The article introduces the monographic number of the journal “L’Uomo” dedicated to the theme of "restitution", and it presents the issue of how the results of ethnographic fieldwork can be returned to those who have been its object; it also deals with the delicate implications that such restitution entails in the current international setting, following the transformations of the role of the anthropologist, the new kind of relationship between the researcher and the people and communities with whom he interacts, the latest legislation on privacy and how artifacts collected on the field can be used, studied and exhibited in museums. After a brief general discussion of the issues raised by the various forms that restitution can take, the texts collected in the volume are reviewed, covering the following themes: the uses of ethnomusicological material collected in Italian rural communities and archived or broadcast by radio (Antonello Ricci); the peculiar forms of "repatriation" concerning Oceanian objects preserved in European museums, sometimes repatriated in their countries of origin, sometimes regarded as "ambassadors" of their cultures (Matteo Aria); the legitimacy of the research practice carried out in ethnological missions funded by public institutions and the specific forms of restitution experienced in the Ghanian context (Mariano Pavanello); the contribution of anthropology to the formulation and management of the delicate issue of land restitution to the indigenous peoples of Latin America (Antonino Colajanni); the peculiar form of creative hybridization (remix) to which Native Americans have submitted exogenous objects, ideas and patterns, "returning" them to the outside world from which they have drawn them (Elvira Stefania Tiberini).

L'articolo introduce il numero monografico della rivista L’Uomo dedicato l tema della “restituzione” e presenta la problematica di come sia possibile rendere a quanti ne sono stati l’oggetto il frutto del lavoro di indagine etnografica, nonché quella delle delicate implicazioni che essa comporta nell'attuale panorama internazionale, dopo le trasformazioni subite dal ruolo del ricercatore antropologo, dai rapporti tra questi e le persone e le comunità con cui interagisce, dalla normativa sulla privacy e sulla patrimonializzazione dei manufatti reperiti sul campo e musealizzati. Dopo una breve disamina generale delle questioni sollevate dalle diverse forme che la restituzione può assumere, si passano in rassegna i testi raccolti nel volume, che spaziano dalla trattazione degli usi dei materiali etnomusicologici raccolti nelle comunità rurali italiane e archiviati o diffusi radiofonicamente (Antonello Ricci); alle peculiari forme di restituzione (“repatriation”) riservate in Oceania a oggetti conservati nei musei europei e ora rimpatriati nei paesi d’origine, ora considerati “ambasciatori” delle loro culture (Matteo Aria); alla riflessione sulla legittimità della pratica di ricerca effettuata in seno alle Missioni Etnologiche finanziate da istituzioni pubbliche e sulle specifiche forme di restituzione sperimentate in contesto ghanese (Mariano Pavanello); al contributo dell’antropologia alla formulazione e alla gestione della delicata questione della restituzione delle terre alle popolazioni indigene dell’America Latina (Antonino Colajanni); alla peculiare forma di ibridazione creativa (remix) cui i Nativi nord-americani hanno sottoposto oggetti, idee e modelli esogeni, “restituendoli” poi al mondo esterno da cui li hanno tratti (Elvira Stefania Tiberini).

Introduzione. Processi e forme di restituzione / Minicuci, Maria; Lupo, Alessandro. - In: L'UOMO. - ISSN 1125-5862. - STAMPA. - 2015:2(2015), pp. 7-13.

Introduzione. Processi e forme di restituzione

MINICUCI, Maria;LUPO, Alessandro
2015

Abstract

The article introduces the monographic number of the journal “L’Uomo” dedicated to the theme of "restitution", and it presents the issue of how the results of ethnographic fieldwork can be returned to those who have been its object; it also deals with the delicate implications that such restitution entails in the current international setting, following the transformations of the role of the anthropologist, the new kind of relationship between the researcher and the people and communities with whom he interacts, the latest legislation on privacy and how artifacts collected on the field can be used, studied and exhibited in museums. After a brief general discussion of the issues raised by the various forms that restitution can take, the texts collected in the volume are reviewed, covering the following themes: the uses of ethnomusicological material collected in Italian rural communities and archived or broadcast by radio (Antonello Ricci); the peculiar forms of "repatriation" concerning Oceanian objects preserved in European museums, sometimes repatriated in their countries of origin, sometimes regarded as "ambassadors" of their cultures (Matteo Aria); the legitimacy of the research practice carried out in ethnological missions funded by public institutions and the specific forms of restitution experienced in the Ghanian context (Mariano Pavanello); the contribution of anthropology to the formulation and management of the delicate issue of land restitution to the indigenous peoples of Latin America (Antonino Colajanni); the peculiar form of creative hybridization (remix) to which Native Americans have submitted exogenous objects, ideas and patterns, "returning" them to the outside world from which they have drawn them (Elvira Stefania Tiberini).
2015
L'articolo introduce il numero monografico della rivista L’Uomo dedicato l tema della “restituzione” e presenta la problematica di come sia possibile rendere a quanti ne sono stati l’oggetto il frutto del lavoro di indagine etnografica, nonché quella delle delicate implicazioni che essa comporta nell'attuale panorama internazionale, dopo le trasformazioni subite dal ruolo del ricercatore antropologo, dai rapporti tra questi e le persone e le comunità con cui interagisce, dalla normativa sulla privacy e sulla patrimonializzazione dei manufatti reperiti sul campo e musealizzati. Dopo una breve disamina generale delle questioni sollevate dalle diverse forme che la restituzione può assumere, si passano in rassegna i testi raccolti nel volume, che spaziano dalla trattazione degli usi dei materiali etnomusicologici raccolti nelle comunità rurali italiane e archiviati o diffusi radiofonicamente (Antonello Ricci); alle peculiari forme di restituzione (“repatriation”) riservate in Oceania a oggetti conservati nei musei europei e ora rimpatriati nei paesi d’origine, ora considerati “ambasciatori” delle loro culture (Matteo Aria); alla riflessione sulla legittimità della pratica di ricerca effettuata in seno alle Missioni Etnologiche finanziate da istituzioni pubbliche e sulle specifiche forme di restituzione sperimentate in contesto ghanese (Mariano Pavanello); al contributo dell’antropologia alla formulazione e alla gestione della delicata questione della restituzione delle terre alle popolazioni indigene dell’America Latina (Antonino Colajanni); alla peculiare forma di ibridazione creativa (remix) cui i Nativi nord-americani hanno sottoposto oggetti, idee e modelli esogeni, “restituendoli” poi al mondo esterno da cui li hanno tratti (Elvira Stefania Tiberini).
Etnologia; ricerca sul campo; restituzione; deontologia della ricerca
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Introduzione. Processi e forme di restituzione / Minicuci, Maria; Lupo, Alessandro. - In: L'UOMO. - ISSN 1125-5862. - STAMPA. - 2015:2(2015), pp. 7-13.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/961783
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