An American way to Mies. La versione di Elwood

Quite strangely Elwood is an architect not much studied, if we think of the quality of its architecture. In only two monographs concerning him, his work is framed through the filter of the obvious critical Miesian ancestry . Yet there are many other issues that are intertwined. Among them: the constant research on the type of house; the expressive use of wood and steel frame construction. We propose here a reflection on this second theme , through the comparison of three works of different public / private gradient: an house, an office building and a building for higher education. In all , Ellwood works for sequences of structural bays which, by of modular cages, sometime filled up, other times remain empty to configure the so-called porch those of the American tradition. This expressive research so adherent to itself , which follows so closely the iterative principle of prefabrication, produces a unique result: the size and the public status of the work does not increase its monumentality, but only increases his 'physical dimension'. It does not vary greatly the pitch of the span but the number of times that it is repeated. This constructive pragmatism , which excludes the presence of God in detail , separates Ellwood from the master from Aachen and , more generally , helps us to measure the distance between European thought and american constructive ways.

Elwood è un architetto stranamente non molto studiato, se pensiamo alla qualità della sua architettura. Nelle due sole monografie che lo riguardano, il suo lavoro è inquadrato attraverso il filtro dell'origine Miesiana. Ma ci sono molti altri temi che nella sua opera si intrecciano. Tra questi: la ricerca costante sul tipo della casa unifamiliare e l'uso espressivo della struttura in legno e in acciaio. Proponiamo qui una riflessione su questo secondo tema, attraverso il confronto di tre opere di diversa scala: una casa, un edificio per uffici e un edificio per l'istruzione superiore. In tutte, Ellwood lavora accostando sequenze di campate strutturali che, come gabbie modulari, talvolta vengono riempite, altre volte rimangono vuote per configurare i portici propri della tradizione americana. Questa ricerca espressiva così aderente a se stessa, che segue così strettamente il principio iterativo della prefabbricazione, produce un risultato unico: al crescere della dimensione dell'opera non aumenta la sua monumentalità, ma aumenta solo la sua "dimensione fisica". Non varia notevolmente il passo della campata, ma solo il numero di volte che essa viene ripetuta. Questo pragmatismo costruttivo, che esclude la presenza di Dio nel dettaglio, allontana Ellwood dal maestro di Aachen e, più in generale, ci aiuta a misurare la distanza tra il pensiero europeo e i modi costruttivi americani.