Il Padiglione Italia alla 15° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia è stato dominato dai temi dell’architettura sociale. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane - e il gruppo di TAMassociati - curatori dell’allestimento – hanno delineato il programma della mostra sviluppando "il tema dell’architettura come arte sociale e strumento al servizio della collettività e del suo accesso ai beni comuni". Un'architettura che si "prende cura degli individui, dei luoghi e delle risorse e fa la differenza. E' parte di un processo collettivo in cui occorre pensare alle necessità, incontrare le persone e agire negli spazi a favore delle comunità nelle zone di degrado e marginalità". I temi della Biennale possono risultare molto fertili anche all’interno della ricerca e della formazione universitaria. Per questo il MiBACT ha sottoscritto con alcune Università italiane un Protocollo di Intesa per lo svolgimento di workshop di progettazione sul tema dell’architettura sociale, con una forte connotazione transdisciplinare e operativa . Uno dei workshop, svolto nel Padiglione Italia della Biennale di Venezia dal 21 al 23 settembre 2016, è stato coordinato da Antonio Scarponi - Conceptual Devices con docenti della Sapienza Università di Roma e dell'Università della Calabria e studenti con una formazione molto eterogenea, provenienti dal Corso di laurea interateneo Tuscia -Sapienza in Progettazione dell’Ambiente e del Paesaggio; da Architettura –Corso di architettura degli interni e allestimento; dal Corso di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura; dal Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio; dal Corso di Laurea Magistrale in Economia Aziendale e dal Corso di Laurea in Filosofie e Scienze della Comunicazione. Il progetto di architettura è stato contestualizzato all’interno delle vaste aree urbanizzate contemporanee, di fronte ai nuovi bisogni della collettività, in particolare dei soggetti fragili, nel tentativo di contrastare i rischi di marginalità spaziale, economica e sociale dell’abitare contemporaneo. I progetti sono stati interpretati come “dispositivi” in grado di attivare risorse locali, economie circolari e partecipazione diretta alle scelte di trasformazione. Nel workshop è stato affrontato il progetto di micro-dispositivi territoriali, intesi come meccanismi di avvio per la riattivazione di contesti urbani abbandonati, sconnessi o usati in modo “improprio”(attività illegali). Si tratta di dispositivi reversibili, ripetibili, low budget, off grid, sostenibili, auto-costruibili e poetici, immaginati come “oggetti” in grado di popolare lo spazio supportando attività collettive e micro economie rigenerative. L’uso di micro-attivatori non è una forma di “rinuncia”, ma una modalità per immaginare realisticamente, e alimentare dal basso, strategie di rigenerazione estese a vasti contesti territoriali in una prospettiva temporale più lunga di quanto generalmente accade oggi, grazie alla connessione con i temi della sostenibilità ambientale e della biodiversità sullo sfrondo dei cambiamenti climatici contemporanei. Questa modalità di lavoro si è dimostrata particolarmente fertile nel processo di elaborazione progettuale degli studenti, facendo dialogare proficuamente le differenti discipline di provenienza (ingegneria, architettura, paesaggio, design, economia urbana, comunicazione, ecc), le differenti scale (micro e macro), le differenti prestazioni che ogni dispositivo dovrebbe assicurare (efficacia di un singolo oggetto e capacità di attivazione “territoriale” in virtù della sua ripetibilità e declinazione locale). L’incontro che abbiamo organizzato è dedicato a discutere i risultati raggiunti e promuovere lo scambio e il confronto su questi temi con studenti e docenti. L'incontro si terrà il 2 dicembre, ore 10.00 presso l'aula Magna della facoltà di Architettura di Roma della Sapienza - sede di Fontanella Borghese; parteciperanno Esmeralda Valente -Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (MiBACT) e Antonio Scarponi – Conceptual Devices. E' previsto un dibattito coordinato da Lucina Caravaggi e Paola Cannavò.

MICRO-DISPOSITIVI TERRITORIALI / Lei, Anna; Tentori, Luca. - (2016). (Intervento presentato al convegno Micro-dispositivi territoriali tenutosi a Sapienza, Università di Roma. Aula Magna della Facoltà di Architettura, sede di Fontanella Borghese Piazza Borghese 9, Roma nel 2 dicembre 2016).

