Lo studio, percorrendo dapprima la vita di Origene, evidenzia i frequenti rapporti avuti con numerosi vescovi, che permisero a lui, διδάσκαλος presbitero e sempre, comunque, ἀνὴρ ἐκκλησιαστικός, di poterne valutare pregi e difetti: numerosi infatti sono i luoghi delle sue opere in cui egli li espone, quasi sempre sollecitato da passi scritturistici che si prestavano bene a considerazioni attualizzanti. Lo studio si sofferma poi ad esaminare due brani nei quali egli esprime il suo pensiero sul ruolo che riteneva dovesse svolgere il vescovo nella chiesa. A commento di Mt 23, 3-7 sottolinea la necessità che il vescovo sia consapevole che “propriamente vescovo è il Signore Gesù” e pertanto, almeno di fronte a Dio, cioè nell’interiorità della sua coscienza, riconosca che quel titolo non gli è proprio (CMtS 10). Predicando quindi su Ger 12, 13 e riferendosi ugualmente a quanti presiedono nelle chiese, avverte come “ciò che giova non è il puro fatto di sedersi in presbiterio, ma il vivere in modo degno di quel luogo” (HIer XI, 3). A proposito infine dell’affermazione riferita in 1Tm 3, 1 Origene ritiene che l’episcopato sia effettivamente un nobile ufficio ma solo perché non deriva da volontà umana ma da chiamata divina, chiamata a cui deve corrispondere una risposta incentrata sul servizio, secondo il modello offerto da Paolo.
Origene. Cristo vero vescovo e pontefice / Cocchini, Francesca. - In: URBANIANA UNIVERSITY JOURNAL. - ISSN 2522-6215. - STAMPA. - 68/3:LXVIII(2015), pp. 13-27.
Origene. Cristo vero vescovo e pontefice
COCCHINI, Francesca
2015
Abstract
Lo studio, percorrendo dapprima la vita di Origene, evidenzia i frequenti rapporti avuti con numerosi vescovi, che permisero a lui, διδάσκαλος presbitero e sempre, comunque, ἀνὴρ ἐκκλησιαστικός, di poterne valutare pregi e difetti: numerosi infatti sono i luoghi delle sue opere in cui egli li espone, quasi sempre sollecitato da passi scritturistici che si prestavano bene a considerazioni attualizzanti. Lo studio si sofferma poi ad esaminare due brani nei quali egli esprime il suo pensiero sul ruolo che riteneva dovesse svolgere il vescovo nella chiesa. A commento di Mt 23, 3-7 sottolinea la necessità che il vescovo sia consapevole che “propriamente vescovo è il Signore Gesù” e pertanto, almeno di fronte a Dio, cioè nell’interiorità della sua coscienza, riconosca che quel titolo non gli è proprio (CMtS 10). Predicando quindi su Ger 12, 13 e riferendosi ugualmente a quanti presiedono nelle chiese, avverte come “ciò che giova non è il puro fatto di sedersi in presbiterio, ma il vivere in modo degno di quel luogo” (HIer XI, 3). A proposito infine dell’affermazione riferita in 1Tm 3, 1 Origene ritiene che l’episcopato sia effettivamente un nobile ufficio ma solo perché non deriva da volontà umana ma da chiamata divina, chiamata a cui deve corrispondere una risposta incentrata sul servizio, secondo il modello offerto da Paolo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Cocchini_Origene-Cristo-vero_2015.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
1 MB
Formato
Adobe PDF
|
1 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.