Good practice in geography. Reading cartografia critica

Inspired by the recent book of Emanuela Casti, the article develops some methodological reflections on the attitudes that should characterise the approach of a serious research in geography. From the ethical value of the work of a researcher to the perception of their role, come identified some best practices that provide important methodological guidance. In the margins it critically analyses the proposals contained in the book, aimed at overcoming the rationalist approach and founding one post-topographic, able to express cultural values and the social sense of place. The article concludes with a reflection on the requirement for the universal legibility of the map, and on the relationship between the subject and object of representation, that current trends are rapidly transforming. This last theme covers both the ethical and epistemological dimension of geographical research.

Prendendo spunto da un recente libro di Emanuela Casti, l’articolo sviluppa alcune riflessioni di metodo sugli atteggiamenti che dovrebbero caratterizzare l’approccio di una seria ricerca in geografia. Dal valore etico dell’attività del ricercatore fino alla percezione del proprio ruolo, vengono individuate alcune best practice che forniscono importanti indicazioni metodologiche. A margine si analizzano criticamente le proposte contenute nel libro finalizzate a superare l’approccio razionalista in cartografia e fondarne uno post-topografico in grado di esprimere i valori culturali e il senso sociale dei luoghi. L’articolo conclude infine con una riflessione sul requisito di leggibilità universale della carta geografica e sul rapporto tra il soggetto e l’oggetto della rappresentazione, che le tendenze attuali vanno rapidamente trasformando. Un tema, quest’ultimo, che riguarda allo stesso tempo la dimensione etica e quella epistemologica della ricerca geografica.