E' in atto da anni una delle campagne archeologiche più vaste che abbiano interessato la città da lungo tempo, sia per estensione che per profondità, eppure se ne sente poco parlare, se non in concomitanza di rinvenimenti, effettivamente eccezionali, che continuano a sorprendere pubblico ed esperti. Si tratta dei saggi e degli scavi compiuti funzionalmente alla realizzazione, lenta e faticosa, della nuova linea C della metropolitana cittadina, che si appresta ormai ad entrare, tra mille difficoltà e polemiche, nel corpo vivo dell'enorme centro storico di Roma. Non serve ricordare quanto quest'ultimo sia il più formidabile deposito di strati, tesori e documenti non solo dell'antichità più remota, ma anche di fasi più recenti, cresciute una sull'altra senza smettere di riscrivere un palinsensto che stiamo ereditando e sul quale abbiamo il dovere di scrivere la nostra pagina di contemporanei. Tuttavia questo potenziale enorme stenta ad entrare nel sentire comune come una risorsa a cui poter e dover attingere a piene mani per una fruizione evoluta e aggiornata di una città che spesso sembra più oppressa dal peso del suo stesso patrimonio piuttosto che alimentata da esso. Delizia degli archeologi, la stratificazione della città è più spesso croce per tecnici e amministratori, che la vedono preferibilmente come un intralcio incontrollabile alla programmazione lineare di tempi e costi, e quindi foriera di complicazioni, ritardi, aumenti di costo, varianti, che finiscono per occupare le cronache dei giornali con le polemiche sui ritardi o sui duelli tra i soggetti attuatori e gli enti di tutela. I "cocci", come si sa a Roma, sono una dannazione per ogni cantiere ed è naturalmente impensabile che un'opera pubblica della portata di una linea di metropolitana non debba misurarsi attivamente con un contesto così denso; tuttavia storicamente l'approccio è stato normalmente improntato ad un dualismo oppositivo in cui si fronteggiano le esigenze contrattuali dell'esecuzione dell'opera e le "sorprese", gli ostacoli opposti dai rinvenimenti, in una logica per cui il cronoprogramma dell'opera è sostanzialmente "disturbato" da malaugurate interferenze. La storia breve e modesta del trasporto sotterraneo di Roma dimostra ampiamente quanto la prospettiva sia stata strettamente orientata alla prevalenza del "male necessario" rispetto a decine di occasioni perse per sempre. Si può fare diversamente? Certamente la sensibilità verso il patrimonio e le modalità della sua conservazione e coinvolgimento in contesti più attivi ha fatto apprezzabili progressi, ed è anche possibile valutarne alcuni risultati nello specifico del confronto con le infrastrutture di trasporto. In questa direzione sta cominciando a muoversi anche Roma, allorché all'approssimarsi della tratta esterna della linea C ai margini del centro storico, la Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l'Area Archeologica di Roma ha ritenuto di prescrivere al realizzatore, Consorzio MetroC spa, una revisione del progetto standard di linea già impiegato per la tratta da Pantano a Lodi, in funzione di una maggiore contestualizzazione ai luoghi che la linea attraverserà a partire dalla stazione di San Giovanni. Al gruppo di ricerca della Sapienza guidato da Andrea Grimaldi e Filippo Lambertucci è stato perciò chiesto di reinterpretare gli spazi interni della nuova stazione di San Giovanni in funzione della valorizzazione del contesto storico-archeologico. La sfida è stata quella di elaborare un concetto museografico che invece di misurarsi con le condizioni proprie di una normale esposizione museale come ad esempio la giusta distanza, il giusto tempo di attenzione, una condizione di calma e volontaria predisposizione, un'illuminazione che risponda ai soli criteri dell'ottimizzazione della messa in scena, deve piuttosto confrontarsi con le condizioni di un vero e proprio impatto fisico con una massa di passeggeri che hanno per prima preoccupazione quella di prendere un treno.

Attraversare la storia. La stazione San Giovanni e altre potenzialità della mobilità sotterranea a Roma / Lambertucci, Filippo. - In: AR. - ISSN 0392-2014. - STAMPA. - 117(2017), pp. 44-49.

