The essay discuss the intricate genesis of the lot where the Roman monastery of Santa Maria dei Sette Dolori in Trastevere was built, from the early formation due to a private enfiteutic parcelling under Sixtus V, to the slow transformation into a feminine religious complex by the Duchess Camilla Virginia Savelli from 1641. After having acquired for nearly twenty years all the enfiteutical rights on the buildings forming the “insula” – by donation of the Marquis Giulio Pandini or by purchase from his heirs – the noblewoman undertook a progressive process of unification and transformation of the “insula” into a monastery. The acquisition, completed in 1658, was preceded by the construction ex novo of a monumental wing with the church designed by Borromini (from 1642). The architect was confronted with a densely built environment, whose property was still to be defined. Based on unpublished drawings and archival documents the essay describes the urban context, the consistency of the pre-existing buildings of the monastery, and the different phases of the Borrominian project. It also shows that the architect, following the directions of the client, developed the church and the residential block of the nuns in strict accordance with the Instructiones for female monasteries by Carlo Borromeo.

Il caso storiografico dell’opera di Borromini a Santa Maria dei Sette Dolori è emblematico dei limiti di un metodo d’indagine concentrato nel passato sul capolavoro architettonico estrapolato dal suo contesto e reso entità astratta e isolata. Il saggio affronta per la prima volta in modo sistematico le intricate vicende dell’isolato dove sorge il monastero romano di Santa Maria dei Sette Dolori a Trastevere, dalla formazione risalente a una lottizzazione enfiteutica privata di età sistina, alla lenta trasformazione in complesso religioso femminile avviata per iniziativa della duchessa Camilla Virginia Savelli a partire dal 1641. Appropriatasi nell’arco di quasi un ventennio dell’utile dominio di tutte le fabbriche insistenti sull’isolato, per donazione del marchese Giulio Cesare Pandini o per acquisto dai suoi eredi in forza della bolla gregoriana Iure congrui, la nobildonna intraprese il loro progressivo accorpamento e riduzione in monastero. L’acquisizione, completata nel 1658, fu preceduta dall’edificazione ex novo di un’ala monumentale con la chiesa su progetto di Borromini (dal 1642). L’architetto ebbe a confrontarsi con un contesto interamente edificato, la cui proprietà era in larga parte ancora da definire. Nel saggio si ricostruiscono il contesto urbano, la consistenza delle preesistenze incorporate nel monastero, nonché le fasi della genesi progettuale borrominiana sulla base di disegni e documenti inediti. L’architetto ticinese, assecondando la volontà della committente, sviluppò il progetto della chiesa e del blocco residenziale delle monache attenendosi strettamente alle “Instructiones” borromaiche per i monasteri religiosi femminili.

Il complesso di Santa Maria dei Sette Dolori sul Gianicolo. Il monumento borrominiano e il suo contesto / Tabarrini, Marisa. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - STAMPA. - 65:nuova serie(2016), pp. 21-50.

Il complesso di Santa Maria dei Sette Dolori sul Gianicolo. Il monumento borrominiano e il suo contesto

TABARRINI, Marisa
2016

Abstract

The essay discuss the intricate genesis of the lot where the Roman monastery of Santa Maria dei Sette Dolori in Trastevere was built, from the early formation due to a private enfiteutic parcelling under Sixtus V, to the slow transformation into a feminine religious complex by the Duchess Camilla Virginia Savelli from 1641. After having acquired for nearly twenty years all the enfiteutical rights on the buildings forming the “insula” – by donation of the Marquis Giulio Pandini or by purchase from his heirs – the noblewoman undertook a progressive process of unification and transformation of the “insula” into a monastery. The acquisition, completed in 1658, was preceded by the construction ex novo of a monumental wing with the church designed by Borromini (from 1642). The architect was confronted with a densely built environment, whose property was still to be defined. Based on unpublished drawings and archival documents the essay describes the urban context, the consistency of the pre-existing buildings of the monastery, and the different phases of the Borrominian project. It also shows that the architect, following the directions of the client, developed the church and the residential block of the nuns in strict accordance with the Instructiones for female monasteries by Carlo Borromeo.
2016
Il caso storiografico dell’opera di Borromini a Santa Maria dei Sette Dolori è emblematico dei limiti di un metodo d’indagine concentrato nel passato sul capolavoro architettonico estrapolato dal suo contesto e reso entità astratta e isolata. Il saggio affronta per la prima volta in modo sistematico le intricate vicende dell’isolato dove sorge il monastero romano di Santa Maria dei Sette Dolori a Trastevere, dalla formazione risalente a una lottizzazione enfiteutica privata di età sistina, alla lenta trasformazione in complesso religioso femminile avviata per iniziativa della duchessa Camilla Virginia Savelli a partire dal 1641. Appropriatasi nell’arco di quasi un ventennio dell’utile dominio di tutte le fabbriche insistenti sull’isolato, per donazione del marchese Giulio Cesare Pandini o per acquisto dai suoi eredi in forza della bolla gregoriana Iure congrui, la nobildonna intraprese il loro progressivo accorpamento e riduzione in monastero. L’acquisizione, completata nel 1658, fu preceduta dall’edificazione ex novo di un’ala monumentale con la chiesa su progetto di Borromini (dal 1642). L’architetto ebbe a confrontarsi con un contesto interamente edificato, la cui proprietà era in larga parte ancora da definire. Nel saggio si ricostruiscono il contesto urbano, la consistenza delle preesistenze incorporate nel monastero, nonché le fasi della genesi progettuale borrominiana sulla base di disegni e documenti inediti. L’architetto ticinese, assecondando la volontà della committente, sviluppò il progetto della chiesa e del blocco residenziale delle monache attenendosi strettamente alle “Instructiones” borromaiche per i monasteri religiosi femminili.
Roma; Santa Maria dei Sette Dolori; Francesco Borromini; Giulio Cesare Pandini; Camilla Virginia Savelli; Gianicolo; via delle Fornaci;
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Il complesso di Santa Maria dei Sette Dolori sul Gianicolo. Il monumento borrominiano e il suo contesto / Tabarrini, Marisa. - In: QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA. - ISSN 0485-4152. - STAMPA. - 65:nuova serie(2016), pp. 21-50.
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