Teatri e cinema storici abbandonati e trasformati; strutture spesso manipolate per essere poi riattivate dopo restauri ‘infiniti’. Bastano poche parole per delineare la situazione di sofferenza di un settore del nostro patrimonio architettonico, quello dei teatri, cinema, sale da musica e auditorium; vale a dire quegli edifici specialistici riconosciuti, nel tempo, quali simboli culturali e sociali della città. Oggi molte di queste strutture, ormai prive dell’originaria funzione, hanno perduto quel ruolo urbano e pubblico di riferimento che le caratterizzava; attualmente decadute e, sovente, oggetto d’interminabili contenziosi, queste vengono demolite o rinnegate, e, nella migliore delle ipotesi, alterate come esclusivi prodotti di consumo legati a disinvolte esigenze di mercato. Il contributo, che si basa sull’approfondimento delle attuali conoscenze sull’argomento, intende impostare una rilettura di più ampio respiro sull’argomento che tenga conto della complessità degli aspetti connessi alla trasformazione funzionale e all’adeguamento di queste strutture. Verificare l’attuale casistica di utilizzo che, da una prima indagine, sembra muoversi tra operazioni di ripristino, adeguamento, ri-uso, modificazione e innovazione. Attraverso alcune esperienze italiane e internazionali, si vogliono presentare alcuni casi esemplari che ben esemplificano le diverse problematiche legate all’aggiornamento di tali strutture. Per lo più ci si trova di fronte a modifiche funzionali e architettoniche guidate esclusivamente da interessi economici e speculativi che spesso portano, attraverso l’alterazione, alla perdita totale di tali ‘memorie’. Si tratta di tematiche che entrano a pieno titolo all’interno della disciplina del restauro: prima di tutto per il tema della ‘compatibilità’ d’uso tra nuove destinazioni e peculiari funzioni dell’opera, oltre che della predisposizione di tali organismi a ‘tollerare’ le modifiche funzionali, impiantistiche, statiche necessarie per accogliere nuove attività, mantenendone inalterati i ‘valori’ preesistenti, senza manipolare il carattere e l’autenticità dell’opera. Lo studio si pone come obiettivo finale quello d’indagare il rapporto che viene a instaurarsi tra contenitore storico e trasformazione d’uso, cercando di comprendere come sia possibile, sulla base di mutate necessità, soddisfare da una parte le esigenze della conservazione e dall’altra quelle della trasformazione.
Teatri e cinema storici, tra abbandoni, ripristini e ‘incompatibilità’ / Turco, Maria Grazia. - In: CONFRONTI. - ISSN 2279-7920. - STAMPA. - 6-7:IV(2016), pp. 75-84.
Teatri e cinema storici, tra abbandoni, ripristini e ‘incompatibilità’
TURCO, Maria Grazia
2016
Abstract
Teatri e cinema storici abbandonati e trasformati; strutture spesso manipolate per essere poi riattivate dopo restauri ‘infiniti’. Bastano poche parole per delineare la situazione di sofferenza di un settore del nostro patrimonio architettonico, quello dei teatri, cinema, sale da musica e auditorium; vale a dire quegli edifici specialistici riconosciuti, nel tempo, quali simboli culturali e sociali della città. Oggi molte di queste strutture, ormai prive dell’originaria funzione, hanno perduto quel ruolo urbano e pubblico di riferimento che le caratterizzava; attualmente decadute e, sovente, oggetto d’interminabili contenziosi, queste vengono demolite o rinnegate, e, nella migliore delle ipotesi, alterate come esclusivi prodotti di consumo legati a disinvolte esigenze di mercato. Il contributo, che si basa sull’approfondimento delle attuali conoscenze sull’argomento, intende impostare una rilettura di più ampio respiro sull’argomento che tenga conto della complessità degli aspetti connessi alla trasformazione funzionale e all’adeguamento di queste strutture. Verificare l’attuale casistica di utilizzo che, da una prima indagine, sembra muoversi tra operazioni di ripristino, adeguamento, ri-uso, modificazione e innovazione. Attraverso alcune esperienze italiane e internazionali, si vogliono presentare alcuni casi esemplari che ben esemplificano le diverse problematiche legate all’aggiornamento di tali strutture. Per lo più ci si trova di fronte a modifiche funzionali e architettoniche guidate esclusivamente da interessi economici e speculativi che spesso portano, attraverso l’alterazione, alla perdita totale di tali ‘memorie’. Si tratta di tematiche che entrano a pieno titolo all’interno della disciplina del restauro: prima di tutto per il tema della ‘compatibilità’ d’uso tra nuove destinazioni e peculiari funzioni dell’opera, oltre che della predisposizione di tali organismi a ‘tollerare’ le modifiche funzionali, impiantistiche, statiche necessarie per accogliere nuove attività, mantenendone inalterati i ‘valori’ preesistenti, senza manipolare il carattere e l’autenticità dell’opera. Lo studio si pone come obiettivo finale quello d’indagare il rapporto che viene a instaurarsi tra contenitore storico e trasformazione d’uso, cercando di comprendere come sia possibile, sulla base di mutate necessità, soddisfare da una parte le esigenze della conservazione e dall’altra quelle della trasformazione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Turco_Teatri-cinema_2016.pdf
solo gestori archivio
Note: http://www.arte-m.net/editoria/confronti-quaderni-restauro-architettonico-6-7/
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
356.75 kB
Formato
Adobe PDF
|
356.75 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.