Attraversare la storia. La stazione San Giovanni e altre potenzialità della mobilità sotterranea a Roma

LAMBERTUCCI, FILIPPO
2017

Abstract

E' in atto da anni una delle campagne archeologiche più vaste che abbiano interessato la città da lungo tempo, sia per estensione che per profondità, eppure se ne sente poco parlare, se non in concomitanza di rinvenimenti, effettivamente eccezionali, che continuano a sorprendere pubblico ed esperti. Si tratta dei saggi e degli scavi compiuti funzionalmente alla realizzazione, lenta e faticosa, della nuova linea C della metropolitana cittadina, che si appresta ormai ad entrare, tra mille difficoltà e polemiche, nel corpo vivo dell'enorme centro storico di Roma. Non serve ricordare quanto quest'ultimo sia il più formidabile deposito di strati, tesori e documenti non solo dell'antichità più remota, ma anche di fasi più recenti, cresciute una sull'altra senza smettere di riscrivere un palinsensto che stiamo ereditando e sul quale abbiamo il dovere di scrivere la nostra pagina di contemporanei. Tuttavia questo potenziale enorme stenta ad entrare nel sentire comune come una risorsa a cui poter e dover attingere a piene mani per una fruizione evoluta e aggiornata di una città che spesso sembra più oppressa dal peso del suo stesso patrimonio piuttosto che alimentata da esso. Delizia degli archeologi, la stratificazione della città è più spesso croce per tecnici e amministratori, che la vedono preferibilmente come un intralcio incontrollabile alla programmazione lineare di tempi e costi, e quindi foriera di complicazioni, ritardi, aumenti di costo, varianti, che finiscono per occupare le cronache dei giornali con le polemiche sui ritardi o sui duelli tra i soggetti attuatori e gli enti di tutela. I "cocci", come si sa a Roma, sono una dannazione per ogni cantiere ed è naturalmente impensabile che un'opera pubblica della portata di una linea di metropolitana non debba misurarsi attivamente con un contesto così denso; tuttavia storicamente l'approccio è stato normalmente improntato ad un dualismo oppositivo in cui si fronteggiano le esigenze contrattuali dell'esecuzione dell'opera e le "sorprese", gli ostacoli opposti dai rinvenimenti, in una logica per cui il cronoprogramma dell'opera è sostanzialmente "disturbato" da malaugurate interferenze. La storia breve e modesta del trasporto sotterraneo di Roma dimostra ampiamente quanto la prospettiva sia stata strettamente orientata alla prevalenza del "male necessario" rispetto a decine di occasioni perse per sempre. Si può fare diversamente? Certamente la sensibilità verso il patrimonio e le modalità della sua conservazione e coinvolgimento in contesti più attivi ha fatto apprezzabili progressi, ed è anche possibile valutarne alcuni risultati nello specifico del confronto con le infrastrutture di trasporto. In questa direzione sta cominciando a muoversi anche Roma, allorché all'approssimarsi della tratta esterna della linea C ai margini del centro storico, la Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l'Area Archeologica di Roma ha ritenuto di prescrivere al realizzatore, Consorzio MetroC spa, una revisione del progetto standard di linea già impiegato per la tratta da Pantano a Lodi, in funzione di una maggiore contestualizzazione ai luoghi che la linea attraverserà a partire dalla stazione di San Giovanni. Al gruppo di ricerca della Sapienza guidato da Andrea Grimaldi e Filippo Lambertucci è stato perciò chiesto di reinterpretare gli spazi interni della nuova stazione di San Giovanni in funzione della valorizzazione del contesto storico-archeologico. La sfida è stata quella di elaborare un concetto museografico che invece di misurarsi con le condizioni proprie di una normale esposizione museale come ad esempio la giusta distanza, il giusto tempo di attenzione, una condizione di calma e volontaria predisposizione, un'illuminazione che risponda ai soli criteri dell'ottimizzazione della messa in scena, deve piuttosto confrontarsi con le condizioni di un vero e proprio impatto fisico con una massa di passeggeri che hanno per prima preoccupazione quella di prendere un treno.
2017
mobilità; archeologia; Roma
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Attraversare la storia. La stazione San Giovanni e altre potenzialità della mobilità sotterranea a Roma / Lambertucci, Filippo. - In: AR. - ISSN 0392-2014. - STAMPA. - 117(2017), pp. 44-49.
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