Li chiamano migranti ambientali, rifugiati climatici, eco-profughi. Etichette evanescenti e prive di un quadro giuridico di riferimento, la cui cifra distintiva, ad oggi, è data solo dalla dimensione forzata della mobilità. Dal 2008 circa 26,4 milioni di persone all’anno hanno abbandonato i luoghi di origine per sfuggire a siccità, inondazioni, carestie o innalzamento del mare.Spesso le criticità ambientalim si intrecciano con altri fattori di rischio come il sottosviluppo, le strutture statuali fragili o il perdurare di situazioni di conflitto o di transizione istituzionale.Da anni diverse organizzazioni internazionali hanno avviato una riflessione sul ruolo del cambiamento climatico come threat multiplier, un moltiplicatore del rischio capace di intensificare situazioni socio-politiche già segnate dall’instabilità.Nonostante lo scenario sia più che preoccupante, soltanto di rado i piani di sviluppo e le politiche migratorie includono misure per i migranti ambientali. Ad oggi, nonostante un dibattito internazionale ormai pluriennale, ai rifugiati climatici non è riconosciuta alcuna titolarità umanitaria. Il lavoro discute le prospettive e le criticità di questa situazione.
Cambiamento climatico e migrazioni ambientali / Petrillo, Enza. - In: VIA BORGOGNA 3. - ISSN 2499-5339. - STAMPA. - 1:3(2016), pp. 50-53.
Cambiamento climatico e migrazioni ambientali
PETRILLO, ENZA
2016
Abstract
Li chiamano migranti ambientali, rifugiati climatici, eco-profughi. Etichette evanescenti e prive di un quadro giuridico di riferimento, la cui cifra distintiva, ad oggi, è data solo dalla dimensione forzata della mobilità. Dal 2008 circa 26,4 milioni di persone all’anno hanno abbandonato i luoghi di origine per sfuggire a siccità, inondazioni, carestie o innalzamento del mare.Spesso le criticità ambientalim si intrecciano con altri fattori di rischio come il sottosviluppo, le strutture statuali fragili o il perdurare di situazioni di conflitto o di transizione istituzionale.Da anni diverse organizzazioni internazionali hanno avviato una riflessione sul ruolo del cambiamento climatico come threat multiplier, un moltiplicatore del rischio capace di intensificare situazioni socio-politiche già segnate dall’instabilità.Nonostante lo scenario sia più che preoccupante, soltanto di rado i piani di sviluppo e le politiche migratorie includono misure per i migranti ambientali. Ad oggi, nonostante un dibattito internazionale ormai pluriennale, ai rifugiati climatici non è riconosciuta alcuna titolarità umanitaria. Il lavoro discute le prospettive e le criticità di questa situazione.File | Dimensione | Formato | |
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