZA
2016
Abstract
Ora che il controverso accordo Ue-Turchia per contenere la crisi umanitaria è passato, ci si chiede cosa accadrà sul campo, lì al confine greco dove più di 30.000 migranti forzati premono alla frontiera macedone al ritmo del countdown disperato per entrare in Europa. Dal 21 marzo, l’entrata in vigore del piano ha cambiato di fatto le carte in tavola sovvertendo potenzialmente l’approccio adottato fino ad ora. Potenzialmente, appunto. Visto che ad oggi restano indefiniti i dettagli tecnici con cui la Grecia dovrà gestire i 47.536 migranti forzati bloccati nel paese, 926 dei quali registrati il giorno dopo la sottoscrizione dell’accordo. Se, in teoria, il piano prevede che per i migranti scatti l’identificazione in uno degli hot spot greci non appena superato il confine turco, in realtà, la catena operativa che dovrebbe scremare le loro richieste di ingresso, suddividendole tra titolari di protezione umanitaria e migranti irregolari, è tutt’altro che definita. Analogamente restano dubbie le modalità con cui la Turchia potrà rimpatriare nei paesi di provenienza i migranti espulsi dalla Grecia. L’affermazione del principio ‘uno a uno’, in base al quale, per ogni migrante irregolare respinto dalla Grecia e accolto in Turchia, le autorità europee accoglieranno e ridistribuiranno un rifugiato siriano proveniente direttamente dai campi profughi turchi, secondo le organizzazioni internazionali e non governative rischia di trasformarsi in un flop colossale.File | Dimensione | Formato | |
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