MICRO-DISPOSITIVI TERRITORIALI

LEI, ANNA;
2016

Abstract

Il Padiglione Italia alla 15° Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia è stato dominato dai temi dell’architettura sociale. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane - e il gruppo di TAMassociati - curatori dell’allestimento – hanno delineato il programma della mostra sviluppando "il tema dell’architettura come arte sociale e strumento al servizio della collettività e del suo accesso ai beni comuni". Un'architettura che si "prende cura degli individui, dei luoghi e delle risorse e fa la differenza. E' parte di un processo collettivo in cui occorre pensare alle necessità, incontrare le persone e agire negli spazi a favore delle comunità nelle zone di degrado e marginalità". I temi della Biennale possono risultare molto fertili anche all’interno della ricerca e della formazione universitaria. Per questo il MiBACT ha sottoscritto con alcune Università italiane un Protocollo di Intesa per lo svolgimento di workshop di progettazione sul tema dell’architettura sociale, con una forte connotazione transdisciplinare e operativa . Uno dei workshop, svolto nel Padiglione Italia della Biennale di Venezia dal 21 al 23 settembre 2016, è stato coordinato da Antonio Scarponi - Conceptual Devices con docenti della Sapienza Università di Roma e dell'Università della Calabria e studenti con una formazione molto eterogenea, provenienti dal Corso di laurea interateneo Tuscia -Sapienza in Progettazione dell’Ambiente e del Paesaggio; da Architettura –Corso di architettura degli interni e allestimento; dal Corso di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura; dal Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio; dal Corso di Laurea Magistrale in Economia Aziendale e dal Corso di Laurea in Filosofie e Scienze della Comunicazione. Il progetto di architettura è stato contestualizzato all’interno delle vaste aree urbanizzate contemporanee, di fronte ai nuovi bisogni della collettività, in particolare dei soggetti fragili, nel tentativo di contrastare i rischi di marginalità spaziale, economica e sociale dell’abitare contemporaneo. I progetti sono stati interpretati come “dispositivi” in grado di attivare risorse locali, economie circolari e partecipazione diretta alle scelte di trasformazione. Nel workshop è stato affrontato il progetto di micro-dispositivi territoriali, intesi come meccanismi di avvio per la riattivazione di contesti urbani abbandonati, sconnessi o usati in modo “improprio”(attività illegali). Si tratta di dispositivi reversibili, ripetibili, low budget, off grid, sostenibili, auto-costruibili e poetici, immaginati come “oggetti” in grado di popolare lo spazio supportando attività collettive e micro economie rigenerative. L’uso di micro-attivatori non è una forma di “rinuncia”, ma una modalità per immaginare realisticamente, e alimentare dal basso, strategie di rigenerazione estese a vasti contesti territoriali in una prospettiva temporale più lunga di quanto generalmente accade oggi, grazie alla connessione con i temi della sostenibilità ambientale e della biodiversità sullo sfrondo dei cambiamenti climatici contemporanei. Questa modalità di lavoro si è dimostrata particolarmente fertile nel processo di elaborazione progettuale degli studenti, facendo dialogare proficuamente le differenti discipline di provenienza (ingegneria, architettura, paesaggio, design, economia urbana, comunicazione, ecc), le differenti scale (micro e macro), le differenti prestazioni che ogni dispositivo dovrebbe assicurare (efficacia di un singolo oggetto e capacità di attivazione “territoriale” in virtù della sua ripetibilità e declinazione locale). L’incontro che abbiamo organizzato è dedicato a discutere i risultati raggiunti e promuovere lo scambio e il confronto su questi temi con studenti e docenti. L'incontro si terrà il 2 dicembre, ore 10.00 presso l'aula Magna della facoltà di Architettura di Roma della Sapienza - sede di Fontanella Borghese; parteciperanno Esmeralda Valente -Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (MiBACT) e Antonio Scarponi – Conceptual Devices. E' previsto un dibattito coordinato da Lucina Caravaggi e Paola Cannavò.
2016
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/958092
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